IL NUOVO ANNO: VISIONI, ATTESE, SPERANZE DEI GIOVANI di G.M.Pavanati, R. Hamadouche e M.Bonati

di BorgoAdmin

GIULIA MARGHERITA PAVANATI – Studentessa di Borgo Lab

 I diritti umani sono da tempo al centro della speculazione politica e se tutte le promesse fatte fossero state mantenute, le nostre vite sarebbero sicure e pacifiche, i nostri sistemi legali giusti e i nostri processi politici trasparenti e democratici, ai servizi degli interessi del popolo.

Quindi cosa mi aspetto dal nuovo anno? Vorrei un anno in cui la vita venga considerata non come un mero funzionamento d’organi, ma come un delicato equilibrio fatto di prese di posizione e di coscienza, in cui si difendono diritti e ideali, si affrontano rischi, si trova la felicità, si valorizzano i ricordi e si impara dal passato. Spero in un anno in cui un “no” rimanga tale e in cui nessun essere si arroghi il diritto di imporre il proprio volere su un altro, un anno in cui le debolezze non saranno un mezzo per affermare la propria forza.

Vorrei un anno in cui i bambini ridono fino a non respirare, in cui le ragazzine non si odiano guardandosi allo specchio, in cui gli anziani raccontano la loro vita ai nipoti, in cui i genitori amano I propri figli.

Guardo le immagini distorte di interi paesi distrutti e di gente che scappa dalle proprie case e mi auguro un anno che porti alla realizzazione di una società in cui i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità e in cui ciascun essere umano sia messo nelle condizioni di capire chi è e come comunicarsi agli altri, come esprimere i propri ideali e dare loro voce all’insegna del rispetto e della giustizia.

La storia ci insegna che la strada per la democrazia non è affatto pacifica. È invece intrisa del sangue di coloro che hanno combattuto per ottenerla e si sono sacrificati per il bene e la libertà comuni. A memoria d’uomo, ciascun popolo, gruppo o minoranza ha dovuto lottare per ottenere la libertà e/o il riconoscimento dei propri diritti e mi aspetto un anno in cui ciascuno di noi trovi in sé il coraggio delle proprie idee.

RAHAF HAMADOUCHE – Studentessa di Borgo Lab

 Per l’economia del 2023 non ho aspettative tanto positive dato che diversi grafici prevedono una grave recessione dovuta principalmente alla guerra iniziata nel 2022 tra la Russia e l’Ucraina, che porterà all’aumento dell’inflazione insieme all’aumento dei prezzi. Confido che in paesi come Iran e l’Afghanistan le tensioni tra Stato e società diminuiscano e che le proteste per i diritti vengano finalmente accolte insieme ai cittadini che non smettono di combattere per la propria libertà e i propri diritti. Paesi che possano finalmente ricordarsi che ad ogni essere umano spettano diritti senza distinzioni di sesso, etnia, lingua, religione, opinione politica. Paesi che invece di fare norme per cancellare i diritti, facciano leggi che possano garantirli.

Il cambiamento climatico che di anno in anno diventa un problema sempre più difficile da contenere: nel 2023 confido che i Paesi e le singole persone prendano sul serio questo problema, dato che ormai è davanti ai nostri occhi, cercando di trovare un modo per risparmiare e gestire l’acqua, un modo per preservare la biodiversità o optare all’utilizzo di fonti energetiche più pulite per ridurre l’uso dei combustibili fossili. Forse più che ricordarci del cambiamento climatico dobbiamo ricordarci che la Terra è l’unico pianeta di cui siamo a conoscenza per poter ospitare forme di vita grazie a risorse come l’acqua.

Quest’anno mi auguro che i governi che gestiscono Paesi pensando solo ai propri interessi non si dimentichino che stanno rappresentando dei cittadini, cittadini che stanno cercando di mandare avanti la loro vita, di mantenere il proprio lavoro per sostenere la propria famiglia. Ci sono giovani che stanno cercando di costruirsi un futuro nonostante tutto ciò che è successo negli ultimi anni, giovani che cercano di rimanere in piedi, giovani che ironizzano sulle situazioni non perché non comprendono la gravità di quello che sta succedendo ma perché è uno dei modi che hanno per riuscire a credere nel futuro. Sarò fiduciosa perché la speranza è l’ultima a morire, magari questi governi prenderanno in considerazione le classi più deboli che hanno bisogno di sostegno, i giovani, gli anziani, persone con disabilità perché è questo il loro compito, mandare avanti una nazione.

MAFALDA BONATI – Studentessa universitaria

 È appena iniziato il 2023 e questo periodo è momento di riflessioni e bilanci sul passato e aspettative sul futuro. Essendo un’inguaribile ottimista ho deciso di concentrarmi sugli auguri positivi per l’anno che verrà.

Come prima cosa mi auguro che termini la guerra in Ucraina, che finalmente, dopo quasi un anno si riesca a porre fine a questo conflitto che sta inutilmente mietendo vittime. Questo augurio è ovviamente esteso a tutti i conflitti più o meno importanti attualmente in corso nel mondo.

In secondo luogo, spero che si riesca a porre rimedio a tutte le situazioni di instabilità politica: attualissima è la notizia dei disordini in Brasile. La speranza è che condizioni di questo tipo possano non essere più all’ordine del giorno, e, al contempo, che i governi stabili riescano a risolvere i reali problemi della popolazione.

In questo 2023, inoltre, è importante che non passi in secondo piano la questiona ambientale: si devono continuare a cercare soluzioni per problemi come il surriscaldamento globale, l’inquinamento e l’esaurimento dei combustibili fossili.

Infine, l’ultimo auspicio per questo 2023 è quello di riuscire a lasciare finalmente nel passato il Covid-19 che, drammaticamente, nell’ultimo periodo sta ricominciando a dilagare.

 

 

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