L’UNIONE EUROPEA E’ FONDAMENTALE PER IL NOSTRO PAESE di Alfredo Alessandrini

di BorgoAdmin

In questa campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo si parla di tutto tranne che di Europa. All’ordine del giorno, infatti, vi sono i duelli e gli scontri su problemi nazionali senza vedere come questi si possano inquadrare in un visione europea. Pertanto noi elettori dovremo scegliere su sensazioni, su alleanze o presunte tali, sui posizionamenti in campo politico e non su confronti o scontri su programmi europei. Siamo arrivati al punto che addirittura nei manifesti elettorali si propone meno Europa e c’è chi arriva a proporre l’ammaina bandiera dell’Europa. Tutti atteggiamenti che si commentano da soli. Un Paese come il nostro, che viaggia con un debito sul PIL ad un livello impressionante del 139.1% e con un deficit annuale del 4,4%, da solo andrebbe poco lontano. Pensiamo solo al fatto che il nostro Prodotto Interno Lordo è tornato ai livelli precedenti alla grande crisi finanziaria indotta dal fallimento della Lehman con un ritardo di 12 anni rispetto agli altri due grandi Paesi Francia e Germania. Questo significa che oltre al livello enorme del debito il Paese non è competitivo. Dell’Europa abbiamo dunque particolarmente bisogno: ricordiamo l’enorme quantità di risorse messe in campo dalla Commissione Europea per supportare l’uscita dalla grave crisi della pandemia: l’Unione Europea ha messo in campo 750 miliardi di cui ben 209 per il nostro Paese, con una parte a fondo perduto. Questa scelta attuata dal Commissione è stata innovativa   in quanto ha previsto l’emissione di titoli garantiti dal bilancio U.E., in pratica un debito comune, con livelli di tasso decisamente più contenuti rispetto ai titoli del debito italiano. A questo intervento comunitario si è aggiunto quello della BCE che ha messo in campo, sempre per uscire dalla crisi della pandemia, un programma di emergenza per l’acquisto di titoli di Stato dei paesi europei  per 1850 miliardi a cui si sono aggiunti 20 miliardi al mese per sostenere l’economia, arrivando ad un totale di 2.000 miliardi. Per il nostro Paese, solo nel 2020, ha acquistato titoli del nostro debito pubblico per 224 miliardi.

Proviamo ora a chiederci: il nostro Paese avrebbe saputo far fronte alla crisi della pandemia da solo, con il suo enorme debito, senza questi interventi della Commissione Europea e della BCE? L risposta è no e si sarebbe innescata una drammatica crisi finanziaria ed economica. Certo, dopo questo intervento nell’ottica Keynesiana siamo tornati ad una impostazione neo-liberista del nuovo Patto di Stabilità e Crescita che il nostro Governo ha accettato senza battere ciglio e che ci porterà, nella seconda parte dell’anno, a necessità finanziarie aggiuntive per almeno 10 miliardi e nella prossima legge di bilancio, con i vari sussidi da rifinanziare, per oltre 30 miliardi. In questa ottica abbiamo un grande bisogno dell’Europa: quindi non di meno Europa ma di un’Unione Europea che affronti un percorso di maggiore integrazione giungendo ad una politica estera comune, ad una difesa comune, ad una politica fiscale comune, ad una politica salariale comune, ad una politica industriale condivisa. In estrema sintesi non occorre meno Europa ma un’altra Europa.

 

 

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