GIOVANI ALLA RIBALTA: UNO, NESSUNO, CENTOMILA …..di Riccardo Campanini

di Riccardo Campanini

 Per diverso tempo –da quando esiste un “mondo giovanile” autonomo e separato da quello degli adulti –  è andato di moda etichettare i giovani con sigle e slogan tanto accattivanti quanto approssimativi: la generazione della contestazione e dell’impegno (anni ’60 e ’70), poi quella del “riflusso” (anni ’80, ) poi ancora, saltando in avanti di qualche decennio, quelli della “generazione Greta”… Ma ormai persino queste etichette così generiche non valgono più, perché il mondo giovanile, nelle sue tante e spesso contraddittorie espressioni, non offre più di se stesso una rappresentazione sufficientemente valida e omogenea. La conferma di questa difficoltà ad interpretare le nuove generazioni emerge anche dal confronto tra due recenti consultazioni elettorali in cui i giovani sono risultati decisivi, ma in modo del tutto opposto: alle elezioni italiane di fine settembre, a prevalere tra gli under 30 è stato infatti l’astensionismo, che ha indirettamente favorito le scelte politiche degli adulti e degli anziani; viceversa, le recenti elezioni di mid-term negli Stati Uniti si sono caratterizzate per una inedita e sorprendente partecipazione al voto dei giovani a difesa della democrazia e dei diritti civili, che, secondo gli analisti, è stata decisiva nel contrastare il previsto successo dei repubblicani. Ma questa apparente contraddizione nel comportamento dei giovani (o forse nella loro interpretazione) emerge anche da altri dati. Ad esempio, proprio mentre continuano le polemiche sul reddito di cittadinanza, e sulla presunta tendenza dei giovani che ne usufruiscono a “bivaccare sul divano”, dalle statistiche sull’emigrazione emerge invece che negli ultimi anni milioni di giovani italiani (e non solo del Sud) hanno lasciato il nostro Paese per cercare fortuna all’estero lasciandosi alle spalle famiglie, abitudini, lingua materna. Altro che divano…

Proprio ai giovani è stato dedicato il primo incontro con i nuovi Assessori comunali che il nostro Circolo ha deciso di organizzare come ideale seguito dell’”Agenda Parma 2022”;  e il confronto che si è realizzato nell’occasione tra l’Assessora Aimi e i tanti giovani presenti al Centro giovani “Federale” (v. articolo di Silvana Giannetti) può davvero rappresentare una chiave di lettura importante per capire qualcosa di più del mondo giovanile di oggi, al di là delle luci ed ombre sopra richiamate .In particolare, è stato significativo il “messaggio”, condiviso da tutti i presenti a prescindere dal loro ruolo, che i giovani sono disposti ad impegnarsi, e a farlo con passione e generosità, quando sentono di poter contare, di portare qualcosa di nuovo e originale, di incidere sulla realtà per cambiare le cose; altrimenti scelgono il disimpegno, la fuga (che talvolta significa devianza e dipendenze varie) o, appunto, partono per costruirsi una vita migliore da qualche altra parte. Sta quindi agli adulti, alle istituzioni, alle agenzie formative e educative realizzare le condizioni per consentire ai giovani di esprimere pienamente se stessi e dare il proprio contributo per realizzare un mondo e una società migliori. Allora, forse, il nostro Paese, impoverito e immalinconito da un crescente invecchiamento della popolazione, assisterebbe ad un provvidenziale rientro dall’estero di “capitali umani” – non meno importanti e preziosi di quelli depositati in qualche paradiso fiscale – e ad un rinnovamento generazionale ormai improcrastinabile. E scoprirebbe che, molto probabilmente, il vero problema non sono i divani dei giovani, ma le poltrone – perennemente occupate – degli adulti.

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