LE RICADUTE DELLA LEGGE DI BILANCIO di Alfredo Alessandrini

di BorgoAdmin

La legge di bilancio, in larga parte, prosegue le linee tracciate dai vari provvedimenti di Mario Draghi.

Infatti si compone di due parti distinte e distanti: i due terzi della manovra di 35 miliardi ( circa 20 miliardi ) vanno agli aiuti contro il  caro bollette; e questo non solo era prevedibile ma dovuto.

Però occorre considerare che la copertura di questa misura, utilizzando lo scostamento di bilancio, arriva fino a marzo e con ogni probabilità occorrerà una nuova manovra in quanto le esigenze di famiglie e imprese a seguito dei costi delle bollette saranno ancora presenti.

Poi vi è la seconda parte che è una miscellanea delle diverse proposte dei tre partiti di maggioranza lanciate in campagna elettorale e quindi si smarrisce completamente una coerenza fra queste.

L’unica linea che si percepisce è di seguire una politica fiscale permissiva, come si riscontra chiaramente nella norma sull’innalzamento dell’utilizzo del contante, sulla flat tax al 15% fino a 85.000 euro di reddito per le partite IVA, sui condoni più o meno mascherati.

Entriamo un attimo nella misura che innalza il reddito soggetto a flat tax per le partite IVA: portarlo da 65.000 per il regime forfettario a 85.000, una cifra importante,crea una disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori dipendenti che pagano imposte sul reddito più elevate per redditi più contenuti.

Vi sono poi misure di esonero contributivo del 2% per redditi fino 35.000 euro, del 3% fino a 25.000. Un intervento, questo che va nel verso giusto ma inadeguato nelle quantità.

Quindi sulla misura fondamentale di rilancio dei consumi e dell’economia, appunto il cuneo fiscale, troviamo un intervento largamente insufficiente.

Sul reddito di cittadinanza, che necessita comunque di una revisione, si sono fatti interventi non organici e comunque in vista di una cancellazione del provvedimento.

Vi sono dieci modalità di regolarizzazione per la tregua fiscale, ad esempio la cancellazione automatica delle cartelle fino a 1.000 euro. Qui si persegue la cosiddetta pace fiscale che consiste in un atteggiamento non sufficientemente severo verso chi non adempie i propri obblighi fiscali.

La legge di bilancio dovrebbe essere una misura fondamentale di politica economica; questa legge di bilancio, per le ragioni vista in precedenza, non la è. Quindi in un momento di stagnazione economica, di alta inflazione, di rallentamento dell’occupazione e della produzione industriale, di tassi di interesse crescenti, l’unica misura in grado di dare un contributo al rilancio, la legge di bilancio, non assolve alla sua funzione.

Di seguito riepiloghiamo le principali ragioni dei limiti della manovra:

  • Non dà un segno deciso alla lotta all’evasione;
  • Non sostiene adeguatamente la sanità pubblica, in un momento in cui, fra l’altro, il rischio del covid è ancora presente;
  • Non sostiene in modo sufficiente la scuola pubblica;
  • Non ci sono linee guida precise e definite ma solo una semplice sommatoria di proposte elettorali.
  • I continui rimaneggiamenti dettati dalle forze di Governo hanno peggiorato la già carente costruzione armonica della manovra, disperdendo ulteriormente la possibilità di una linea guida omogenea;
  • Preoccupante è poi la presenza di condoni che costituiscono un segnale negativo dal punto di vista della correttezza fiscale dei cittadini.
  • Confusa è poi la decisione finale sui bonus edilizi.

Come abbiamo potuto vedere in estrema sintesi la legge di bilancio non è costruita sulla base di precise linee guida e quindi non è organica negli obiettivi da raggiungere che, in una fase di stagnazione economica nel 2023, devono essere orientati alla crescita. Se aggiungiamo la presenza nel 2023 di una inflazione ancora elevata e di alti tassi di interesse comprendiamo come questa manovra sia debole. E’ altresì insufficiente l’azione di sostegno alle persone e famiglie che versano in una situazione di difficoltà economica e quindi è carente un’azione di redistribuzione del reddito.

 

 

 

 

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