IL PNRR A PARMA: INTERVISTA ALL’ASSESSORE DE VANNA a cura di Monica Cocconi

di BorgoAdmin

Assessore, facciamo il punto sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quali sono le difficoltà maggiori nella sua attuazione nel settore dei lavori pubblici?

Quando si parla di investimenti pubblici (che cubano, voglio ricordarlo, il 7% del PIL) molto spesso viene evocata la storica difficoltà della Pubblica Amministrazione nel traguardare l’obiettivo della semplificazione e soprattutto dell’efficienza. Certamente questo è un profilo da non sottovalutare nella sua oggettività, aggravato peraltro dalle nuove procedure europee che impongono meccanismi di rendicontazione particolarmente complessi. Tuttavia vorrei porre l’attenzione su un altro aspetto, a mio avviso non meno importante e non sufficientemente analizzato: il sottodimensionamento della macchina amministrativa, privata nel corso degli anni di competenze e professionalità specifiche, in particolare quelle di natura tecnica, assorbite quasi totalmente dal mercato privato a causa delle retribuzioni del comparto pubblico e da una lunga stagione di blocco del turn-over che impedito lo svolgimento dei concorsi e le assunzioni. Una politica miope di risparmio e di tagli draconiani ha ridotto significativamente la capacità della Pubblica Amministrazione di spendere in modo efficace le risorse, con un danno anche economico per lo sviluppo del Paese su cui gli analisti – e gli autori della spending-review – non riflettono adeguatamente.

Qual è lo stato di attuazione del PNRR a Parma e in quale fase si trova la nostra città?

A Parma, per fortuna, siamo sin qui in linea con tutte le scadenze stabilite dal PNRR. Questa è la fase dell’ultimazione della progettazione di tutti gli interventi – dalle scuole alle strutture sportive fino alle riqualificazioni di ex sedi di quartiere – e dell’avvio delle gare, con l’affidamento dei lavori. Il Comune di Parma ha beneficiato di contributi pari a 72 milioni di euro per 33 progetti da realizzare entro marzo 2026. Come dice il Sindaco Guerra, una “sfida titanica”, che stiamo affrontando grazie all’abnegazione degli uffici – dai dipendenti fino ai Dirigenti – e anche grazie al piano delle nuove assunzioni che darà un po’ di respiro ad una struttura che ha profili di eccellenza tecnica ma che è in una condizione di affanno rispetto alla programmazione storica, penso ad esempio ai progetti non finanziati dal PNRR che non devono e non possono restare indietro.

Quali sono i progetti principali che saranno realizzati e in quale orizzonte ci collocano?

 Con il PNRR renderemo Parma una Città più inclusiva, più sostenibile e più europea. Con la nuova scuola nel Parco e due nuovi asili nido, all’Eurosia e a Parma Mia, avremo contenitori educativi in linea con i più avanzati standard ambientali a livello europeo; con gli interventi al Palasport otterremo una struttura che consumerà meno energia e sarà molto più accogliente; con la nuova Palestra per tutti garantiremo che la pratica sportiva diventi effettivamente accessibile ed inclusiva, aperta anche alle persone con disabilità; con il recupero del sotto-crociera dell’Ospedale Vecchio restituiremo all’Oltretorrente un luogo della memoria che genererà un impatto significativo per tutto il quartiere; con nuove piste ciclabili renderemo la Città più vivibile e ancora più a misura di persona.

Quali sono rischi principali che può incontrare l’attuazione del PNRR nel settore dei lavori pubblici?

Il rischio più grande è che in un mercato gonfiato dal bonus 110 le imprese più serie ed affidabili, dovendo fare delle scelte, decidano di non concorrere alle gare per i progetti PNRR. È un rischio che il Governo potrebbe scongiurare con un sistema di certificazioni che attestino più selettivamente il grado di affidabilità di un’impresa. Ora dobbiamo affidarci ad un sistema di controlli efficace, a figure esperte che dall’interno degli uffici possano svolgere l’incarico di direzione dei lavori, ad una programmazione anche di natura economica che ci consenta di far fronte all’aumento dei prezzi e all’inflazione. Non da ultimo, mi permetto di segnalare la necessità di garanzie più solide nei confronti dei funzionari, e in particolare dei Responsabili Unici del Procedimento, che spesso assumono responsabilità enormi, in un contesto normativo che non sempre li ha protetti da una certa “cultura del sospetto”. Non è un caso che il nuovo Codice degli Appalti Pubblici, tra luci e ombre, sancisca tra i principi fondamentali della materia quello del ‘risultato’ e quello della ‘fiducia’.

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