BEATA ARMIDA BARELLI “ UNA DONNA NUOVA”  di  Massimiliano Franzoni -Presidente ASP Fidenza

di BorgoAdmin

E’ stato Stefano Dondi, presidente dell’associazione Forum per il bene comune, ad aprire la serata organizzata con l’Azione Cattolica diocesana di Fidenza, con il patrocinio del Comune di Fidenza e in collaborazione con Asp Distretto di Fidenza, dedicata ad Armida Barelli fondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Gioventù Femminile Cattolica. La Barelli è stata proclamata beata il 30 aprile 2022 da Papa Francesco. “La mostra su Armida Barelli al Meeting di Rimini ci ha permesso di conoscere – ha detto Dondi – una donna straordinaria. Grazie ad un amico dell’Azione Cattolica, che era con noi al Meeting, abbiamo compreso il titolo della mostra “Nulla sarebbe stato possibile senza di lei” e l’importanza del lavoro della Barelli antesignana dell’associazionismo cattolico”. Gli ha fatto eco l’Assessora alle pari opportunità del comune di Fidenza Alessia Frangipane “quando ho visto la mostra, ho pensato dobbiamo portarla a Fidenza per l’8 marzo e fare conoscere Armida Barelli donna coraggiosa soprattutto ai nostri giovani”. “Ci siamo appassionati di Armida Barelli – ha detto Maria Irene Pignacca del settore giovani dell’Azione Cattolica diocesana di Fidenza – per la sua libertà e tenacia nel compiere scelte di vita fuori dagli schemi. Per le donne lo spartito era già scritto moglie e madre o consacrata. Armida sceglie di spendere tutta la sua vita da laica a servizio delle “sue sorelle”. Il cardinale di Palermo le dirà “cosa viene a fare in Sicilia dove le donne non escono nemmeno dopo il matrimonio” ma lei aprirà molte porte. A noi giovani dell’Azione Cattolica il campo scuola, che la scorsa estate abbiamo dedicato a lei, ci ha appassionato perché spesso anche gli spartiti già scritti per noi ci stanno stretti e vorremmo la libertà e il coraggio di riscriverli”.

“Armida Barelli era una “donna nuova” – ha affermato Chiara Cacciani giornalista della Gazzetta di Parma e relatrice della serata – protagonista del suo tempo come tante altre “donne nuove” a partire dalle madri costituenti. Loro agli inizi del novecento e alla fine della seconda guerra mondiale pensavano che le “donne nuove” avrebbero presto abitato la nostra società e l’avrebbero trasformata. Non è stato così ed è difficile oggi comprenderne il motivo. Certo oggi abbiamo una donna prima ministro, una donna ai vertici della magistratura e una donna al vertice del primo partito d’opposizione. E’ sicuramente una buona notizia ma non basta ancora tanti sono gli stereotipi e ancora lungo è il cammino del cambiamento. E’ necessario riscoprire non il femminismo ma il femminile e la “sorellanza” che legava Armida e le ragazze della Gioventù femminile”. “Armida Barelli è per decenni – ha affermato Anna Maria Fellegara preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza ultima ospite della serata – relegata nell’oblio a partire dalla toponomastica e dal nome dato alle istituzioni come il Policlinico Gemelli. Eppure è stata lei contro ogni ostacolo e perplessità mossa dai cofondatori Giuseppe Toniolo e Padre Agostino Gemelli che ha voluto con forza l’Università Cattolica del Sacro Cuore prima e il Policlinico poi. Lei aveva compreso più di altri l’importanza di coltivare in un ateneo i valori dell’esperienza cristiana nella società ai massimi livelli. La storia le ha dato ragione. Per fare solo un esempio il Policlinico Gemelli è ai vertici della sanità italiana e mondiale. La beatificazione ha riproposto in modo forte la grandezza di questa donna e tra qualche anno saremo in grado di comprenderlo meglio”.

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