“AMMINISTRARE LA NAZIONE”: LA RICETTA DI CASSESE. di Nicola Granato

di BorgoAdmin

 Una ricca partecipazione alla presentazione del volume del Prof. Cassese, organizzata dall’Osservatorio Permanente Legalità dell’Università degli Studi di Parma in collaborazione con il Circolo culturale Il Borgo di Parma.

Analizzare i fattori di crisi del funzionamento della p.a. ed indagare sulle cause della scarsa capacità amministrativa affinché possano essere individuate soluzioni rimediali costituiscono le principali linee direttrici del webinar in cui è stato presentato “Amministrare la nazione. La crisi della burocrazia e i suoi rimedi”, volume del Prof. Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale. L’incontro è stato arricchito da una conversazione partecipata, aperta dalla preziosa introduzione di Monica Cocconi, Delegata del Rettore all’anticorruzione e alla trasparenza, Responsabile scientifica dell’Osservatorio Permanente Legalità, che ha fornito le principali chiave di lettura per analizzare la crisi della burocrazia nonché l’impasse della funzione amministrativa e dai saluti di Matteo De Sensi, Vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Parma.  Partendo da un assunto comune – la disfunzione della macchina amministrativa – i relatori hanno offerto diverse chiavi di lettura del tema affrontato dal volume, arricchendo il dialogo di implicazioni su temi nevralgici come il funzionamento del nostro ordinamento giuridico, la necessità di riforma della p.a., il ruolo del diritto (amministrativo) in questa transizione, nonché della deviazione storica del principio della separazione dei poteri.

Alessandra Pioggia, Ordinaria di Diritto amministrativo dell’Università degli Studi di Perugia ha sottolineato come la necessità di riforme della p.a. richieda, innanzitutto, la conoscenza delle cause degli effetti che si richiedono di correggere. Partendo da questa premessa, lucidamente, è stata sottolineata la centralità del ruolo del diritto amministrativo rispetto alla crisi della p.a., individuandone un ruolo generativo del suo funzionamento e nei suoi percorsi evolutivi. Dunque, il diritto come fattore di crisi che rischia di imbrigliare l’amministrazione tra adempimenti e procedure che, spesso, vanno a sovrapporsi alla stessa funzione amministrativa. La relazione della professoressa ruota tra una deriva di carattere politico e una di stampo culturale, alla cui base si cela un’ipertrofia del potere legislativo. Concludendo, invece, sul perno dell’azione della p.a. – il principio di legalità – ha ricordato come la mera esecuzione del dettato normativo e l’adesione formale alla legalità non riduca ne concluda il ruolo e le attività dell’amministrazione. Anzi, il successo di un’amministrazione andrebbe valutato attraverso l’ispessimento della legalità in una triplice dimensione: come garanzia, indirizzo e come legalità costituzionale.

Giorgio Pagliari, Ordinario di Diritto dei servizi e dei contratti pubblici dell’Università degli Studi di Parma, scorge nell’inefficienza amministrativa una più generale crisi di sistema, caratterizzata da un’esondazione del potere legislativo e giurisdizionale dalle proprie sfere di competenza. Il relatore ha posto al centro della sua analisi una lettura giuridica della crisi, ponendo l’accento sulla necessaria discrezionalità che deve guidare l’azione amministrativa. Il professore ha declinato il tema della riforma della p.a. come riforma di modello dell’amministrazione stessa, esaltando il dato dell’inadeguatezza della classe politica, che diventa fattore di pressione sul funzionamento dell’amministrazione e sulle attività dei suoi stessi funzionari.

A concludere, l’incisivo intervento del Professor Cassese. L’autore, confermando l’approccio del suo volume volutamente di diagnosi dei mali dell’attività amministrativa ma anche di riflessione sui possibili esiti rimediali, ha fornito una limpida e completa analisi dapprima sulle cause e, successivamente, sui rimedi che possono scorgersi al nostro orizzonte. In premessa, per l’Autore le criticità avanzate segnalano un decisivo elemento di disfunzione del sistema amministrativo: l’inadeguata attenzione della funzione della p.a. che dev’essere rivolta alla collettività, non al suo corpus, bensì ai cittadini, i destinatari dell’azione amministrativa. Per quanto riguarda le cause dell’inefficienza amministrativa, Cassese le ha ricercate in una conclamata esondazione legislativa che ha come principale effetto la riduzione della discrezionalità amministrativa, affiancandola alla debolezza della guida governativa politica e alle modalità in cui storicamente si è formato il corpo burocratico nostrano, tra il ricorso allo strumento dei concorsi e a quello dello scorrimento delle graduatorie. A queste si aggiungono, per l’Autore la questione irrisolta dell’ordinamento delle procedure, non considerate isolatamente ma nei modi in cui queste si intrecciano e si coordinano, il vulnus culturale della p.a., nonché la compresenza di molteplici interessi collettivi, caratteristica delle democrazie mature che, da elemento positivo, diviene fattore di crisi e di inefficienza amministrativa a causa di una disfunzione organizzativa. Invece, sul profilo rimediale, il Prof. Cassese ha individuato quattro filoni da perseguire. Il primo è rappresentato da una politica miope che ritiene di rafforzare la capacità amministrativa aumentando il personale e gli organi amministrativi, piuttosto che porsi dalla parte dei cittadini, della popolazione servita. Altro elemento da cui ripartire coinciderebbe nell’accrescimento della fiducia verso la p.a., aumentandone la discrezionalità e ponendo un serio argine al fenomeno su richiamato dell’eccesso di legislazione, insieme alla diffusione di maggiori best practices e colmando una lacuna tutta italiana di determinazione nazionale di standards e delle c.d. check list. Da ultimo, icasticamente, l’Autore avalla la reintroduzione e l’effettiva applicazione del principio del merito nella selezione amministrativa, volgendo lo sguardo anche ad esperienze estere (tra tutte quella statunitense) che possono tracciare valide soluzioni, importabili nel nostro ordinamento.

L’evento è stato coordinato da Alessia Depietri, Dottoranda di ricerca e collaboratrice dell’Osservatorio Permanente Legalità presso l’Università degli Studi di Parma.

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