GIORNATA INTERNAZIONALE PER L’ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE.LA VOCE DEI GIOVANI . di Mafalda Bonati e Jacopo Chiesa

di BorgoAdmin

Come tutti ben sappiamo, il 25 novembre è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che è quindi dedicata alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della violenza di genere che è tra le più infime violazioni dei diritti umani e nel caso dell’Italia anche della costituzione. Infatti, nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è affermato esplicitamente in diversi articoli che i diritti appartengono a tutti gli esseri umani senza alcun tipo di discriminazione (a mio avviso, sono a tal proposito significativi gli articoli 1 e 2). La Costituzione, invece si pronuncia a tal proposito nell’articolo 3.Il fatto che ancora oggi persistano situazioni di disuguaglianza uomo-donna mi ha spinta a riflettere.Un lato veramente a mio avviso demoralizzante dell’intera vicenda è che il problema della violenza di genere non riguarda solo quei paesi che noi occidentali consideriamo con aria di superiorità “in via di sviluppo”, ma è una questione estremamente attuale anche in Europa e in Italia. Per quanto riguarda il Bel Paese, i dati forniti dall’ISTAT mostrano che il 31,5% delle donne tra 16 e 70 anni ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale e la cosa ancora più preoccupante secondo me è che le analisi condotte sottolineano anche il fatto che le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. È veramente terrificante il fatto che nella maggior parte dei casi siano proprio le persone più vicine alle donne ad abusare di loro. È tuttavia innegabile che purtroppo ci sia un significativo legame tra violenza di genere e povertà educativa e culturale. Sicuramente la risoluzione di tale problema deva partire dalle scuole di ogni ordine e grado dato che la scuola è il luogo che ciascuna persona frequenta maggiormente fin dalla tenera età e perciò è sicuramente l’ente che meglio si presta a combattere l’imprinting violento e discriminatorio. Tuttavia, è necessario che anche la società e i singoli individui facciano la loro parte in maniera attiva, altrimenti non ci sarà mai alcun cambiamento. Infine, penso che sia doveroso spendere qualche parola anche per tutte quelle forme di violenza non fisica di cui purtroppo tantissime donne sono vittime quotidianamente. Bisogna prestare attenzione anche ai lividi che certe parole e certi atteggiamenti lasciano in ciascuna di noi: le ferite emotive non sono assolutamente da sottovalutare. Voglio però concludere con una speranza: spero vivamente di poter vedere nel corso della mia vita la situazione migliorare. Secondo me siamo sulla strada giusta, è innegabile che sia una strada tortuosa, ma è quella giusta. Sono convinta che con la giusta perseveranza e attenzione la violenza di genere verrà prima o poi eliminata del tutto. (Mafalda Bonati)

 Il tema della violenza sulle donne è di drammatica attualità, oggi come ieri. Da sempre la donna è stata tenuta in minore considerazione rispetto all’uomo: possiamo dire che la discriminazione di genere ha origini lontane nel tempo. In passato ed anche oggi la donna è – troppe volte – considerata un oggetto, merce di scambio. La violenza sulle donne, ma in generale verso qualunque persona, deve essere severamente contrastata. Il problema urgente da affrontare è quello della mancata denuncia da parte di molte donne che hanno paura di ripercussioni da parte dei loro aggressori. Per aiutarle dovremmo concentrare gli sforzi nella prevenzione. Penso, infatti, che vadano condannati, ancora prima che arrivino ad essere reati, quegli atteggiamenti e comportamenti violenti –  fisici e verbali – che ledono la dignità della donna. E’ necessario un cambio culturale che eviti di “giustificare” in qualche modo comportamenti che poi vengono banalmente riconosciuti come “futili motivi”: come ad esempio la gelosia o la rabbia derivante da un litigio. E’ necessario condannare ogni forma di prevaricazione, anche di tipo culturale, sociale e famigliare.  La libertà delle donne, come di ogni essere umano, va rispettata e non si possono giustificare abitudini e tradizioni che privano le donne della loro libertà di vivere e di vestirsi come desiderano e di scegliersi il partner. Spesso  la violenza è esercitata da persone dello stesso nucleo famigliare e la vittima fa ancora più fatica a denunciare per paura di rendere pubblico il proprio dramma e anche per la paura, in certi casi, di rimanere sola. La violenza domestica è molto diffusa e ha un effetto “a catena”: spesso chi vi assiste – pur non essendo vittima diretta – subisce a sua volta un grosso trauma e va affiancato e tutelato, in modo che possa fornire una testimonianza determinante per far emergere la verità. (Jacopo Chiesa)

 

 

 

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