DAL G7 A “C’È POST(O) PER TE”:  IL MIRACOLO (AL CONTRARIO) DI SANGIULIANO  di Riccardo Campanini

di BorgoAdmin

San Paolo (l’apostolo), per confessare il proprio passato di persecutore dei cristiani e la successiva conversione alla fede in Gesù, scelse di scrivere una lettera (ai Galati), che, dopo quasi due millenni, è ancora letta e ricordata in tutto il mondo;  Sangiuliano (l’ex-Ministro), per rendere pubblico il proprio tradimento – nei confronti  della moglie e del Governo di cui faceva parte – e il successivo pentimento, ha preferito invece sottoporsi in diretta TV ad un’intervista strappalacrime, a metà strada tra le trasmissioni di Maria De Flippi e le ben più drammatiche “confessioni” pubbliche dei regimi totalitari;  ma, a dispetto dei milioni di spettatori, è difficile immaginare che la sua apparizione televisiva possa essere tramandata ai posteri. Proprio il progressivo oblio che ha accompagnato questa vicenda – a bocce, anzi a Boccia ferma, come si suol dire – permette ora di analizzarla con il necessario distacco e di affrontare uno dei temi ad essa connessi, ovvero quello del presunto “complotto” che avrebbe colpito il povero Sangiuliano; complotto causato, così si mormora, dal suo tentativo di contrastare una certa “egemonia culturale” che regnerebbe nel nostro Paese.  Ora, a parte che questa presunta egemonia è tutta da dimostrare, va evidenziato come in un Paese come l’Italia, ricco di un patrimonio culturale unico al mondo, compito principale di un Ministro della Cultura dovrebbe appunto essere quello di salvaguardare, promuovere e valorizzare questo immenso patrimonio e non di rimediare a presunti “torti” inflitti a (ipotetiche) eccellenze penalizzate per la loro collocazione politica. Per fare un esempio, sono noti i tentativi del Governo in carica di promuovere in tutti i modi possibili una Direttrice d’orchestra “vicina” al Partito del primo Ministro, come se altre “bacchette” italiane ben più famose ed acclamate in tutto il mondo dovessero il loro successo non al loro grande talento ma a fantomatiche protezioni politiche.  E d’altronde fino a pochi mesi fa la carica di Sottosegretario alla Cultura –su nomina proprio di Sangiuliano – era ricoperta da un notissimo critico d’arte, del quale tutto si potrà dire ma non che sia “oscurato” dai mass-media o dal circuito culturale italiano (difficile trovare una mostra d’arte nella quale non compaia il suo nome come curatore o consulente) . Ma c’è anche chi pensa, forse non a torto, che questa “battaglia” culturale contro l’establishment nasconda in realtà una ben più prosaica, e tutt’altro che rivoluzionaria, esigenza di trovare poltrone ed incarichi per amici, parenti e benefattori….

Allora, se è possibile rivolgere un appello al nuovo Ministro della Cultura: per favore, lasci stare le inutili battaglie contro il cosiddetto mainstream – anche perché, in un contesto democratico come quello italiano, non saranno certo un Governo o un Ministro a cambiarlo – e dedichi invece tempo ed energie alla valorizzazione della straordinaria ricchezza culturale che secoli, anzi millenni di artisti ed artigiani hanno prodotto e lasciato in eredità alle generazioni future .E’ questo il modo migliore per essere davvero, e non a parole,  “patrioti”.

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