LA GIACCA COSTITUZIONALE VA STRETTA AL GOVERNO MELONI di Ennio Mora

di BorgoAdmin

Un’ora e mezzo di colloquio. Come al solito, «disteso e collaborativo». Ma tanto lungo da costringere la premier Giorgia Meloni a rinunciare al viaggio annunciato in Friuli Venezia Giulia. E le indiscrezioni che invece parlano di un Sergio Mattarella piuttosto deciso nello spiegare alla presidenza del Consiglio che i ritardi del Pnrr ci sono. E che non si possono imputare al governo precedente, ovvero quello di Mario Draghi. Meglio quindi riporre l’obiettivo polemico dell’Unione Europea che mette i bastoni tra le ruote all’attuale esecutivo. Ed evitare di parlare di progetti «irrealizzabili», come ha fatto il ministro Raffele Fitto. Dopo le reprimende pubbliche, è arrivato quindi il momento dei colloqui privati. E anche delle difese d’ufficio, come la telefonata tra l’ex premier e Meloni”. (Da Open del 01 aprile 2023)

«In quanto figlia di Dio, è la persona – dice Mattarella ricordando il “pensiero” di Manzoni – a essere destinataria di diritti universali, di tutela e protezione. Non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale. La Costituzione vieta nefaste concezioni di supremazia della razza». Parole che è difficile non ricollegare a recenti esternazioni in area di governo sui temi dell’immigrazione con termini come «sostituzione etnica» ed «etnia italiana». (dal quotidiano “Avvenire” del 23 maggio 2023)

“Mattarella convoca La Russa e Fontana: basta decreti omnibus. Il capo dello Stato vede i presidenti delle Camere per frenare un fenomeno che sembra sfuggito di mano”. (Ugo Magri sul quotidiano “La Stampa” del 26 maggio 2023).

“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si recherà in visita a Parigi il 7 giugno, dove inaugurerà la mostra su Capodimonte al museo del Louvre, intitolata “Naples a’ Paris”. All’inaugurazione parteciperà anche l’omologo francese, Emmanuel Macron. Mattarella sarà accompagnato in Francia dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano”. (da Nova.News del 25 maggio 2023)

Mio padre direbbe: «Mataréla a coll guèron chi al ghe sta adòs cme un zachètt». Effettivamente l’impressione è che il Capo dello Stato operi uno stretto marcamento sul governo ben al di là delle mere e formali funzioni istituzionali. Il discorso vale per il rispetto della Costituzione, per la politica interna e per quella internazionale. Lo fa con garbo e stile, ma con altrettanta precisione e fermezza. Peraltro noi conosciamo solo la parte più evidente di questi interventi, che lascia immaginare molto di più a livello della cosiddetta moral suasion. Questo può accadere solo per la grande sensibilità democratica di Sergio Mattarella, ma anche per il contesto istituzionale in cui si colloca la sua funzione di garanzia. Se fosse stato eletto direttamente dai cittadini con una maggioranza di voti omogenea rispetto a quella parlamentare sarebbe automaticamente impossibilitato a svolgere il proprio compito in senso criticamente garantista.. Occhio quindi al populismo che si nasconde dietro l’angolo e il Presidente ci mette in guardia esercitando una sorta di virtuoso ed indicativo parallelismo istituzionale rispetto agli sbandamenti governativi. Molto eloquente al riguardo è l’intervento tenuto alla celebrazione dell’anniversario dei 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni (ne consiglierei la lettura integrale). “Utilizzando una terminologia moderna, di oggi, possiamo parlare di un Manzoni certamente “popolare”, ma non “populista”. Il legame controverso che Manzoni stabilisce tra potere e opinione pubblica, tra giustizia e sentimenti diffusi, ci induce a riflettere – sia pure in tempi incommensurabilmente distanti – sui pericoli che oggi corrono le società democratiche di fronte alla diffusione del distorto e aggressivo uso dei social media, dell’accentramento dei mezzi di comunicazione nelle mani di pochi, della disinformazione organizzata e dei tentativi di sistematica manipolazione della realtà. E, anche, sulla tendenza, registrabile in tutto il mondo, di classi dirigenti di assecondare la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno tramite i sondaggi, piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire, in tal modo, il futuro”. (intervento di Sergio Mattarella alla celebrazione manzoniana del 22 maggio 2023).

Mattarella non taglia nastri, non si limita a presenziare alle cerimonie, ma, prendendo spunto da esse, interviene, non a gamba tesa, ma con perfetto tempismo, nella discussione e nella vita del Paese.  Non manca mai di far sentire la sua voce e il suo autorevole parere sulle questioni più rilevanti, senza invadenza, ma con la dovuta franchezza, senza cercare la ribalta. Guardando con commozione le immagini della visita del presidente Mattarella alle zone alluvionate della Romagna, ai cittadini e a quanti si stanno impegnando in un’encomiabile azione di aiuto alle popolazioni, nonché le testimonianze di accoglienza entusiastica riservata al Capo dello Stato, mi sono detto come la gente abbia fiducia nella massima istituzione della nostra Repubblica e in colui che al meglio la sta rappresentando. Non c’è bisogno dell’elezione diretta del Presidente della Repubblica, Mattarella è connesso con tutta la popolazione, è accolto come l’autorità che non comanda ma è al servizio di tutti. Forse qualcuno ha notato in questo incoraggiante evento uno stop alle farneticazioni governative sulla riforma del nostro assetto costituzionale? Il ministro per la protezione civile Nello Musumeci non ha potuto nascondere il disappunto del governo, che evidentemente si è visto scavalcato dal bagno di folla di Mattarella.

 

 

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