SOTTO IL SEGNO DELLO STRUZZO di Riccardo Campanini

di BorgoAdmin

Quando, tra qualche decennio, gli storici – se ce ne saranno ancora – proveranno a scrivere la storia  italiana ed europea di questi anni si troveranno di fronte ad una situazione decisamente paradossale e difficile da interpretare: da una parte, l’insorgere di cambiamenti tumultuosi, di crisi profonde e irreversibili – basti pensare all’emergenza ambientale, così drammaticamente richiamata dal Papa nella sua esortazione apostolica “Laudate Deum”, ma anche alla migrazione di milioni di esseri umani verso le terre del benessere e della libertà -che richiederebbero scelte coraggiose e lungimiranti; dall’altra, il rifiuto di tanti “potenti” a guardare in faccia questi problemi facendo sostanzialmente finta che non ci siano o addirittura negandone esplicitamente l’esistenza. In realtà non è un fenomeno nuovo nella recente storia europea: basti pensare alla cosiddetta Restaurazione, quando, con il Congresso di Vienna, le grandi potenze continentali provarono a “far finta” che la Rivoluzione francese con le sue istanze di libertà, uguaglianza, fraternità non fosse mai esistita; naturalmente questa finzione durò solo qualche anno e fu travolta dall’impeto irresistibile del cambiamento: “Non potete fermare il vento, gli fate solo perdere tempo”, scrive Fabrizio De Andrè in una sua canzone, e non è una semplice constatazione metereologica…

La grande differenza tra quell’epoca e la nostra sta però nel fatto che, allora, a decidere di ignorare la realtà furono i re e i nobili asserragliati nei loro palazzi per difendere potere e privilegi ; oggi, invece, i partiti e i movimenti che, per esempio, negano il cambiamento climatico e il carattere strutturale delle migrazioni, o gestiscono questi fenomeni con strumenti vecchi e inadeguati, godono del consenso di molti cittadini, come dimostrano i risultati di tante elezioni che vedono l’affermazione o comunque un brillante risultato delle formazioni politiche negazioniste e sovraniste, in particolare di estrema destra. Tanti elettori, insomma, sembrano compiacersi di quella “tattica dello struzzo”, che attribuisce a questo animale la caratteristica di nascondere la testa sotto la sabbia quando si avvicina un potenziale pericolo. E, per restare in ambito ornitologico, sopra di loro volteggiano numerosi avvoltoi che, sfruttando le legittime paure di tante persone di fronte a cambiamenti rapidi e forieri di preoccupazioni, anziché cercare di lenire incertezze e timori, li rinforzano e li amplificano per un effimero tornaconto elettorale

Tornando alla Restaurazione, chi in quel periodo si avvantaggiò della scelte reazionarie delle grandi monarchie continentali fu la Gran Bretagna, che, a differenza di queste ultime, sposò in pieno le nuove idee politiche ed economiche e diventò così nel giro di pochi decenni una superpotenza mondiale. Prendendo spunto da questo precedente storico, si può affermare che quei Paesi e quelle aree geografiche che oggi, anziché negare la realtà, ne accettano le sfide e provano a immaginare delle risposte valide ed efficaci – ad esempio nell’ambito della sostenibilità ambientale – sono destinati ad essere “vincenti” nel prossimo futuro. Si tratta, insomma – in politica, in economia, nella cultura – di provare a “volare alto”: esercizio, questo, piuttosto difficile per gli struzzi….

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