Borgo NewsLa Piazza Un’idea per la montagna di Albino Ivardi Ganapini di Riccardo Campanini 19 Maggio 2020 di Riccardo Campanini 19 Maggio 2020 200 E’ una discussione appassionante quella che si è aperta tra intellettuali, sociologi,economisti in queste settimane di coronavirus su come sarà il mondo che uscirà dall’epidemia, come cambieranno le abitudini del vivere e del consumare, come il mondo delle imprese sarà influenzato dalle esperienze del lockdown . Cambieranno gli atteggiamenti verso il rispetto della natura e dell’ambiente ? I comportamenti sociali come l’abitare, il viaggiare, leggere come saranno? Le opinioni degli studiosi divergono: per certuni, passata la paura, tutto tornerà come prima; per altri il cambiamento della società nel suo complesso sarà notevole, perché mai si era sperimentata un’epidemia di tal genere nei tempi moderni. Vi è poi una corrente di pensiero che non crede in una vera e propria rivoluzione, ma nel rafforzarsi nella società di spinte già presenti, ma in difficoltà ad affermarsi, come un maggior rispetto per l’ambiente e quindi la corsa alle tecnologie pulite, una maggiore considerazione per la scienza e la ricerca, un minor affollamento nelle megalopoli, una maggiore ricerca del benessere personale rispetto all’accumulo di ricchezza. Personalmente aderisco a questa corrente di pensiero. In particolare ritengo che, a proposito dell’abitare, si svilupperà un certo ritorno verso la campagna e la montagna, sopratutto di coppie giovani, rispetto all’inurbamento che ha caratterizzato gli ultimi 50 anni. La tendenza, oltre alla qualità del vivere, è supportata oggi dallo sviluppo dell’information tecnology, che ti consente di lavorare a distanza e di fruire direttamente da casa dei servizi bancari, fiscali, postali. Molti handicap dell’abitare fuori dalla città sono venuti così a cadere, mentre vengono in primo piano i vantaggi di vivere all’aria aperta con minori tassi di inquinamento, a contatto con la natura e i suoi spettacoli ecc. L’amicizia con Giovanni Codeluppi, fondatore e conduttore della Cooperativa agricola sociale “Terra e Sole” di Collecchio, mi ha consentito di conoscere e approfondire un progetto speciale di insediamento di una iniziativa agricola e sociale in località “Case Sottane”, vicino a Porcigatone di Borgotaro (900 m.s.l.m). Case Sottane era un borgo rurale con una decina di case abitate da altrettante famiglie di contadini su un’area di 200 ettari, metà a bosco e metà a seminativo. Negli anni ’70 il borgo è stato completamente abbandonato per l’esodo che ha colpito anche la nostra montagna. Una decina di anni fa un imprenditore mantovano, che andava a caccia nella zona, si è innamorato del posto situato i posizione dominante con splendida vista sulla vallata e ha comprato l’intero borgo con tutto il terreno. Ha abbattuto gli immobili ormai decrepiti e ha iniziato uno splendido restauro da zero con pietra locale. Le case, il centro sociale, la stalla, il locale per gli attrezzi sono rimasti al grezzo, perché l’imprenditore nel frattempo è morto, lasciando agli eredi il suo sogno incompiuto. Questi, non sapendo cosa farne hanno affittato il complesso all’Associazione di promozione sociale “Case Sottane” promossa e presieduta da Giovanni Codeluppi, che ha sposato quel sogno. L’Associazione ha definito l’obiettivo, che è quello di creare un ente non-profit capace di avviare e sviluppare a Case Sottane una comunità rurale basata economicamente sulla fornitura di servizi assistenziali e sulla produzione e vendita di selezionati prodotti agroalimentari in area montana. Ha quindi affidato lo studio e il piano di fattibilità della nuova comunità rurale al Prof.Gabriele Canali, Direttore dell’Istituto di Economia Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza. Lo studio, presentato a Borgotaro lo scorso settembre, parte da alcune premesse: il progetto per essere credibile e durare nel tempo deve corrispondere a criteri di sostenibilità economica, sociale e ambientale, avendo ben presente che lo spopolamento della montagna è stato causato proprio dal venir meno per le famiglie proprio della sostenibilità economica e sociale delle attività in quel contesto. Per questo lo studio identifica coltivazioni, prodotti e servizi proponibili in quell’ambiente e li sottopone ad una attenta analisi economica e finanziaria che permetta di garantire che il valore economico da loro creato sia adeguatamente riconosciuto e remunerato dal mercato. Il progetto di comunità voluto dall’associazione si fonda sul lavoro e sulla condivisione secondo regole di vita comunitaria ispirata alla spiritualità cristiana tra i suoi componenti, che riconoscano la solidarietà, il rispetto della persona umana di qualsiasi provenienza e religione, la tutela dell’ambiente, l’accoglienza e l’aiuto a persone svantaggiate attraverso il lavoro comune, come valori fondanti della comunità stessa. La comunità che andrà ad abitare a Case Sottane dovrà sostenersi attraverso i proventi generati dallo svolgimento delle attività agricole, di trasformazione e vendita di prodotti alimentari, di ristorazione e accoglienza turistica, sociale e didattica da svolgersi presso la sede. L’obiettivo più impellente dell’Associazione al momento è la ricerca dei fondi per completare la ristrutturazione di alcuni edifici al fine di consentire l’insediamento abitativo delle prime due famiglie nel 2021 e l’avvio delle attività previste dal piano per i primi cinque anni. Credo che non sfugga l’importanza e l’interesse di un progetto-pilota di questo tipo per la rigenerazione del nostro Appennino. 0 FacebookWhatsappEmail post precedente OLTRLEMURA 20.05.2020 a cura di Graziano Vallisneri post successivo “Mondo cattolico” : come “incidere” per costruire una società migliore? di Sandro Campanini Dalla stessa sezione IL PROGRAMMA DE “IL BORGO” : L’INDUSTRIA, L’EUROPA,... 7 Novembre 2024 A PROPOSITO DI LEGGE DI BILANCIO di Alfredo... 7 Novembre 2024 MIGRANTI, GOVERNO, GIUDICI: FACCIAMO CHIAREZZA di Nicola Sinisi... 7 Novembre 2024 GPA. ALCUNE RIFLESSIONI di Erica Romanini 7 Novembre 2024 IL RAPPORTO DRAGHI: UN ALTRO WHATEVER IT TAKES?... 17 Ottobre 2024 LETTURE IN CIRCOLO. 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