Borgo NewsI ponti BENIGNO ZACCAGNINI, UN UOMO GIUSTO A 30 ANNI DALLA MORTE di Giorgio Campanini di Riccardo Campanini 19 Dicembre 2019 di Riccardo Campanini 19 Dicembre 2019 133 BENIGNO ZACCAGNINI, UN UOMO GIUSTO A 30 ANNI DALLA MORTE di Giorgio Campanini In una stagione della politica confusa e imbarbarita non è un lusso, ma un a necessità riandare a figure di galantuomini come è stato Benigno Zaccagnini (1912-1989) a trent’anni dalla morte. Partigiano, indi amministratore locale nel Ravennate, poi deputato, più volte ministro nonché Vice-Presidente della Camera: lungo è stato il suo cursus honorum. Ma più che gli importanti incarichi sempre ricoperti con grande dignità e d esemplare rettitudine, merita di essere ricordato, nell’attuale contesto della politica italiana, per la sua forte e severa concezione della politica come servizio, al di là di ogni facile retorica.Forse più di ogni altro, nel Novecento italiano, Zaccagnini ha rappresentato il volto onesto e pulito di una politica non diretta esclusivamente all’acquisizione e al mantenimento del potere, ma orientata al servizio dei cittadini e alla ricerca del bene comune: e tutto ciò senza retorica e senza ricorrere a scritti astratti e retorici, ma operando con schiettezza e semplicità in un ambito – quello della politica italiana – troppo spesso abitato dalle strumentalizzazioni, dalle corporazioni, dalle doppiezze..Di particolare rilievo i lavoro svolto negli ani ’70 del Novecento , allorchè, come Segretario nazionale della DC, si accollò, riuscendovi solo in parte, l’onere di cercare di risanare un partito che in non pochi esponenti aveva ceduto alle compromissioni e talora alla corruzione; alle sue parole e alla sua esemplare rettitudine si contrapposero, per risultare alla fine vincenti, gli sviamenti e le furbizie. Così il mancato rinnovamento (e la solo parziale moralizzazione del partito) aprirono la strada ad una débacle che con tutte le sue forze aveva cercato di evitare. Si è spesso definito Zaccagnini come un paradossale “politico impolitico” per il fatto di aver rifiutato l’assolutizzazione della politica e aver affermato con forza – in piena coerenza con Aldo Moro, la cui tragica morta rappresentò per lui una ferita profonda ed insanabile – il primato della persona. Ma la sua lezione appare ancora attuale: lo politica non è e non può essere tutto, alla base di essa non può che stare la passione per l’uomo e per l’umano. 0 FacebookWhatsappEmail post precedente OLTRELEMURA 19.12.2019 a cura di Graziano Vallisneri post successivo L’ESIGENZA DI UN DIALOGO INTERGENERAZIONALE di Dante Monda Dalla stessa sezione (OMO)SESSUALITÀ E CATTOLICESIMO di Carla Mantelli 23 Aprile 2024 RICONOSCIMENTO DEL RUOLO FEMMINILE NELLA CHIESA del Gruppo... 11 Aprile 2024 IN CAMMINO VERSO LA CORRESPONSABILITA’ di Gabriele Canali,... 21 Marzo 2024 DALLA PALESTINA A PARMA: LA GIORNATA MONDIALE DI... 7 Marzo 2024 LA SETTIMANA DELLA CURA CONCLUDE L’ANNO DI BORGOLAB 22 Febbraio 2024 PRESENTATO IL LIBRO DI G. CAMPANINI SUL CARD.... 8 Febbraio 2024 IN ATTESA DELLA PRIMAVERA di Laura Caffagnini 25 Gennaio 2024 OSARE MISSIONE NELLA TERRA DEI FUOCHI – Progetto... 11 Gennaio 2024 LA MEMORIA DEL PASTORE BUONO, MONSIGNOR BENITO COCCHI... 21 Dicembre 2023 CRISTIANI PER IL SOCIALISMO 50 ANNI DOPO: RAGIONI,... 11 Dicembre 2023