UNO STADIO, UNA CITTÀ: LA MOSTRA SUL TARDINI  di Paolo Giandebiaggi

di BorgoAdmin

Il 16 settembre 1924 inaugurava la sua ufficiale attività sportiva il campo polisportivo di Parma intitolato a Ennio Tardini, promotore dell’iniziativa. A cento anni da quella data si è aperta la mostra “Il Tardini di Parma: uno stadio, una città” presso il Palazzo del Governatore di Piazza Garibaldi. La mostra promossa dal nostro Circolo, insieme al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Parma ed alla Gazzetta di Parma, rimarrà aperta fino al 17 Novembre. Parlare oggi delle origini del Tardini, della tipologia della città e della società che lo hanno voluto, che ne hanno determinato la costruzione prima e le successive trasformazioni poi, fornisce un bagaglio culturale e conoscitivo utile ad affrontare anche un dibattito consapevole, per favorire scelte adeguate, le meno improvvisate possibile, rispetto al destino prossimo venturo dello stadio stesso. La mera esposizione degli episodi sportivi e non, anche diversi dal calcio, che si sono succeduti in esso nell’arco della sua vita, e delle vicende relative alle persone che le hanno favorite, organizzate, realizzate, raccontano molto di come il dibattito pubblico sul futuro dello stadio debba essere informato e conscio di una memoria ormai persa nel tempo. Conoscere il dipanarsi delle vicende costruttive e delle conseguenze positive e negative che queste hanno determinato nella società in cui viviamo, fornisce già di per sè quegli strumenti necessari alla opinione pubblica per dibattere, con maggior competenza, le questioni che di giorno in giorno sono loro sottoposte dalla politica, dall’economia, dall’amministrazione pubblica. Sono questioni rilevanti, non riservabili solo agli specialisti, perché riguardano tutti gli abitanti della città, in quanto loro sono i fruitori del bene architettonico e loro sono quelli che debbono poter esprimere un loro parere, anche tramite le istituzioni preposte e la rappresentanza politica, come fondamento di una vita matura, civile, urbana, fatta di reciproco rispetto e comprensione delle diverse ragioni. Troppo spesso queste questioni vengono pubblicamente esposte ed affrontate fondandosi su convinzioni personali, su notizie parziali, su informazioni imprecise o poco documentate, quando, non di rado, su fake-news. Ecco allora che raccogliere i dati e la documentazione per una ricostruzione dei fatti architettonici ed urbani, realizzati da chi ci ha preceduto, può permettere a tutti la formazione di opinione più strutturata anche in merito al suo futuro. Per questo si è allestita la mostra, fatta soprattutto di immagini, di disegni e di modelli tridimensionali, il tutto accompagnato da brevi relazioni pluri-tematiche, che hanno nella linea del tempo il filo conduttore della esposizione dei fatti. Si auspica che ciò possa far comprendere, il più a fondo possibile, l’importante ruolo che uno stadio svolge nella città che lo ospita, essendo, volente o nolente, il luogo che accoglie in un breve tratto di tempo il maggior numero di persone contemporaneamente. Non esiste infatti nelle città un sito che possa far convergere simultaneamente un numero così grande di persone ed una percentuale così rilevante dei suoi cittadini. Un luogo rilevante e parte integrante della nostra città, nel bene e nel male, appassionati o meno di calcio che siamo. La mostra sarà accompagnata da incontri settimanali a latere, su svariati argomenti che andranno dalla cultura alla moda, dall’architettura al costume, dal giornalismo allo sport.

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