Un augurio e un arrivederci nel 2011

di BorgoAdmin

Questo numero della nostra news, che anticipa la consueta cadenza bisettimanale, è un piccolo “regalo” offerto ai nostri lettori prima della pausa che ci porterà al nuovo anno. Un numero “leggero” nelle dimensioni, ma – almeno come intenzione – non nei contenuti; e, come vuole la tradizione, in cui tracciare anche un bilancio dell’anno che sta per concludersi ed ai programmi per il nuovo. Ma stavolta il compito di “fare il punto” sui 12 mesi trascorsi rischia di dare spazio a considerazioni in forte contrasto con il clima natalizio di questi giorni.
Infatti, per quanto si dica – e a ragione – che mai come in questo momento è grande la distanza, anzi l’estraneità tra cittadini e istituzioni politiche, in questa fine del 2010 la situazione complessiva del nostro Paese  si rispecchia perfettamente in quella del Governo e del Parlamento: precarietà, assenza di prospettive e di certezze, navigazione “ a vista” sembrano infatti contraddistinguere tanto la vita dell’italiano “medio” quanto quella dei suoi rappresentanti nei Palazzi della politica.  In questo senso  il pugno di voti che hanno consentito la sopravvivenza del Governo ricorda molto  quel sottile e a volte quasi impercettibile confine che ancora permette a tante  famiglie, imprese o singole persone di “rimanere a galla” e di resistere nonostante tutto.
Ecco perché fare gli auguri per l’anno che sta per cominciare è insieme facile e difficile: facile, perché immaginare 12 mesi migliori di quelli che stanno per concludersi non richiede certo una grande fantasia….e  difficile, perché è davvero arduo ipotizzare come e da dove possa arrivare quel cambiamento che tutti auspicano ma che ancora non si intravvede neppure in lontananza.  
Allora forse l’augurio più vero è che ognuno cominci – o continui –  a fare quanto è nelle sue possibilità per rendere fattibile questa svolta in positivo cominciando “dal basso” a costruire un Paese diverso, e migliore.  Con la speranza, non si sa quanto fondata, che a poco a poco questa “rivoluzione silenziosa” arrivi anche nella stanze del Potere. Come si suol dire, provarci non costa nulla: e chissà che proprio il 2011 non sia l’anno, se non proprio della raccolta, almeno della semina.
Noi, per quel poco che conta, continueremo a “seminare” idee, proposte, progetti, certi di poter contare anche in futuro sull’attenzione e l’apprezzamento che ci hanno sempre accompagnato – e di cui ringraziamo collaboratori, sostenitori e lettori. Ai quali, come augurio per il Natale e per il nuovo anno (ma anche come invito a “sognare” insieme a noi), dedichiamo una  massima del grande Vescovo brasiliano dom Helder Camara “coloro che sognano: porteranno speranza a molti uomini e correranno il dolce rischio di vedere i loro sognirealizzati”.

Riccardo Campanini

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