QUINDICI VOCI CONTRO LA GUERRA di Novita Amadei

di BorgoAdmin

La guerra punta solo alla fine, la pace, invece, nei suoi sforzi di vita, è per costituzione più creativa e complessa. Se da un lato, però, l’esaltazione costante della violenza mette in ombra messaggi e storie di resistenza civile e nonviolenta, dall’altro, il suo profilo polimorfo della pace non si lascia distinguere immediatamente. La pace, infatti, non è mai uguale a sé stessa, mai data una volta per tutte. La vestiamo con gli abiti del sogno e la fissiamo nel quadro dell’urgenza politico-diplomatica o umanitaria quando invece è pratica quotidiana, parte in causa in ogni relazione, nella più piccola scelta, perché la pace è il posto che ci riserviamo gli uni gli altri su questa Terra, ciascuno con la sua molteplicità di filiazioni e appartenenze, di lingue, dèi e defunti, ciascuno con le sue abitudini, i suoi oggetti e i suoi pensieri. L’attuale guerra russo-ucraina ha messo in evidenza, una volta di più, la moltitudine di sfaccettature umane, sociali ed ecologiche della pace. Alcune di queste sono immediatamente associate all’identità della pace – come il disarmo e la democrazia – altre hanno un rapporto meno diretto ma, non per questo, meno stretto – come l’arte o il genere, per esempio. In un caso come nell’altro, comunque, non si tratta di un semplice legame, ma di una vera e propria identificazione: non si parla cioè di “pace e…”, con la e della congiunzione, ma di “pace è…”, col verbo essere a esprimere identificazione, perché la pace è arte, è disarmo, è religione…  Ci sono diversi modi di esercitare la pace, ma c’è una sola embriogenesi e il libro Direzione pace. Quindici voci contro la guerra offre un’illustrazione dell’embriogenesi della pace, ossia del suo processo di formazione e differenziazione per capire meglio, e agire, quella cultura di pace che è essenziale al nostro essere umanità e alla memoria generazionale. Ecco che, affiancare al racconto del male il controcanto di una narrazione della pace impaziente di futuro significa fare memoria di quello che è ancora da fare, per parafrasare il filosofo tedesco Ernst Bloch.

Direzione Pace. Quindici voci contro la guerra nasce da una rubrica settimanale de la Repubblica Parma che, inaugurata poche settimane dopo l’inizio della guerra russo-ucraina, si è proposta di studiare alcuni volti della pace attraverso interviste a “gente del mestiere”. Il libro, che amplia e arricchisce l’impianto della rubrica giornalistica, tratta di pace e arte (con Francesco Camattini), pace e civismo (Danilo Amadei), pace e cura (Franco Masini), pace dialogo interreligioso (Mario Menin), pace e diritto (Antonio D’Aloia), pace e disarmo (Francesco Vignarca), pace e donna (Roberta Maggiali), pace ed ecologia (Enrico Ottolini), pace ed economia (Stefano Magagnoli), pace ed educazione (Aluisi Tosolini), pace e informazione (Marco Deriu), pace e lotta antimafia (Luigi Ciotti), pace e scienza (Roberto Fieschi), pace e superamento delle frontiere (Emilio Rossi), pace e testimonianza (Alex Zanotelli).

Curato da Novita Amadei (consulente nell’ambito delle migrazioni internazionali, giornalista e scrittrice), con la prefazione di Simonetta Gola Strada (Emergency), Direzione pace. Quindici voci contro la guerra si presenta come un’opera saggistica breve, incisiva e di qualità, in cui il corredo di fotografie e i testi si richiamano e si completano vicendevolmente in un polifonico canto alla pace e per la pace.

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