OSARE MISSIONE NELLA TERRA DEI FUOCHI – Progetto “Oltre i muri costruiamo ponti” a Castel Volturno (CE)

di Filippo Ivardi Ganapini, Missionario comboniano

di BorgoAdmin

Dentro una delle periferie europee più a rischio, come missionari sentiamo l’urgenza di proporre nuove vie di riscatto concreto, come il sogno di un Centro Sportivo, Culturale, Artistico e Musicale. Per accompagnare fratelli e sorelle immigrati e italiani a camminare insieme verso l’orizzonte della fratellanza e della convivialità dei popoli. Come faceva Gesù Se un giorno scenderai dentro questa terra, ai margini dell’ingranaggio economico mondiale che schiaccia i piccoli, toccherai con mano i contrasti tra i pochi che ancora controllano, dominano il territorio e si spartiscono la torta dei vari business e i tantissimi che raccolgono solo le briciole. Questa è la nostra Castel Volturno, terra dei contrasti e dei fuochi. Fiamme di immondizie che finiscono in questa discarica ambientale e sociale dove si concentrano le sfide globali: forti diseguaglianze, terre avvelenate e riempite di rifiuti, spesso tossici, lavoro precario e sfruttato fino all’estremo della schiavitù, altissimo numero di fratelli e sorelle provenienti da altre terre, Stato pressoché assente e campo libero per la malavita organizzata, spaccio di droga, prostituzione e abusivismo a vari livelli, elevato tasso di drammi umani, psicologici e sociali. Ma è anche opportunità di riscatto per molti immigrati che riescono almeno ad aiutare le famiglie nei paesi di origine e possibilità di un nuovo laboratorio di umanità interculturale ad altissimo potenziale: oltre 90 i paesi rappresentati qui lungo i 27 km e le 8 frazioni del litorale domizio, tra Napoli e Caserta, dove convivono, ancora tra tanti muri e barriere, oltre 40mila persone. Roberto Saviano ne tratteggia il sogno della “più importante città euro-africana sul Mediterraneo”. Dagli anni ’60, Castel Volturno ha conosciuto un enorme e rapido sviluppo turistico, economico e urbanistico spinto dal sogno dell’Italia, che usciva dalla guerra, di uno sbocco al mare per la piccola e media borghesia dell’entroterra, tra Napoli e Caserta.  Ma a partire dalla fine degli anni 80, è cominciato un notevole degrado in seguito all’arrivo degli sfollati del terremoto dell’Irpinia e del bradisismo di Napoli, ad attività criminali da parte di organizzazioni mafioso-camorristiche, locali e nigeriane, all’assenza dello Stato e all’incapacità delle istituzioni nel gestire i profondi cambiamenti. Negli ultimi quindici anni il Comune di Castel Volturno è stato commissariato tre volte per infiltrazioni camorristiche. Il degrado sociale, l’abbandono delle case, oltre 25.000 abusive, e la grande richiesta di manovalanza agricola, in quella che i romani chiamavano la “Campania Felix”, hanno favorito l’arrivo di tanti fratelli e sorelle immigrati alla ricerca di una casa con basso affitto e di un lavoro, provenienti soprattutto da Nigeria e Ghana ma anche da altri paesi africani subsahariani, popoli Rom, indiani e bengalesi che lavorano con le bufale per la produzione della pregiata mozzarella. E’ questa presenza notevole di popolazione immigrata che ha portato noi Missionari Comboniani, nel 1996, a decidere di ascoltare questa sfida e di scendere in questa terra per accompagnare le loro vite, tra dolori e sogni perché diventino protagonisti di un processo di interazione nella realtà in cui vivono. Allo stesso tempo siamo impegnati da quasi trent’anni ad aiutare la comunità italiana ad aprirsi sempre di più all’ accoglienza e alla convivenza fraterna costruendo ponti di relazioni con i migranti attraverso le varie attività proposte: due comunità cristiane (una è la parrocchia Sata Maria dell’Aiuto specifica con i migranti) che lavorano insieme all’Associazione Black&White che gestisce un Doposcuola con oltre 80 bambini, la Scuola d’Italiano, il servizio di mediazione culturale e tanto altro. In questi ultimi anni la nostra attività ha cercato di mettersi “in esodo” nella direzione dei più scartati tra tutti: gli abitanti del quartiere Destra Volturno, lungo la parte destra dell’omonimo fiume, il più lungo dell’Italia meridionale. Oggi ci sembra sia giunto il tempo di compiere con audacia e coraggio questo cambiamento pastorale, ministeriale e di presenza, senza precipitazioni ma con determinazione e passione, dialogando e ascoltando quello che Dio e la storia vogliono indicarci. Crediamo e sosteniamo che la Parrocchia S.Maria dell’Aiuto e l’Associazione Black and White, nate per accogliere, proteggere, promuovere e integrare i nostri fratelli e sorelle migranti, debbano continuare a sostenere un profondo dialogo e una intensa interazione tra immigrati e italiani. Devono diventare per noi un centro di aggregazione e di proposte non solo per i ragazzi del doposcuola, gli studenti di italiano presenti nella struttura della Casa Black and White, ma anche per famiglie, giovani, adolescenti e adulti del territorio. In quest’ottica abbiamo acquistato a Destra Volturno un grande terreno limitrofo alla Casa Black and White e anche lo stabile dove operiamo già con il doposcuola e la scuola di italiano ma che vogliamo ampliare con altre attività che nasceranno con il coinvolgimento di talenti e capacità locali e dei migranti. Su questo terreno abbiamo il sogno di realizzare un Centro Sportivo, artistico, culturale e musicale aperto ai giovani e a tutta la popolazione di Destra Volturno e anche oltre. Vista la totale mancanza di luoghi di aggregazione nel quartiere e in generale in tutta Castel Volturno una tale iniziativa ha l’obiettivo principale di costruire comunità con la popolazione proveniente da tante terre diverse. Vogliamo realizzare un vero e proprio Laboratorio di Umanità Castel Volturno mirato soprattutto alla formazione e alla promozione umana e spirituale di tanti ragazzi e giovani delle famiglie migranti e italiane per la costruzione di nuovi cittadini consapevoli. Cerchiamo di essere ponti come presenza missionaria e vogliamo aiutare a buttar giù i muri, non solo fisici ma anche economici, culturali e sociali che dividono le varie porzioni di popolazione qui presenti. Come il profeta Geremia, che in un momento di crisi profonda per il suo popolo acquista un campo (Ger 32), anche noi vogliamo accompagnare il riscatto della nostra gente investendo sull’umanità, sull’incontro, sull’educazione dei giovani e sulla creazione di spazi di comunità dove non ci si sente soli e dove soprattutto insieme ci si sente una famiglia che davvero può camminare, lottare e oltrepassare le immense sfide che troppo spesso schiacciano i sogni e le speranze dei piccoli.

Chi volesse dare una mano alla realizzazione dei progetti portati avanti da padre Flippo e dagli altri comboniani di Castel Volturno può  versare un contributo all’Associazione Black&White  ETS – Castel Volturno  IBAN IT76L0325011700010000162847

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