Borgo NewsLa PiazzaSenza categoria LE “MEZZE RIFORME” DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – INTERVISTA A LINDA LANZILLOTTA di Riccardo Campanini 6 Giugno 2019 di Riccardo Campanini 6 Giugno 2019 124 LE “MEZZE RIFORME” DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – INTERVISTA A LINDA LANZILLOTTA a cura di Riccardo Campanini A fine maggio Linda Lanzillotta è stata invitata da “Il Borgo” a presentare il suo ultimo libro “Il paese delle mezze riforme”. Nell’occasione le abbiamo rivolto alcune domande sul contenuto del libro e su altre questioni di attualità. Lei ha avuto la possibilità di conoscere da vicino la pubblica amministrazione sia “dall’interno”, come Funzionario, che “dall’esterno”, come Ministro. A Suo parere cosa manca alla nostra P.A. per essere competitiva con quelle dei Paesi-guida in questo settore? Fondamentalmente alla nostra PA mancano la cultura del risultato e l’ idea che essa esiste per produrre servizi, beni , attività, nell’interesse dei cittadini e delle imprese. Questo limite di fondo viene ovviamente da lontano: dalla storia della nostra amministrazione dopo l’unità d’Italia, dalla continuità tra quella amministrazione e quella fascista e, poi ancora, con quella repubblicana . Una pubblica amministrazione tutta impostata sul principio della legalità dei procedimenti e degli atti amministrativa piuttosto che sulla efficacia dell’azione amministrativa e sulla responsabilità di ogni dipendente pubblico rispetto a questo parametro sostanziale e non esclusivamente alla legalità formale. E secondo Lei, le principali resistenze alle riforme strutturali, di cui parla nel suo ultimo libro, vengono soprattutto dalla burocrazia o piuttosto dalla politica? Le resistenze sono venute e vengono dalle burocrazie sempre riluttanti a cambiamenti che non solo costano fatica ma anche e soprattutto dai politici che hanno scritto riforme talvolta anche molto innovative rispetto al modello tradizionale ma che poi, talvolta per limiti culturali talaltra (e assai più spesso) non sono stati e in grado o non si sono preoccupati della concreta attuazione a delle riforme che implica misurarsi con le resistenze concrete, investire in formazione e in organizzazione. Nei diversi decenni in cui Lei si è occupata, a vario titolo, di P.A., cosa è cambiato? E la situazione è migliorata o peggiorata? La situazione è molto cambiata innanzi tutto perché hanno assunto un ruolo centrale i Comuni e le Regioni con risultati che presentano a mio avviso, specie per quanto riguarda le regioni, alcune luci e molte ombre. Inoltre i valori dell’efficacia, dell’efficienza , della responsabilità sono penetrati nella cultura amministrativa anche se non hanno pervaso il concreto agire delle amministrazioni. E questo, a mio avviso, perché è sempre mancato un segmento essenziale delle diverse riforme che si sono succedute dagli anni Novanta in poi, ovvero un efficiente sistema di valutazione e di ancoraggio delle retribuzioni, a qualsiasi livello, della verifica dei risultati ottenuti. Senza valutazione il cambiamento atteso non si realizzerà e i cittadini saranno sempre più disillusi dagli annunci e dalle promesse dei governi riformatori. È quanto è successo, a mio avviso, negli ultimi decenni sia nel campo delle riforme amministrative che in quello delle riforme costituzionali. Infine, non può mancare un Suo commetto a caldo sui risultati delle elezioni europee. Direi che i risultati delle elezioni europee presentano un elemento positivo e uno molto negativo che riguarda, in particolare, l’Italia. A livello europeo i sovranisti, gli euroscettici e i no Europa non hanno vinto, sono risultati una minoranza che non avrà potere nel nuovo Parlamento UE. Purtroppo, oltre che in UK, hanno vinto in Italia che è ora isolata politicamente e che, dunque, aldilà delle affermazioni propagandistiche, difficilmente potrà far valere i nostri interessi. I rischi che oggi il nostro Paese sta correndo sul piano economico finanziario sono altissimi e molto pericolosi. Purtroppo però, nonostante la vittoria dei partiti favorevoli al progetto europeo, emerge una debolezza politica di queste forze che difficilmente riusciranno a dare alla Europa lo slancio di cui invece proprio in questa fase di riassetto dei rapporti tra le potenze globali, USA e Cina, potrebbe dare al nostro continente un ruolo strategico e garantire ai nostri Paesi e ai nostri giovani un futuro di crescita e di benessere. È davvero amaro osservare come l’Europa stia perdendo una opportunità storica 0 FacebookWhatsappEmail post precedente L’EUROPA, L’ITALIA, I COMUNI: LE MOLTE FACCE DEL VOTO post successivo LA VIA SMARRITA PER BRUXELLES Dalla stessa sezione LA LIBERAZIONE È OGGI di Albertina Soliani 23 Aprile 2024 L’ IMPORTANZA DEL 25 APRILE: UNA RIFLESSIONE SULLA... 23 Aprile 2024 QUALI SPAZI PER LA PROSSIMA LEGGE DI BILANCIO? ... 23 Aprile 2024 IL REPORT DIRITTO D’ASILO 2023 a cura di... 23 Aprile 2024 TRA PLEBISCITO E TERRORISMO: LE MONTAGNE RUSSE DI... 11 Aprile 2024 VIAGGIO SUI CONFINI a cura di Lucia Mirti 11 Aprile 2024 LA GUERRA? ESTRANEA ALLA RAGIONE di Carla Mantelli 11 Aprile 2024 L’EREDITÀ DI DON PINO PUGLISI di Anna Pellegrini 11 Aprile 2024 BORGO LAB 2023/24: RICORDI E RIFLESSIONI (+ DUE... 21 Marzo 2024 IL LUNGO VIAGGIO DA VENTOTENE A BRUXELLES di... 21 Marzo 2024