(OMO)SESSUALITÀ E CATTOLICESIMO di Carla Mantelli

di BorgoAdmin

Decisamente caustico e vulcanico il teologo Andrea Grillo invitato a Parma dalla rete Viandanti per presentare il suo libro “Cattolicesimo e (omo) sessualità” edito da Morcelliana. A partire dalle domande poste da Rita Giuffredi e Stefania Mazzocchi, Grillo ha sostanzialmente affermato che il magistero cattolico sull’omosessualità (e sulla sessualità in generale) si presenta ancora oggi legato ad alcuni principi generali che non tengono sufficientemente conto della realtà che cambia. Ma il magistero non si è sempre comportato in questo modo. In diversi momenti della storia ha saputo fare scelte audaci e innovative proprio cercando di accompagnare il mondo che cambiava. Quindi, ha esclamato il teologo, “io non dico cose nuove, io leggo la tradizione!” E la tradizione non si limita a guardare il passato come se non potesse discostarvisi, ma guarda al presente e al futuro cercando di capire cosa farebbe Gesù oggi, in un mondo che non è più quello di due, dieci o venti secoli fa. Purtroppo, con il Codice di Diritto Canonico del 1917 si imposta una struttura giuridica che pretende di risolvere tutto in base a principi e norme come se si potesse identificare la legge di Dio con la legge oggettiva. Si è preteso di capire, spiegare e normare tutto in modo coerente ma questo non si può fare perché ogni persona, ogni relazione, ogni realtà umana è molto di più di ciò che noi possiamo definire. Come possiamo continuare a giudicare “disordine morale” la relazione affettiva di una coppia dello stesso sesso solo perché non ha la possibilità di procreare?  Ci sono molte altre forme di fecondità che potrebbe esercitare. E come si può continuare ad affermare che la relazione sessuale si può vivere lecitamente solo all’interno del matrimonio in un mondo in cui ci si sposa sempre meno?La Chiesa deve fare i conti con le diverse forme di vita e più che decidere chi è regolare e chi è irregolare, dovrebbe esercitare la profezia, annunciare Dio all’opera nelle vicende umane.La critica del teologo ligure è stata molto dura anche su uno degli ultimi documenti della Congregazione per la dottrina della fede, “Fiducia supplicans”. La dichiarazione, come noto, dà il va libera alla possibilità di benedire coppie “irregolari”, tra cui quelle dello stesso sesso, ma senza prevedere rituali. Questa impostazione, per Grillo, implica la promozione di benedizioni “clandestine” che, a suo parere, sono del tutto inaccettabili. Certo, la questione delle benedizioni ha suscitato reazioni opposte: chi ha giudicato la decisione troppo timida e chi invece l’ha considerata in contrasto con la dottrina e la Scrittura. La Chiesa si trova a testimoniare il vangelo in contesti culturali molto differenti e un comportamento “normale” in Europa occidentale può essere inaccettabile in Russia o in Africa. Come conciliare l’universalità della Chiesa cattolica con le profonde differenze culturali nella quali vive? Per Grillo questo è un tema molto delicato. Francesco ha parlato di “differenziazioni continentali” nella dottrina ma ciò non deve significare che allora ognuno va per la sua strada. Bisogna avere il coraggio di scegliere rispettando le differenze. In fondo è già così in alcune chiese come, per esempio, quella anglicana: si prendono decisioni a livello centrale ma queste sono affidate alla libera e graduale ricezione delle diverse diocesi.

Andrea Grillo: “Cattolicesimo e (omo) sessualità” – Ed. Marcelliana

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