PARMA: PROTAGONISTI I GIOVANI – Intervista a Beatrice Aimi -Assessora alla Comunità Giovanile del Comune di Parma  a cura di Silvana Giannetti

di BorgoAdmin

Mercoledì 14 febbraio, presso il Municipio di Parma, ho incontrato l’assessora B. Aimi con la quale ho potuto svolgere una piacevole intervista di cui sintetizzo i contenuti.   Partiamo ovviamente dall’evento “Mi prendo il mondo” svoltosi a Parma dal 25 al 28 gennaio che ha riscosso un notevole successo di pubblico (5500 presenze registrate) e di critica, anche nazionale.  Nato dalla collaborazione fra il Salone del libro di Torino, il Comune di Parma, librerie, Associazioni, Imprese del territorio e soprattutto dal protagonismo dei giovani di Direzione Futura, “Mi prendo il mondo-in dialogo con le nuove generazioni su formazione, crescita, lavoro” aveva quali destinatari privilegiati i giovani e fra le finalità la promozione del protagonismo giovanile. Chiedo quindi all’Assessora una riflessione sull’evento in questione e sugli esiti più significativi. Aimi rileva con soddisfazione due aspetti emergenti dell’evento: il profondo coinvolgimento dei 50 giovani di Direzione Futura (età dai 14 ai 23 anni) che hanno seguito puntualmente tutto l’iter dell’evento esprimendo e sviluppando notevoli competenze e, contemporaneamente, concretizzando l’obiettivo del protagonismo giovanile; secondo aspetto rilevante: la dimensione formativa “intima” in un’ottica orientativa, peculiare dell’evento stesso. In effetti i numerosi incontri fra giovani e Autori, Scienziati, Artisti, Viaggiatori, Imprenditori, (ed Altri ancora)hanno offerto al pubblico giovane l’opportunità di ascoltare ed incontrare modelli significativi cui ispirarsi nella ricerca di una maggiore conoscenza di se stessi; “poter incontrare qualcuno che li aiutasse a conoscere se stessi” , le proprie inclinazioni, le possibili vie da percorrere ampliando il proprio sguardo sul mondo e facendo emergere sogni ed aspettative personali, intime. A questo proposito qualcuno ha definito “Mi prendo il mondo” un “evento ispirazionale”…. Ma l’effetto dirompente che Aimi sottolinea è stata l’attivazione di una viva partecipazione giovanile, il manifestarsi di tanto entusiasmo ed emozioni positive. “Mi prendo il mondo” inoltre ha messo in contatto i giovani con protagonisti del mondo reale, un contatto diretto che le Istituzioni non sempre praticano o non facilitano nei confronti dei giovani.

In questi diciotto mesi dal suo insediamento Beatrice Aimi ha incontrato e conosciuto moltissimi giovani di età diverse con cui ha condiviso esperienze significative; chiedo quindi se ha potuto rilevare un profilo emergente che li caratterizza. Aimi rileva che la Comunità giovanile incontrata in questi mesi è sicuramente caratterizzata da una evidente diversità: diversi per età, provenienza geografica, background sociale, percorsi formativi; l’eterogeneità della società attuale si ripropone ovviamente anche nel mondo dei giovani; ma la peculiarità più spiccata che Aimi evidenzia nei giovani incontrati è la loro inclusività che sanno e vogliono praticare per evitare qualsiasi forma di emarginazione o di allontanamento. Tutti diversi, quindi, ma desiderosi di stare insieme, tutti. Chiedo, allora, se ci sono anche aspetti preoccupanti in quel mondo di giovani che spesso, forse troppo, viene descritto in termini prevalentemente negativi.

Aimi risponde: “Non provo particolare preoccupazione riguardo il mondo dei giovani. Anzi, ne rilevo volentieri doti positive e capacità. Ed ho fiducia nei giovani di oggi che sono sicuramente diversi da quelli del passato! Penso però che alcuni di loro esprimano una richiesta di aiuto a cui il mondo adulto non sempre risponde”. Al cosiddetto disagio giovanile, secondo Aimi, si può rispondere creando “un sistema di opportunità” che rappresenti una sorta di salvagente, una corda cui aggrapparsi per affrontare le difficoltà vissute ed inevitabili che l’adolescenza comporta. In merito al disagio giovanile l’Assessora descrive sinteticamente un progetto in fieri realizzato con il CIRS (Centro interdipartimentale di Ricerca Sociale) dell’Università di Parma che prevede una rilevazione della condizione giovanile del territorio attraverso un questionario somministrato agli studenti di tutte le Scuole Superiori di Parma (5000 studenti circa). Alla luce dei risultati emersi dal questionario seguiranno incontri fra esperti e studenti, focus group, per una emersione più puntuale delle problematiche giovanili e successivamente interventi mirati a seconda delle casistiche. In riferimento a questo progetto Aimi sottolinea volentieri la collaborazione fattiva e proficua fra Istituti Scolastici, Università ed Amministrazione riguardo un tema emergente e complesso, il disagio giovanile, che necessita di progettualità sinergiche e continuative.

Nel corso dell’evento “Mi prendo il mondo” e precisamente sabato 27 gennaio, è stato presentato anche il dossier di candidatura di Parma Capitale Europea dei Giovani 2027. In realtà il dossier rappresenta l’esito conclusivo, il prodotto finale, di uno straordinario percorso progettuale e partecipativo iniziato già nell’ottobre 2022 con Progetto Generation C cui ha fatto seguito la creazione di una Consulta dei Giovani (27 membri promotori di cambiamento sociale) e successivamente la realizzazione di un OST (Open space tecnology) che ha coinvolto 200 giovani circa  desiderosi di partecipare al progetto di candidatura e di innovazione sociale (vedi articolo “PARMA: una piazza per l’Europa” nella newsletter del Borgo del 26-10-‘23). Il dossier di candidatura (che potrà essere pubblicato fra un mese circa) ha quindi avuto una genesi collettiva e molto partecipata; fatto da giovani per i giovani, ma con un respiro inevitabilmente aperto alla società tutta. Alla luce di questi “successi partecipativi” cui è doveroso aggiungere l’iniziativa “Parma PassePartout”, incontri mensili fra giovani ed Assessori nella sede dell’Ostello in Cittadella per un confronto su problematiche reali del territorio, chiedo all’Assessora qual è stata la strategia (vincente) impiegata che ha sconfessato il diffuso pregiudizio di una gioventù apatica e disinteressata alla cosa pubblica.

Aimi: “Aver cura di loro! L’I CARE di Don Milani! È il primo ingrediente vincente. Aprirsi quindi con i giovani ad una vicinanza e consonanza emotiva che consenta un canale comunicativo empatico ed autentico. Questo atteggiamento di sincero interesse e rispetto nei loro confronti è la chiave che apre tutte le porte; senza tralasciare la fiducia nei loro confronti. In seconda battuta è fondamentale attivare la loro responsabilità e l’impegno su progetti significativi che li riguardano e li coinvolgono stimolando quindi la loro partecipazione attiva.” Se la politica viene percepita distante, anonima, formale i giovani naturalmente se ne disinteressano e se ne allontanano, ma se la politica, quella locale in primis, si presenta attraverso persone coinvolgenti e lungimiranti, il canale comunicativo si apre. E la collaborazione si avvia.

Chiedo quindi all’Assessora i prossimi passaggi del suo Piano Strategico Programmatico ricordando che tale Piano si articola su quattro cardini: Partecipazione e Protagonismo; Creatività; Ben Essere; Occupabilità giovanile; Aimi sintetizza due importanti interventi di potenziamento dell’INFORMAGIOVANI attraverso l’istituzione di un punto di ascolto molto accessibile in città, in cui una figura esperta, un “orientatore nel progetto di vita” potrà essere facilmente consultato da giovani che attraversano momenti di incertezza o fragilità; inoltre uno sportello di informazione economico-finanziaria, dimensione spesso  carente nel percorso di istruzione giovanile. Altre azioni in cantiere saranno l’istituzione di uno sportello per giovani musicisti e, nel mese di aprile, un evento di 2 giorni che avvicini e metta in dialogo i giovani con Imprese, Terzo Settore ed Associazioni di categorie.

Per concludere l’intervista propongo una domanda impossibile: “Ma perché fra mondo adulto e mondo giovanile c’è spesso un inghippo, una difficoltà a capirsi ed incontrarsi che genera ulteriori fenomeni di sofferenza”?

Aimi propone fra le possibili cause di questa difficoltà al dialogo una diffusa e generalizzata sfiducia degli adulti nei confronti dei giovani, una sorta di pregiudizio negativo che innesca atteggiamenti e comportamenti di allontanamento e talora di ostilità. Altro elemento che potrebbe ostacolare la relazione è la diffusa frustrazione, insoddisfazione vissuta da molti adulti che ingenera stati emotivi aggressivi da scaricare su un capro espiatorio: i giovani appunto. E così una certa fetta di opinione pubblica e media prediligono “illuminare” comportamenti giovanili devianti (ma d’effetto), rispetto a comportamenti virtuosi meno eclatanti. Il messaggio va quindi lanciato agli adulti: “abbiate cura e fiducia nei giovani” anche perché è il mondo adulto ad esser “responsabile” della loro educazione e formazione.

Uno squillo interrompe l’intervista: un altro incontro di lavoro attende l’Assessora Aimi. A lei rivolgo un sincero ringraziamento per il tempo concessomi, per la dedizione e competenza con cui svolge il proprio ruolo politico e pedagogico; e soprattutto per l’entusiasmo che, a partire da lei stessa, ha saputo risvegliare nei giovani (e non solo) coltivandone la speranza.

 

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