A CHE CI SERVE L’EUROPA  di Alfredo Bonassi

di BorgoAdmin

Il 18 aprile, a ideale conclusione del ciclo “Da Ventotene a Bruxelles. Passato, presente e futuro della nostra storia”, promosso dal progetto “Casa Europa” del Circolo Il Borgo e dalla Sezione di Parma del Movimento Federalista Europeo con il patrocinio di Comune di Parma, Movimento Federalista Europeo dell’Emilia-Romagna e Forum Cultura Parma; grazie alla collaborazione della Università di Parma, della Fondazione Collegio europeo e del Movimento Europeo Italia, si sono tenuti due importanti incontri, entrambi hanno visto la partecipazione di Pier Virgilio Dastoli, presidente del Movimento Europeo Italia e Piero Benassi, docente di Diplomazia contemporanea all’Università Cattolica di Milano e già rappresentante permanente dell’Italia presso l’UE

Nel primo incontro, che si è tenuto nella aula Cavalieri della Università di Parma, è stato presentato il “Libro verde. Scriviamo insieme il futuro dell’Europa. Un progetto, un metodo e una agenda costituente per la decima legislatura 2024-2029”, curato dal Movimento Europeo .L’incontro è stato moderato da Emanuele Castelli, professore associato di scienza politica della Università di Parma. Che cosa è in gioco nelle decime elezioni europee? Qual è l’eredità della nona legislatura europea? Cosa sono i beni pubblici europei? Qual è e quale potrebbe essere la capacità fiscale dell’Unione europea? L’Europa è veramente incompiuta? E perché e come bisognerebbe cambiarla? Sono questi i temi sollevati dal Libro Verde, nella convinzione che il futuro dell’Europa sarà scritto dai giovani. Come ha ben sintetizzato Piero Benassi, l’Europa si trova ad affrontare le così dette transizioni gemelle, quella verde e quella digitale, e la nuova sfida legata alla difesa comune; tutto questo, senza allargare la forbice fra ricchi e poveri. È un compito immane e nessun paese può pensare di farcela da solo. L’unico modo per farlo è farlo in maniera congiunta, agendo o sul bilancio UE, aumentandone le risorse proprie, oppure attraverso altri strumenti, che possono essere repliche del Next Generation EU. Se la sfida europea è di ordine globale, la sfida dell’Italia, all’interno dell’Unione, dal punto di vista economico e sociale, è di ordine esistenziale. Le risorse che l’Italia ha ricevuto col PNRR, che sono state presentate come una grande occasione per fare investimenti e progetti, sono collegate alla implementazione di una serie di riforme strutturali del paese, che possono riassumersi in semplificazione della pubblica amministrazione, normativa sulla concorrenza, giustizia civile e legge fallimentare e sistema bancario in generale. Riforme indispensabile affinché le risorse siano gestite in modo efficiente e i risultati siano valutati in modo preciso e trasparente, in modo da sapere se hanno raggiunto il loro scopo.

Pier Virgilio Dastoli, ha ricordato che l’Unione europea nella sua evoluzione si è trasformata per reagire ai problemi coi quali si è trovata a confronto. “L’UE negli ultimi venti anni è stata capace di dare delle risposte alle emergenze ma non è stata in grado di  programmare il proprio futuro” da questa considerazione, in vista delle elezioni di giugno, è nata la consapevolezza che il prossimo parlamento dovrà avere una funzione trasformativa, se non costituente, della struttura dell’Unione europea. Il Libro Verde vuole essere un contributo di indirizzo nella programmazione del futuro , andando oltre l’atteggiamento emergenziale nell’affrontare le sfide che abbiamo di fronte, anche in vista dell’allargamento della Unione a altri Stati. Il tema centrale del libro verde è che, a livello europeo, dovremmo essere in grado di garantire beni pubblici che non possono essere garantiti a livello dei singoli Stati (dall’ambiente alla difesa), questo si ricollega alla esigenza di ampliare il bilancio pubblico europeo. Pier Virgilio Dastoli conclude annunciando il libro bianco che verrà redatto dopo le elezioni anche sulla base dei risultati, il quale conterrà proposte concrete; ha annunciato inoltre che verranno lanciate iniziative legislative promosse dai cittadini europei, rivolte alle istituzioni europee, al fine di avere la capacità di programmare e governare l’evoluzione dell’Unione e non solo di affrontare le emergenze.

Nel secondo incontro, è stato presentato il libro “A che ci serve l’Europa. Da Altiero Spinelli agli Stati Uniti d’Europa, il racconto appassionato di ottant’anni di lotte e conquiste ” di Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, con Luca Cambi, prefazione di Corrado Augias e postfazione di Romano Prodi, dopo i saluti istituzionali e i brevi interventi di Cesare Azzali, presidente della Fondazione Collegio Europeo di Parma e del sindaco Michele Guerra, l’incontro è proseguito, moderato dalla giornalista Barbara Roffi. Dalla constatazione provocatoria iniziale, il libro non ci dice a cosa ci serve l’Europa, Pier Virgilio Dastoli prende lo spunto per delineare l’origine e il contenuto del volume.  Nato come idea nel 2021, per raccontare il romanzo del percorso europeista nato dal Manifesto di Ventotene fino ad oggi, percorso del quale Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli, pur con militanze e posizioni anche differenti, sono stati protagonisti. Il libro sostanzialmente è essenzialmente strutturato in tre parti. La prima è quello che inizia col Manifesto di Ventotene e arriva al 1984 quando il Parlamento europeo ha approvato il Progetto di Trattato sull’Unione europea (TUE), noto come “Progetto Spinelli”. L’originalità di tale Progetto risiede sia nel processo che ha portato alla sua elaborazione, sia nell’ampia portata del suo contenuto. Sebbene non sia stato ratificato, molte delle riforme istituzionali da esso previste sono state attuate nei successivi trattati modificativi. Prosegue Dastoli “Poi, abbiamo cercato di descrivere dal 1984 a oggi, l’Europa come la vediamo noi” mettendo in evidenza le molte cose che sono state fatte a livello europeo, a dispetto delle affermazioni degli euro critici, che oscillano fra due slogan contraddittori “ce lo chiede l’Europa” e “l’Europa ci ha lasciato soli”. Per arrivare alla terza parte sul futuro dell’Europa.

Sempre Dastoli “l’Europa che si apre con la prossima legislatura, la decima è una Europa incompiuta”, molte cose devono ancora essere fatte per poter garantire che l’Unione europea possa programmare il proprio futuro”. Il libro ribadisce l’elemento strategico di un bilancio europeo adeguato, che sia all’altezza delle sfide che dobbiamo affrontare, dalla crisi climatica ai flussi migratori alla sicurezza comune, sicurezza non solo militare ma anche in  campo energetico e di materie prime. Il prossimo parlamento dovrà fare delle scelte, il tratto di Lisbona ha mostrato i suoi limiti e non appare adeguato a supportare i futuri allargamenti della  Unione europea. Per esempio, il libro suggerisce un importante preambolo da inserire in una modifica del trattato ”Chi si candida deve sapere in quale comunità sta  entrando, cioè una comunità in cui, per esempio, prevale il primato del diritto dell’Unione su quello degli Stati membri e dove vanno rispettati i diritti fondamentali. Bisogna sottoscrivere le ragioni per cui si sta insieme..”  Pier Virgilio Dastoli conclude con un appello ai futuri eletti nel Parlamento europeo, “bisogna riprendere il cammino di Spinelli,… il Parlamento deve riprendere questo ruolo di leadership…per far si che gli Stati condividano la propria sovranità nel quadro di una Europa federale”.

 

 

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