NON REAGIAMO ABBASTANZA! L’ACCORATO APPELLO DELLA LAUDATE DEUM di Antonella Bachiorri –  CIREA, Laboratorio di ricerca interdisciplinare per l’educazione ambientale alla sostenibilità – Università di Parma

di BorgoAdmin

“…Mi rendo conto che non reagiamo abbastanza…perché il mondo “… forse si sta avvicinando ad un punto di rottura.” Con questa riflessione si apre la Laudate Deum, l’esortazione apostolica sulla crisi climatica rivolta “a tutte le persone di buona volontà” pubblicata il 4 ottobre a otto anni dall’enciclica Laudato si’. In questo documento papa Francesco ricorda che i cambiamenti climatici sono “… un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana” e porta l’attenzione alla responsabilità dell’uomo che non può essere messa in dubbio, nonostante “…opinioni sprezzanti e irragionevoli …anche dentro la Chiesa cattolica”. Nel capitolo 1 vengono richiamate le conoscenze attuali sui cambiamenti climatici, riconducibili ai più recenti documenti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, vengono ricordati due principi già più volte enunciati dal pontefice: “tutto è collegato” e “nessuno si salva da solo” e viene sottolineata la necessità di “una visione più ampia” che permetta di prestare attenzione agli effetti talvolta inimmaginabili delle nostre azioni. Queste sottolineature formano la cornice di riferimento per le argomentazioni del pontefice, che nel capitolo 2 riprende la sua critica alla visione tecnocratica di un mondo “senza limiti” che si muove ricercando quella “crescita infinita o illimitata che tanto ha entusiasmato gli economisti” e che può essere contrastata mettendo in campo un “pungiglione etico”. Il capitolo 3 prende atto della crisi e della debolezza della politica internazionale, che tuttavia non devono alimentare sfiducia in quanto “è deplorevole che le crisi globali vengano sprecate quando sarebbero l’occasione per apportare cambiamenti salutari”. Tali crisi, infatti, dovrebbero piuttosto alimentare il bisogno di ripensare i processi decisionali in una differente prospettiva. Nel capitolo 4 papa Francesco ripercorre il cammino svolto dalla comunità internazionale (dalla Conferenza di Rio del 1992 e dalla COP21 di Parigi del 2015), che tuttavia evidenzia un basso livello di attuazione dei buoni propositi enunciati, anche per mancanza di adeguati meccanismi di controllo. Ma questi fallimenti non devono alimentare la sfiducia: l’attenzione si sposta al futuro (capitolo 5) relativamente al quale papa Francesco non nasconde la sua preoccupazione, pur non rinunciando ad avere fiducia nel lavoro della diplomazia, grazie alla quale la Conferenza di Dubai (in programma a breve), può diventare “un punto di svolta” e mostrare la “nobiltà della politica e non la sua vergogna”. La Laudate Deum si conclude (capitolo 6) con un invito rivolto ai fedeli di tutte le religioni. E’ necessario riscoprire il mondo nelle relazioni tra esseri umani e le altre specie e quindi acquisire la consapevolezza che “la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature”. L’esortazione apostolica chiude con l’invito ulteriore all’impegno per modificare gli stili di vita. Un impegno che “non produce immediatamente un effetto molto rilevante…” ma “…contribuisce a realizzare grandi processi di trasformazione che operano nel profondo della società” e che, unitamente alle “indispensabili decisioni politiche,” potranno traghettarci “sulla strada della cura reciproca”.

Una semplice riflessione “a caldo” su questo documento è sufficiente a far emergere alcuni temi che caratterizzano l’impegno di papa Francesco: l’attenzione alla scienza, l’urgenza di affrontare un’unica crisi socio-ambientale, la critica al paradigma tecnocratico, la volontà di prendersi cura della casa comune. L’invito personale che rivolgo è quindi quello di leggere con attenzione la Laudate Deum, facendone emergere quelle molteplici sfaccettature che ci possano spingere come singoli individui, professionisti e/o membri di differenti comunità, a diventare parte attiva di quel cambiamento necessario per costruire i molteplici futuri che abbiamo davanti, nella speranza che possano essere equi e sostenibili per tutti i viventi.

Dalla stessa sezione

Lascia un commento