MIGRANTI: REALTA’ E PROPAGANDA   di Lucia Mirti

di BorgoAdmin

Tiene banco ormai da diversi anni il tema delle migrazioni, che emerge periodicamente in modi più o meno drammatici enfatizzati dal termine “emergenza”, quando ormai da anni è evidente (al netto di fini esclusivamente elettorali di talune forze politiche) che le migrazioni sono un fenomeno strutturale da affrontare con  una condivisione di intenti e strategie sia all’interno dei singoli parlamenti di ogni Stato europeo, sia all’interno dell’Europa. Ideologizzare il tema è stato l’errore politico più grave che si sia stato fatto, causando mancanza di dialogo tra le parti politiche interne agli Stati e tra i governanti degli Stati stessi, oltre che creare una enorme  frattura sociale.   Il cardinal Zuppi recentemente in un pubblico dibattito ha individuato la questione migratoria come una grande questione nazionale, che richiede la cooperazione di tutte le forze politiche. Parole che nella loro essenza “politica” scuotono gli animi – anche dei timidi cattolici -. Le proposte da parte dell’ opposizione non mancano, nella consapevolezza che occorre una Politica forte e non contraddittoria per cercare non semplici soluzioni  che comunque prevedono una cornice di cooperazione europea: se l’Europa non fa l’Europa  i problemi sono enormi per tutti. Bene ha fatto Mattarella ha definire preistoria il trattato di Dublino “peraltro mai modificato in tutti questi anni!

Cutro ha rappresentato una pietra miliare di indifferenza e di sfregio ai diritti umani, ma la vera sfida è guardare oltre il salvataggio delle vite (scontato?): accogliere “soltanto” non basta. Occorre quanto il Decreto Cutro e la susseguente normativa ha eliminato: nei centri di accoglienza non vi è più  assistenza psicologica, mancano i mediatori culturali, i corsi di formazione territoriale e linguistica: la sola assistenza sociale non dispone di  strumenti specifici fondamentali per i minori non accompagnati. Inoltre è relativamente facile abbandonare il centro (dove attualmente vivono tutti insieme donne, uomini, adulti e minori) diventando quindi irregolari a tutti gli effetti.  Nell’ultimo decreto (124/2023) balza all’occhio che i CPR (centri per il rimpatrio) vengono definiti “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale” previste dal Codice dell’Ordinamento Militare. In pratica, potranno essere attivate quelle “procedure di somma urgenza”, che il nostro ordinamento prevede al verificarsi di “pericoli imprevisti” che determinano “rischi per l’incolumità pubblica”: insieme alle alluvioni ed ai terremoti, da oggi anche i migranti!  A Parma vi sono oltre 1.200 migranti di cui più della metà nel capoluogo, e quasi un centinaio i minori non accompagnati: le amministrazioni (e non tutti i Comuni sono disponibili all’accoglienza, ragione per cui il centro di Martorano, con tutti i suoi limiti,  diventa una necessità)  fanno fronte a tutte le problematiche dell’accoglienza  “a mani nude”, senza risorse che il Governo non fornisce, senza mediatori culturali, con  i bandi per l’accoglienza deserti perché prevedono tariffe troppo basse. Lo slogan “porti chiusi” lascia  il tempo che trova, quando le persone comunque arrivano sui territori ed i Prefetti, insieme alle amministrazioni, devono fronteggiare il fenomeno:  sindaci e presidenti di Regione di ogni colore politico  stanno evidenziando i gravissimi limiti delle politiche governative.

Affrontare il fenomeno migratorio va senz’altro coniugato con la protezione delle fasce più deboli della  popolazione, che devono non sentirsi abbandonate o peggio messe in pericolo dal fenomeno migratorio. Fa riflettere il recentissimo sondaggio di SWG sondaggio_swg.pdf sul fenomeno migratorio ove  rileva che il 34% giudica troppo debole la linea governativa  ed un italiano su tre ritiene necessario rimpatriare immediatamente tutti coloro che  illegalmente arrivano in Italia, mentre sui centri di permanenza per il rimpatrio le opinioni si dividono in due, forse nella consapevolezza che i rimpatri sono costosissimi e difficilmente attuabili su numeri importanti. Si deve pensare che il Governo, piuttosto che  affrontare  responsabilmente un problema di tale entità (con il rischio di perdere consenso) preferisca alimentarlo (con conseguente incetta di voti) incurante delle conseguenze per tutti?

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