L’esperienza del Concilio Pastorale Diocesano di Parma

di BorgoAdmin

“Mentre tutta l’umanità ansiosamente cerca la via dell’unità e della pace, si rivela sempre più attuale l’invito del Concilio Vaticano II a riscoprire la Chiesa come comunità, come famiglia di Dio. Unità nell’amore è la grande risposta del Cristo agli uomini di oggi”. Parole ancora molto attuali, con cui inizia la lettera pastorale dell’Aministratore Apostolico Mons. Amilcare Pasini il 16 febbraio 1969, dedicata al “Consiglio pastorale Diocesano”. Una lettera che trova i suoi fondamenti nei documenti conciliari, dalla Lumen Gentium, con il Popolo di Dio e la corresponsabilità dei fedeli ai Decreti Christus Domini(27)  e Ad Gentes (30), che raccomandano in ogni Diocesi un Consiglio Pastorale presieduto dal Vescovo e costituito da sacerdoti, religiosi e laici, infine alla lettera Apostolica Ecclesiae Sanctae (16) che definisce i compiti del Consiglio Pastorale .
Mons.Pasini nel ricordare che il Consiglio Pastorale, convocato la prima volta il 1° marzo 1969, è voluto dalla Diocesi non solo perchè raccomandato dal  Vaticano II, ma “perché possa essere per tutti noi richiamo continuo e indicazione sicura per un valido inserimento nel rinnovamento conciliare,”ne delinea  le finalità più importanti. Che sono quelle di
–  scrutare i segni dei tempi e interpretarli secondo il Vangelo
– accogliere le attese, individuare i problemi della comunità ecclesiale per conoscerli, approfondirli, suggerendo poi le direttive per una valida impostazione e soluzione;
– programmare e presentare, in una visione unitaria, tutta la pastorale della Diocesi;
– unificare le diversità degli uffici e delle iniziative, coordinandone le attività perché la Diocesi sia sempre meglio sacramento di unità e di salvezza.
IL CPD viene quindi istituito,  dopo una fase di ampia preparazione a livello parrocchiale e zonale, dove vengono promossi incontri di approfondimento teologico e sono indette le elezioni dei rappresentanti laici. Sono tante le attese per la chiesa di Parma, accompagnate dal desiderio di partecipazione attiva dei laici in un clima di vivo fermento. Così importanti sono i temi che il CPD dovrà affrontare, non solo di ordine pastorale all’interno della comunità ecclesiale, catechesi, liturgia, famiglia, evangelizzazione, ma anche della società civile e del mondo del lavoro. Così, nonostante gli auspici del Vescovo perché il servizio del Consiglio possa sempre più riunire la Diocesi “un cuor solo ed un’anima sola in Cristo Gesù”, presto si incontreranno difficoltà e contrapposizioni specie con una parte del clero. Eppure il Consiglio Pastorale Diocesano ha continuato fino ad oggi la sua attività di servizio alla Chiesa come frutto importante del Concilio. Ripercorreremo insieme le vicende, verificando se le attese sono state compiute e quali sono le speranze oggi per un chiesa rinnovata  nell’incontro di Venerdì 27 aprile con le relazioni di due amici esperti e testimoni:
Pietro Bonardi – Il  Consiglio Pastorale dall’origine
Giorgio Desante – Il Consiglio Pastorale oggi.

Graziano Vallisneri

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