Crocevia Aprire le porte al futuro di Riccardo Campanini 10 Dicembre 2015 di Riccardo Campanini 10 Dicembre 2015 Non è certo per seguire una moda passeggera che i mezzi di informazione – compresa, nel suo piccolo, questa newsletter – dedicano in questo periodo una particolare attenzione a temi religiosi, e specialmente all’attività e alla predicazione di Papa Francesco. In un momento storico particolarmente difficile, in cui la politica non riesce a trovare soluzioni ai drammatici problemi posti dall’attualità e, come conferma l’esito delle elezioni amministrative francesi, è forte la tentazione di “guardarsi indietro”, l’unica voce capace davvero di prospettare un futuro diverso e migliore è appunto quella del Pontefice. Che, proprio per questo, incontra la “simpatia” di tanti laici orfani delle grandi ideologie progressiste del XX secolo, che ritrovano nelle parole e nei gesti del Papa argentino quella forza profetica che la politica sembra avere smarrito. Eppure, per quanto importante e preziosa, la voce della Chiesa non può sostitute il contributo che alla costruzione di un mondo migliore devono garantire gli uomini e le donne “di buona volontà” impegnati nella società e nelle istituzioni a livello locale, nazionale e internazionale. Ecco perché l’anniversario, che cade proprio in questi giorni, dei 50 anni della conclusione del Concilio vaticano II è l’occasione per formulare un auspicio e una speranza: come mezzo secolo fa la Chiesa seppe tenere a freno i “profeti di sventura” imparando dalla cultura del suo tempo a guardare con fiducia e ottimismo alle realtà terrene e alle grandi trasformazioni che stavano segnando quell’epoca, così oggi, a ruoli invertiti, è la cultura “laica” – quella che anima la politica, ma anche l’economia, l’informazione, la cultura- che può e deve imparare dalla Chiesa (o almeno da quella impersonificata da Papa Francesco) a respingere le tentazioni della paura, dell’autosufficienza, della chiusura nei confronti dell'”altro”. In questo senso – a dispetto di talune “censure” nei confronti della Festa che tra poco verrà celebrata – non vi è dubbio che il Natale, sempre e particolarmente quest’anno, non sia solo una ricorrenza religiosa, ma anche un’occasione per tutti, credenti e non, di rinnovare la fiducia nella possibilità di costruire un mondo di pace e di giustizia, purché ognuno faccia la sua parte, piccola o grande che sia. E di fronte all’obiezione che si tratta solo dell’ennesima illusione, destinata a svanire presto, si può rispondere con una domanda: chi, solo alcuni anni fa, poteva prevedere o immaginare che nel 2015 un Papa argentino avrebbe inaugurato il Giubileo straordinario della Misericordia nella Cattedrale di Bangui?! La storia – o, per chi crede, lo Spirito Santo – ha molta più fantasia di quanto “noi umani” possiamo immaginare. Riccardo Campanini 0 FacebookWhatsappEmail post precedente Venerdì 11 dicembre ore 14.15: Combattere i paradossi globali del cibo per un futuro più sostenibile post successivo Considerazioni politiche in libertà Della stessa sezione LA DEMOCRAZIA È ETERNA. FINCHÈ DURA di Riccardo... 8 Giugno 2023 CHI SI SIEDE E’ PERDUTO di Riccardo Campanini 24 Maggio 2023 LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN TRENTINO di... 11 Maggio 2023 SPERIAMO CHE SIA FEMMINA di Riccardo Campanini 26 Aprile 2023 TARDINI E DINTORNI (MA NON E’ L’ARENA) di... 12 Aprile 2023 BORSA E BORSEGGI: TRA IMBROGLIO E PREGIUDIZIO di... 30 Marzo 2023 IL NAUFRAGIO DELLA RAGIONE di Riccardo Campanini 15 Marzo 2023 FERMIAMO LA GUERRA (ALLA SCUOLA) di Riccardo Campanini 2 Marzo 2023 LA REPUBBLICA DI SANREMO di Riccardo Campanini 15 Febbraio 2023 ITALIA ED EUROPA: DIVERSI DA CHI? di Riccardo... 1 Febbraio 2023