LA “SVEGLIA” DEL CENSIS  di Riccardo Campanini

di BorgoAdmin

Fino a qualche anno fa i rapporti annuali del CENSIS sulla situazione sociale del paese rappresentavano un importante momento di verifica della “salute” della società italiana e spesso fornivano spunti e messaggi capaci di influenzare l’opinione pubblica e la stessa classe politica. Questo appeal dei rapporti del CENSIS è andato man man svanendo nel tempo, ma quello relativo al 2023, pubblicato pochi giorni fa, merita invece un approfondimento perché mette a nudo alcuni “mali” fondamentali dell’Italia di oggi. Intanto pare molto indovinata la definizione degli italiani come “sonnambuli ciechi” – che, per la verità, ricorda quel paragone tra (alcuni) nostri connazionali e gli struzzi proposta qualche settimana fa su questa rubrica – incapaci di affrontare i tanti problemi strutturali della società, in primis il forte calo demografico, che rappresenterà un vero e proprio terremoto per la società, l’economia, il welfare dei prossimi anni. Come ben chiarisce il rapporto del CENSIS non è che gli italiani vivano in una sorta di “bolla” di (falso) ottimismo, al contrario percepiscono con grande preoccupazione le tante sfide che la realtà di oggi propone: dall’immigrazione al cambiamento climatico, dalle guerra all’intelligenza artificiale. Ma, appunto, anzichè affrontare questi problemi con razionalità e capacità di visione, gli italiani – e i loro governanti –vivono immersi in quello che il rapporto definisce efficacemente “il mercato dell’emotività”, in cui tutto diventa emergenza, ma solo per poche ore (o pochi giorni) e quindi niente in realtà lo è davvero. Specchio fedele di questo clima sono i decreti-legge che il Governo sforna a getto continuo sulla base di (presunte) “emergenze” – le baby-gang, l’immigrazione, il dissesto ambientale, le borseggiatrici, la violenza sulle donne… –per rispondere all’onda dell’emotività generata da qualche fatto di cronaca, ma senza nessun disegno strategico e senza nemmeno una seria valutazione degli effetti reali e concreti dei provvedimenti adottati. In tutto questo a rimetterci di più sono i giovani, che, oltre a diminuire sensibilmente di numero – e quindi destinati a “pesare” sempre meno anche in occasione delle consultazioni elettorali – sono penalizzati dalla mancanza di politiche lungimiranti e capaci di preparare una società in cui essi possano davvero mettere a frutto capacità e professionalità. Come rivela, numeri alla mano, il rapporto del CENSIS, mentre tutti si preoccupano per l’arrivo degli immigrati (che oltretutto, visto il drammatico crollo demografico di oggi e ancor di più di domani, andrebbero invece accolti con favore), nessuno o quasi è attento al dato ben più preoccupante dell’emigrazione degli italiani all’estero, che è aumentata di quasi il 40”% negli ultimi 10 anni e riguarda in particolare i giovani laureati (il rapporto parla giustamente di un allarmante “drenaggio di competenze”). Non mancano, nell’analisi del CENSIS, anche dati positivi, come la tenuta dell’economia, l’aumento dell’occupazione, la crescita delle esportazioni. Ma tutto questo sembra più l’effetto della ben nota, e secolare, capacità degli italiani di resistere e di dare il meglio nei momenti difficili che non il frutto di scelte politiche –e non solo – davvero all’altezza dei problemi del mondo di oggi. Il tempo di Avvento che caratterizza queste settimane si è aperto con l’invito a “vegliare”, a non addormentarsi, naturalmente in senso metaforico: è  un messaggio di duemila anni fa, ma sembra scritto apposta per i “sonnambuli” di oggi.

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