LA CONSIGLIERA DI PARITÀ CONTRO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE  di Antonella Vezzani Consigliera di Parità della Provincia di Parma

di BorgoAdmin

La nostra Costituzione sancisce il principio di uguaglianza di genere: uomini e donne, in particolare nel mondo del lavoro, hanno diritto al medesimo trattamento (art. 4 e 37). Tuttavia, ancora oggi la parità di genere non può dirsi raggiunta e l’occupazione femminile risulta essere inferiore a quella maschile con una differenza retributiva intorno al 5%; inoltre le donne sono segregate in alcuni ambiti lavorativi (es: istruzione) mentre mancano nei percorsi STEM (dall’inglese science, technology, engineering and mathematics) e sono penalizzate nella progressione delle carriere (il cosiddetto “tetto di cristallo”). La Consigliera di Parità (Nazionale, Regionale o Provinciale) è una figura Istituita per legge (D.lgs. 125/1991 e D.lgs. 198/2006), nominata dal Ministero del Lavoro, che si adopera per la promozione e il controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza di opportunità e di non discriminazione tra uomini e donne nel mondo del lavoro, ma anche nella scuola e nella società in genere.

Attività antidiscriminatoria

Nell’esercizio delle sue funzioni, la Consigliera di Parità, è un pubblico ufficiale e ha l’obbligo di segnalare all’autorità giudiziaria le condotte illecite di cui viene a conoscenza. Esempi di discriminazione di genere nel lavoro sono:

  • ostacoli alla conciliazione lavoro-famiglia, attraverso trasferimenti, mancata concessione di congedi parentali, di part-time, di flessibilità oraria;
  • violazione della legge sulla maternità;
  • discriminazioni nell’accesso al lavoro, salariali, nell’avanzamento di carriera, etc.
  • mobbing e demansionamento;
  • molestie sessuali e molestie verbali.

La Consigliera di parità agisce gratuitamente su delega della lavoratrice o del lavoratore vittima di una presunta discriminazione. Per verificare i fatti e trovare, quando possibile, un accordo, la Consigliera convoca il datore di lavoro.  Obiettivo del suo intervento è quello di individuare una soluzione che tuteli i diritti della lavoratrice o del lavoratore e migliori il clima aziendale. Questa procedura, cosiddetta informale, mira ad una conciliazione tra azienda e lavoratrice o lavoratore. Se il tentativo di conciliazione non va a buon fine, la Consigliera di Parità, su delega della lavoratrice o del lavoratore, è legittimata a procedere per via giudiziale.

Progetti e azioni positive

la Consigliera di Parità promuove progetti di azioni positive, volti a compensare gli svantaggi legati al genere, rimuovere gli ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione delle pari opportunità, favorire l’occupazione femminile e realizzare l’uguaglianza sostanziale tra uomini e donne nel lavoro. A questo scopo collabora con i Comitati Unici di Garanzie e con i Comitati Pari opportunità, partecipa a tavoli Istituzionali e Organismi di Parità, promuove Reti e Protocolli di Intesa nella convinzione che per rimuovere gli ostacoli alla parità di genere sia necessario un cambiamento culturale. Per far conoscere l’attività della Consigliera di Parità e degli altri organismi a difesa della parità di genere nel lavoro, l’8 marzo 2023 è stato realizzato, nell’aula congressi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, un evento dal titolo “100 anni di lotta alla discriminazione di genere” che ha visto la partecipazione del personale sanitario, degli studenti del corso di laurea in medicina e chirurgia e delle associazioni femminili cittadine.

 

 

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