SPERANZA IN UN FUTURO MIGLIORE di Rahaf Hamadouche

di BorgoAdmin

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di una studentessa di “Borgolab” che riprendendo il discorso di fine anno del Presidente Mattarella ne sottolinea l’importanza e l’attualità in vista della costruzione di un mondo di pace e di pacifica convivenza.

 Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto il consueto discorso di fine anno, esprimendo speranza per il futuro soffermandosi sulle preoccupazioni che affliggono l’Italia e il mondo. Ha affrontato diversi temi come la guerra, la violenza, i valori che sono alla base della Costituzione italiana e l’importanza di partecipare alla vita civile. Egli ha sottolineato che la guerra non fa altro che portare odio, continua tutt’oggi a persistere nel mondo influenzando il presente e il futuro della nostra comunità. La cosa più grave è che la guerra non comprende solo i morti in battaglia ma anche i civili. Condannare la guerra non significa rinunciare a difendere i propri valori, ma trovare delle soluzioni pacifiche. La violenza sia quella che riguarda le donne, la guerra o le manifestazioni di rabbia dimostra l’incapacità dell’essere umano di poter comunicare e gestire i conflitti attraverso il dialogo in modo razionale e rispettoso. I giovani, come ha detto il Presidente, sono la speranza della società soprattutto per la loro energia e la voglia di cambiare il mondo e farlo evolvere. Ma è anche vero che bisogna garantirgli una buona istruzione e formazione e dargli l’opportunità di partecipare attivamente alla vita civile. E’ importante esercitare i nostri diritti, in particolare il voto, perchè ci permette di contribuire alla crescita di questo Paese promuovendo un cambiamento positivo. Attraverso l’educazione alla tolleranza e al rispetto reciproco, si può sperare in una società in cui le differenze non siano fonte di conflitto, piuttosto di arricchimento e crescita. In questo modo, si può lavorare insieme per costruire un futuro in cui il dialogo e la cooperazione prevalgano sulla violenza e sulla guerra.

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