Politici, tecnici, civici: il difficile compito dei sindaci

di Riccardo Campanini

È sicuramente una coincidenza il fatto che, proprio mentre il quadro politico nazionale si andava consolidando con la nascita di una nuova forza di sinistra e il ricompattamento del centro-destra, l’ex Amministratore Delegato dell’EXPO annunciava la propria “disponibilità” a candidarsi a Sindaco di Milano.

Eppure, se si guarda la storia italiana degli ultimi anni, non è difficile riscontrare una sorta di “pendolo” tra esperienze locali e nazionali in fatto di forza – o debolezza – dei partiti. Per anni infatti, almeno da quando è stata introdotta l’elezione diretta dei Sindaci, non vi è dubbio che questi ultimi abbiano rappresentato il “meglio” della politica e dei partiti, esprimendo figure che, soprattutto (ma non solo) nello schieramento di centro-sinistra hanno raccolto ampi e convinti consensi; e lo stesso Presidente del Consiglio, già Primo cittadino di Firenze, è anch’egli frutto di questa stagione . Di contro, i partiti nazionali scontavano invece, a parte brevi parentesi, una grande debolezza sia in termini di popolarità che di capacità di guidare il Paese,, tanto che in più occasioni la governabilità del Paese è stata garantita da esecutivi “tecnici”.

 

Ora, come si diceva, la situazione sembra essersi capovolta: da una parte, i partiti hanno ripreso il proprio ruolo di protagonisti della politica nazionale; dall’altra, i Sindaci sono sempre più spesso nell’occhio del ciclone, contestati o addirittura (come è appena successo a Roma) prematuramente deposti, con la conseguenza che in vista elle prossime amministrative del 2016 avanzano, come appunto nel caso di Milano, candidature “tecniche” – mentre nella Capitale si è già insediato il Commissario chiamato a gestire fino all’estate il Giubileo straordinario.

Naturalmente non è che i partiti godano improvvisamente di grande popolarità, e ne è prova la scarsa affluenza alle urne che ha caratterizzato le ultime consultazioni elettorali; ma è (forse) definitivamente tramontata l’idea che essi possano essere sostituti con “qualcos’altro”, anche perché, un po’ ingenerosamente, è diffusa la convinzione che i governi cosiddetti tecnici siano stati in realtà il cavallo di Troia di “gruppi di pressione” interni ed internazionali e abbiano prodotto solo austerità e sacrifici. Oggi che la fase più acuta dell’emergenza economica sembra alle spalle c’è di nuovo spazio per proposte e programmi più propriamente “politici” e quindi i partiti tornano inevitabilmente ad occupare il centro della scena.

Tornando al livello locale, il quadro in vista delle amministrative del prossimo anno, che interesseranno quasi tutte le grandi città, è quindi quanto mai incerto proprio per la difficoltà dei partiti a individuare e proporre candidature prestigiose ed autorevoli, tanto al proprio interno quanto “pescando” all’esterno. Ma il discorso riguarda anche Parma, che sarà chiamata al voto nel 2017, e dove il quadro è ulteriormente complicato (o arricchito) da una tradizione ormai consolidata, e spesso vincente, di liste “civiche”. A questo tema anche il nostro Circolo dedicherà nei prossimi giorni un momento di confronto, che – si spera – sarà solo il primo di una serie di occasioni per preparare al meglio l’appuntamento del 2017. Perché, per quanto possano cambiare il profilo e il “taglio” del Sindaco, alla fine la scelta spetta ai cittadini; ai quali, parafrasando un noto proverbio orientale, non importa se il Sindaco è politico, tecnico o civico, ma che amministri bene la città.

Riccardo Campanini

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