Un progetto per l’Africa

di BorgoAdmin

Mi piace riprendere un articolo, che condivido, sull’Africa, di Beppe Grillo, un comico molto attento alla politica e mi permetto di ampliarlo con qualche altra osservazione: è stupido non volere prendere atto che oggi stiamo pagando gli errori del vecchio e del nuovo colonialismo.

Con l’attentato di Marrakesh in Marocco e con la rivoluzione siriana, tutti i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente sono in fiamme. Per alcuni si tratta di incendi, per altri per ora di focolai. “Le libertà non vengono date, si prendono!” disse Pëtr Kropotkin. Questo è il senso di ciò che succede. Non è emerso un solo leader in contrapposizione a Gheddafi, Assad, Mubarak o Ben Alì, ma popoli, persone, gente comune. E’ la rivoluzione del signor Rossi. E’ strano, è nuovo. In passato per un Rheza Palavi c’era un Khomeini, per Faruk c’era Nasser. Oggi non sarebbe pensabile, l’opposizione al regime iraniano è fatta dagli studenti, Mubarak è stato cacciato dalle piazze piene di cittadini egiziani. La gabbia di ferro creata dall’Occidente per i Paesi di quello che fu l’ex impero Ottomano sta aprendosi. Cosa ne uscirà non lo sa nessuno. Un grande califfato da Istanbul a Rabat o nuove democrazie.
I dittatori che governano o hanno governato questa parte del mondo sono alleati o burattini delle potenze occidentali. Che si indignano e li impiccano e li bombardano solo quando non garantiscono più i loro interessi, come avvenne ieri per Saddam Hussein, armato per decenni dagli Stati Uniti, e per Gheddafi oggi, oppure per la spinta di forze democratiche che crescono per la diffusione delle informazioni via Internet. Le guerre portano agli esodi, è sempre successo nella Storia, e le folle di nordafricani che arrivano in Italia sono la logica conseguenza del passato. I dittatori sono stati tollerati o imposti dalla Nato, dall’Onu, dalla UE. Abbiamo prima colonizzato i Paesi musulmani e sterminato gli oppositori, come fecero la Francia in Algeria e l’Italia in Libia. In seguito abbiamo venduto per decenni le nostre armi e comprato il loro petrolio, il loro gas, le loro materie prime e consentito ogni violazione della democrazia. Cosa ci aspettavamo? Mazzi di fiori e datteri? Se la rivoluzione si estenderà centinaia di migliaia di persone cercheranno rifugio in Europa che reagirà, per la legge del contrappasso, con l’affermazione dei partiti di ultradestra e la fine della democrazia in molti Paesi.
Oggi arrivano a noi anche quelli che prima si fermavano in Costa D’Avorio. La Francia, con l’assurdo appoggio dell’O.N.U. e del mondo occidentale ha voluto imporre, nel nome della democrazia, il suo uomo, scatenando una guerra civile che sta rendendo inospitale un paese che prima attraeva lavoratori da tutta l’Africa centrale. Arrivano dalla Somalia e dall’Eritrea; arrivano anche dalla Nigeria e da paesi ricchi che sono spremuti da alcune lobby occidentali.
Mattei che cercava un rapporto più onesto con i nuovi paesi che si affacciavano al Mediterraneo è stato fatto fuori….ed anni di sfruttamento, nel nome della democrazia, verranno pagate dalle presenti ed ancor più dalle future generazioni che continuano a prendersela con la povera gente che scappa senza alzare la voce su quanti stanno rubando i tesori e la vita dell’Africa.
Perché l’Italia, perno del Mediterraneo, non elabora un suo nuovo progetto per l’Africa ed il Medio Oriente? Invece di lamentarci e subire una costante invasione, che non avrà fine, potremmo e dovremmo diventare interlocutori per questi nuovi e giovani paesi che stanno ricercando il loro futuro. Il Presidente della Repubblica francese, da sempre, ha un consigliere plenipotenziario delegato ai rapporti con l’Africa; è quello più potente, intoccabile. E senza saperlo noi gli paghiamo …lo stipendio ! La Cina è lontana….ma sta diventando la vera alternativa anche in Africa.

Eugenio Caggiati

 

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