STALKING E MOBBING: IL RUOLO DEI SINDACATI di Franco Tegoni

di BorgoAdmin

Anche in Italia ha preso il via il movimento “me too” (in parmigiano “anca mi”), come negli USA, nel mondo dello spettacolo. Il termine “stalking” è dominante nelle cronache. Viene cioè denunciata l’aggressione verso una preda, come viene qualificata una donna ritenuta meritevole di apprezzamento sessuale. L’attore è normalmente un uomo che vuole utilizzare la sua posizione di potere pretendendo di sottomettere, aggredendola anche con il ricatto del lavoro, una donna a beneficio delle sue voglie. Questo fenomeno non nuovo, non deve essere ritenuto collegato essenzialmente al mondo dello spettacolo, il fenomeno può manifestarsi nei più diversi luoghi di lavoro estranei a quel mondo. E’ un esercizio perverso di una posizione di potere che, soprattutto quando si vuole rendere manifesta una gerarchia di potere, può tradursi nella costrizione della vittima, che ha denunciato l’aggressione, ad una situazione di isolamento, a crearle attorno un clima di non considerazione fino all’ostilità nell’ambiente di lavoro. Si ha così la messa in atto di un nuovo tipo di aggressione usualmente denominata “mobbing”. Questo termine ha un significato analogo al termine “stalking”, ma l’esito perseguito è quello dell’espulsione del soggetto dal luogo di lavoro, dall’azienda.  Si viene così a creare una situazione in cui la logica aziendale, perseguita dal vertice, è di punire la vittima dell’aggressione ritenendola colpevole di aver reagito e non l’aggressore. Questa è la logica di una concezione rigidamente gerarchica che va salvaguardata ed a cui va sempre dato ossequio nell’interesse  dell’azienda ritenuto supremo. A volte si scopre che la tecnica dell’isolamento nell’ambiente viene attuato anche in assenza di comportamenti aggressivi di carattere sessuale, ma semplicemente per spingere una persona a dimettersi dall’azienda.  Credo che un ruolo fondamentale per assicurare la difesa della dignità personale di fronte ad un’aggressione predatoria e per impedire che la vittima divenga ulteriormente vittima di mobbing, competa alle rappresentanze sindacali in azienda. Infatti la dignità e la libertà della persona sono i caposaldi su cui l’azione sindacale basa anche la difesa degli interessi materiali del lavoratore e della lavoratrice. E  più in generale l’impegno dei sindacati deve essere  quello di contribuire a creare una rivoluzione culturale specie nelle nuove generazioni sui temi più vasti del contrasto alla violenza alle donne e della parità di genere.

 

 

 

 

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