A noi tocca vivere nell’incertezza !                    di Eugenio Caggiati

di Riccardo Campanini

C’è chi ha vissuto il tempo di guerra; c’è chi ha vissuto il tempo della povertà……  A noi tocca vivere nel  tempo dell’incertezza! Già la globalizzazione aveva messo in evidenza come le scelte sono prese al di fuori di noi…… Il Coronavirus ha aumentato in modo esponenziale, nel nostro tempo, l’incertezza.  Se la società aurea della terza parte del ‘900 ci gratificava di tante certezze (la famiglia era fatta dal marito con moglie e figli, il posto di lavoro era fisso, si era conquistato l’articolo 18 sul lavoro, conquiste erano una sanità per tutti, ferie assicurate, il diritto alla casa, ecc), il Coronavirus ha spazzato via ogni certezza.

A livello sanitario: il morbo aleggia nell’aria…., ogni giorno non puoi sapere se ti ha colpito, ….non sai se il tuo vicino è veramente immune; …..ogni colpo di tosse o uno sternuto ti crea un dubbio e  ci spaventa; l’aria condizionata potrebbe essere contagiosa; …. l’ospedale è diventato il luogo simbolo della paura del contagio.

A livello economico: sappiamo che il debito pubblico, che già incombeva, è aumentato/aumenterà in un anno in modo vertiginoso….e lo dovremo pagare noi e le future generazioni: ..…come ? quando? quanto? chi?……Molte aziende non riapriranno più, …..molti lavoratori rimarranno senza lavoro; ….ed i risparmi? Non sappiamo……ma sappiamo che anche stipendi fissi e pensioni garantite ….  dovranno essere messe in discussione.

A livello sociale: entrare in banca con la mascherina sul viso…..è sempre strato il sogno dei ladri, ma è diventato un obbligo; essere accolti in casa degli amici con il dubbio timoroso negli occhi di chi ti accoglie ….diventerà la norma; non godere la vista di due labbra in un sorriso….è perdere una parte della giovinezza; andare allo stadio e festeggiare la vittoria….sarà un rischio.

A livello religioso: la partecipazione alla Messa domenicale ed ai Sacramenti erano i parametri più utilizzati per la verifica della credenza religiosa: adesso sono diventati un optional; stare insieme nella chiesetta si avvertiva il cuore della comunità; la liturgia era predominante in ogni funzione. Papa Francesco, che parla alla piazza di San Pietro vuota, viene forse dalla gente ascoltato più di prima, …..ma i contestatori non vogliono più tacere.

A livello politico: le difficoltà, invece di unirci, stanno ancor più spaccando il Paese; …..la politica non riesce a dare risposte sicure nemmeno con l’aiuto della scienza, precipitata nel pieno personalismo; ……in Italia ed in tanti Paesi si rischia di cadere nel si salvi chi può; ……i social stanno creando nuove vie di comunicazioni del tutto imprevedibili e falsificanti.

Vi sono delle certezze?  A livello sanitario si è visto l’importanza del servizio pubblico e la necessità che la sanità non diventi di serie B…. nemmeno nei finanziamenti. A livello economico emerge che l’impresa vale oro, ma non si coniuga automaticamente con produttività e il rischio mafia è molto vivo. A livello sociale appare chiaro che uno stato non può vivere di assistenzialismo….ma la solidarietà ci deve essere perchè tanti sono e saranno i deboli.  A livello religioso si percepisce che il Vangelo autenticamente sofferto è l’unica certezza per il futuro anche per una Chiesa vissuta per secoli su una storica struttura clericale. A livello politico è emersa l’inaspettata caratura personale di Conte, ma anche la necessità di un governo, senza alternativa credibile, più qualificato in vari membri per trovare una via d’uscita non fallimentare.

Ma la certezza più sicura che ci lascia il Coronavirus è che dovremo saper convivere con l’incertezza quotidiana senza diventare degli improvvisatori; dovremo imparare a gestire, personalmente ed insieme, le incertezze nostre e del Paese senza lasciare spazio al saperci arrangiare. Ma l’attuale sistema democratico ci aiuterà nella quasi folle impresa di sognare una nuova Italia o saremo obbligati (sperando …insieme) a ricercare una urgente revisione?

 

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