Nuova Parrocchia n. 32 Santa Maria Madre della Chiesa VERBALE DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE SUI TEMI DEL SECONDO ANNO DEL CAMMINO SINODALE

di BorgoAdmin

VERBALE DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PASTORALE

SUI TEMI DEL SECONDO ANNO DEL CAMMINO SINODALE

Nella seconda fase del Cammino sinodale delle Chiese in Italia, denominata fase sapienziale, il Consiglio pastorale della Nuova Parrocchia n. 32 si è riunito per affrontare il tema della corresponsabilità, uno dei tre indicati dall’Équipe sinodale diocesana.

A questo proposito è stato letto il seguente testo:

TEMA 3: LA CORRESPONSABILITA’

Si vorrebbe far parte di una comunità ecclesiale in cui ci si possa sentire protagonisti, non «spettatori» (S.D.).

Molti gruppi sinodali hanno espresso li desiderio di una Chiesa corresponsabile a vari livelli e hanno sottolineato che la condivisione della responsabilità rappresenta un aspetto centrale per immaginare una Chiesa rinnovata. In modo particolare viene sottolineata l’importanza di una maggiore condivisione delle responsabilità da parte dei parroci, visti come “uomini soli al comando.” La valorizzazione dei laici a tutti i livelli emerge come un nodo centrale per dare attuazione alla Chiesa conciliare (S.D.).

Dalla lettura dei contributi si evince la convinzione che esistano ampi margini per migliorare e rendere più partecipati e responsabilizzanti i processi che portano all’ascolto e alia elaborazione delle «parole che precedono l’ultima». Una strada che si vuole sicuramente percorrere è quella di rilanciare e “risignificare” i consigli pastorali, parrocchiali e diocesano, che spesso non funzionano o hanno poca rilevanza. I consigli dovrebbero avere un ruolo più incisivo rispetto a tutti gli aspetti della vita ecclesiale, e dovrebbero poter esercitare anche funzioni decisorie. Molto spesso, invece, non esercitano realmente nemmeno una funzione consultiva (S.D.).

È importante costruire un modello istituzionale sinodale come paradigma ecclesiale di destrutturazione del potere piramidale che privilegia le gestioni unipersonali. L’unica autorità legittima nella Chiesa deve essere quella dell’amore e del servizio, seguendo l’esempio del Signore (CE Argentina) (Documento di lavoro per la Tappa Continentale).

  • Quali sono le differenze tra collaborazione e corresponsabilità? Come passare dalla collaborazione alla corresponsabilità?
  • In una Chiesa che è nello stesso tempo sinodale e gerarchica, come vivere l’esercizio dell’autorità?
  • Come fare in modo che gli organismi di partecipazione siano uno spazio di autentico discernimento spirituale?

 

Dopo una attenta rilettura personale, si è iniziato a sviluppare la conversazione spirituale in tre fasi.

PRIMA FASE: PRENDERE LA PAROLA

Ogni componente del Consiglio pastorale fa un intervento su quanto letto senza che vi sia nessun tipo di dibattito.

F.B. parte con il dire che fa fatica a dare delle risposte alle tre domande appena lette ma in ogni modo prova a darne in questo modo:

  • Sulla prima domanda possiamo dire che il collaboratore è chi aiuta e non chi “comanda”, mentre la corresponsabilità è il mettersi in ascolto e prendere delle decisioni condivise.
  • Sulla seconda domanda possiamo dire che l’autorità è la massima espressione del servizio e chi ha autorità ha bisogno di tante preghiere.
  • Infine sulla terza domanda possiamo dire che tenendo aperte le dimensioni del sogno attraverso la Parola di Dio possiamo trovare lo spazio di un autentico discernimento spirituale.

 

R.L. prova a dare una risposta alla terza domanda affermando che ha concepito la parola “spazio” come un bisogno di trovare un centro ovvero un metodo, come per esempio il dialogo con la Parola ma allo stesso tempo non fare solo quello perché può sembrare un distaccato del vissuto: si rischia di trovarsi in una fede un po’ bloccata.

Nella corresponsabilità c’è un impegno reciproco: chi ha autorità non è da solo e senza la consultazione non c’è molto di incisivo.

 

E.B. rispondendo alla prima domanda afferma che la corresponsabilità è indispensabile per combattere il clericalismo (troppo potere al clero) e laicismo (inconcepibili frasi come “a me non tocca perché è competenza del prete”). C’è bisogno di un cambio di mentalità: occorre che i laici maturino la corresponsabilità e abbiano maggiori consapevolezze; occorre individuare i ruoli, gli indirizzi e la corresponsabilità non va improvvisata ma va programmata e a questo proposito è importante la formazione, la quale permette di essere consapevoli di quello che si va a fare.

Sulla seconda domanda risponde invece dicendo che l’autorità all’interno della Chiesa è intesa come gerarchia e l’autorità che Cristo ha dato alla Chiesa è quella di evangelizzare in forza del Battesimo.

Infine sulla terza domanda risponde dicendo che ciò è possibile attraverso il discernimento e si prendono le decisioni con buon senso; bisogna vedere le cose con gli occhi di Dio ed il discernimento deve essere individuale e comunitario.

 

M.M. in merito alla prima domanda afferma che sarebbe bello allargare la base della collaborazione, ma deve essere una collaborazione volontaria e non imposta. La corresponsabilità vuol dire fare scelte insieme a volte anche difficili. C’è bisogno di un ascolto umile e attento, ascolto tra di noi più profondo: laico-laico e laico-sacerdote e questa fase dell’ascolto deve aumentare il dialogo il quale a volte è difficile. Bisogna abbattere pregiudizi ed incomprensioni e anche le maldicenze: bisogna sempre parlare dei problemi e mai nasconderli (il Sinodo è fatto di ascolto per arrivare insieme a qualcosa di importante). Il sacerdote deve essere al vertice e moderare i segni e saperli interpretare: il sacerdote deve ascoltare maggiormente e deve saper orientare.

Invece sulla seconda domanda afferma che gli organismi di partecipazione soffrono molto del distacco e bisogna essere più capaci di dialogare.

 

S.F. vuole dire semplicemente due parole: amore e servizio. La collaborazione non è responsabilità ma con il tempo lo diventa, senza doppio fine, ma bisogna arrivare, tramite decisioni importanti, ad un obiettivo.

La gerarchia è fondamentale perché chi prende la decisione ci deve essere e deve fare da collante. Questo vertice deve avere però umiltà per partecipare e collaborare con chi è alla base e con tutti i gradi della piramide.

Il discernimento è frutto del lavoro personale: se metto in pratica la Parola di Dio metto a frutto i talenti.

 

S.F. premettendo che non vuole fare polemica, afferma che tutti questi temi sulla corresponsabilità erano già stati trattati sessant’anni fa nel 1964 nella Costituzione del Concilio Vaticano II Lumen Gentium al capitolo 37, ma anche al numero 10 del Decreto Apostolico dei Laici (anno 1965).

 

D.M. afferma che il “tanti” può creare confusione ma la corresponsabilità si può attuare con la via sapienziale e coltivando la collaborazione si arriva alla corresponsabilità: una via è quella della esperienza e non quella teorica; l’altra via è la via della fede (l’obbedire della fede).

 

SECONDA FASE: USCIRE DA SE’

In questa fase i membri del Consiglio indicano che cosa ha colpito degli interventi ascoltati nella prima fase.

 

TERZA FASE: COSTRUIRE INSIEME

Bisogna esprimere che cosa di questa seconda fase ci ha colpito maggiormente e che cosa possiamo pensare di fare in futuro.

R.L. afferma che l’ascoltarsi senza controbattere è un metodo che funziona.

E.B. afferma che bisogna rivedere i Consigli parrocchiali perché così non funzionano: i Consigli non devono approvare solo bilanci ma devono cambiare ruolo in relazione alla corresponsabilità.

M.C. ribadisce che per avere una Chiesa diversa fondamentale è la formazione.

Anche per S.F. c’è bisogno di avere voglia di formarsi.

Sempre a proposito di formazione F.B. afferma che ora la stessa è possibile anche in modalità on-line. Ma in ogni modo la metodologia utilizzata in questa giornata è da estendere a tutte le altre riunioni: iniziare con la preghiera, ascoltare la Parola di Dio, ascoltarsi a vicenda, ascoltare le competenze, saper dialogare; la collaborazione “crea incontri”.

Fabrizio Zappavigna

Segretario del Consiglio pastorale della Nuova Parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa

 

 

 

 

 

 

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