DAL 9 MARZO IN POI….. di Mafalda Bonati

di BorgoAdmin

L’8 Marzo si celebra ogni anno quella che è comunemente ricordata come “Festa della donna”. Tale ricorrenza, tuttavia, ha un’altra denominazione: infatti, l’8 Marzo non si celebra la “Festa della donna”, bensì la “Giornata internazionale per i diritti delle donne”.  Ho voluto iniziare questa riflessione facendo tale precisazione poiché secondo me è importante dare il giusto nome alle cose e avere ben chiaro ciò di cui si sta parlando: l’8 Marzo non si festeggia la figura femminile in generale, ma si celebrano le donne per quanto riguarda le loro lotte per la parità di genere e ci si ricorda di quanta strada ci sia ancora drammaticamente da fare per raggiungere tale obiettivo. Trovo estremamente triste che nel 2023 la parità di genere non sia ancora stata raggiunta, ma perlomeno bisogna ammettere che la maggior parte delle persone riconosce questa lacuna sia italiana che mondiale con grande obiettività. Questo problema è, infatti, almeno formalmente, riconosciuto in tutto il mondo poiché non solo l’uguaglianza di genere, ma anche l’emancipazione di tutte le donne e ragazze sono tra i diciassette Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’agenda 2030 dell’ONU. Come si può evincere da quanto scritto nelle precedenti righe, penso che la “Giornata internazionale per i diritti delle donne” non abbia per nulla senso così com’è oggi celebrata. Ritengo che le mimose e le belle parole spese l’8 Marzo siano assolutamente inutili se poi non vengono seguite da azioni e comportamenti coerenti con quanto detto e fatto in quella giornata. Mi permetto inoltre di dire che, in talune circostanze, gli atteggiamenti tenuti l’8 Marzo da alcune persone sono addirittura ipocriti. Mi rendo conto di aver scritto parole forti, tuttavia, sono parole pensate, ragionate e scritte da una giovane donna che per quanto sia giovane, nel corso della sua vita ha già tristemente avuto modo di vivere alcune situazioni di discriminazione di genere. Mi rendo conto di lamentarmi “del brodo grasso” e so benissimo che nel mondo ci sono situazioni ben peggiori rispetto a quella di cui mi sto lamentando ma, essendo giovane, mi concedo di essere sognatrice e di aspirare all’utopia e quindi, almeno per il momento, non ho intenzione di smettere di sognare un mondo egualitario e, soprattutto, ho intenzione di lottare quotidianamente con piccole e grandi azioni affinché ciò si realizzi.

A mio avviso, è molto più importante ciò che si fa il resto dell’anno rispetto a ciò che si fa l’8 Marzo, poiché è assolutamente inutile occuparsi di disparità di genere un giorno all’anno per poi ignorare il problema il resto del tempo. Bisogna anche dire che non si deve fare di tutta l’erba un fascio poiché, come già detto in precedenza, ci sono persone (sia donne che uomini) che quotidianamente si impegnano per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere ed è in loro che io ripongo tutte le mie speranze per un futuro senza diseguaglianze e disparità di genere, non solo per me, ma anche per tutte le donne e ragazze del mondo, soprattutto per coloro che vivono situazioni ben più critiche rispetto alla realtà che io vivo ogni giorno.

 

 

 

 

 

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