SITUAZIONE DELL’ECONOMIA E LEGGE DI BILANCIO  di Alfredo Alessandrini

di BorgoAdmin

La nota di aggiornamento del documento di Economia e Finanza, cornice della Legge di Bilancio 2024, presenta un quadro sicuramente difficile. Il Prodotto Interno Lordo 2023 si è ridotto allo 0,8% e nel 2024 all’1,2%. Peggiorano anche i dati relativi al deficit annuale e di conseguenza quelli del debito. Infatti il deficit sul PIL sale al 5,3%  nel 2023 e al 4.34% nel 2024; i due dati sono ben lontani dal parametro del 3% previsto dal Trattato di Maastricht. Anche il debito evidenzia una situazione difficile: infatti il debito sul PIL del 2023 si attesta al 140,2% e al 140,1% del 2024 anche questi superiori a più del  doppio del parametro del debito fissato da Maastricht.In questo quadro macroeconomico è ovvio che la legge di bilancio doveva essere prudente, pena lo scatenarsi della finanza internazionale attraverso la crescita dello spread. Tant’è che da alcuni giorni lo spread è aumentato viaggiando attorno ai 200 punti base con un tasso dei BTP che arriva a superare il 5%. Il Ministro dell’Economia richiama continuamente i suoi Colleghi di Governo alla prudenza ed è la posizione normale in questa situazione. Ma una riflessione su alcuni punti della bozza di Legge di Bilancio va fatta.

In questa situazione difficile le poche risorse a disposizione come dovevano essere destinate? E’ qui che si concentra la nostra attenzione per valutare criticamente le scelte fatte o meglio quelle non fatte. La manovra arriva a 28 miliardi con 15,7 miliardi di extra deficit (e quindi di peggioramento del debito) e da tagli sulla Pubblica Amministrazione statale e locale per 5 miliardi,  altri 5 miliardi sulle spese dei vari ministeri e il resto da una manovra di anticipazione di spese dal 2024 al 2023. Le destinazioni più importanti sono il cuneo fiscale e i rinnovi contrattuali del pubblico impiego. Vi sono però due aspetti che in questa legge di bilancio vengono trascurati: la sanità e la scuola. Si è proceduto ai tagli lineari sulla spessa pubblica, che tanti problemi hanno creato nel passato, senza invece intervenire in modo mirato su interventi finalizzati a ridurre la spesa corrente improduttiva. Con i tagli lineari si colpiscono tutte le spese correnti  senza considerare il fatto che, come ci insegna John Kenneth Galbraith nel bel libro  La Buona Società , la spesa sanitaria e quella per la scuola sono proprio due spese correnti che erroneamente sono considerate tali e invece vanno assimilate totalmente a investimenti. Questo perché le spese correnti, soprattutto se improduttive, esauriscono la loro funzione nel breve periodo, mentre gli investimenti producono i loro effetti nel futuro e quindi forniscono prospettive di crescita alle giovani generazioni. E sono proprio le spese  destinate a scuola e sanità che generano valore per le generazioni future.  A queste considerazioni  va aggiunto anche che il Governo ha deciso di non riutilizzare per intero, per il sociale, le risorse non  spese  in altri capitoli del sociale stesso;  ad esempio i fondi non spesi per l’assegno unico  vengono solo in parte riutilizzati per la stessa finalità. Tutto questo mentre Eurostat certifica le difficoltà economiche e finanziarie del 63% delle famiglie italiane. A questo vanno aggiunte una serie di microtasse presenti sempre nella bozza di Legge di Bilancio.  Con la scelta dei tagli lineari vengono colpite tutte le spese e quindi anche scuola e sanità, oltre al sociale. Ed è questa la nostra critica di questa legge di bilancio. Non c’è una linea di politica economica ma un affastellamento disorganico di misure che non puntano alla crescita.

 

 

 

 

 

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