L’inquinamento politico del Pm10 e dei rifiuti

di BorgoAdmin

Con lo stesso schema in tutte le province dell’Emilia Romagna, il Pm10 e altri inquinanti dell’aria sono rilevati giornalmente in quattro zone tipiche: urbana con traffico, urbana fondo, suburbana fondo, rurale fondo.

A Parma sono via Montebello, Cittadella, Colorno e Badia di Langhirano. Per controllare le emissioni del termovalorizzatore a Parma sono state aggiunte altre quattro stazioni (Laboratorio mobile Paip, Malcantone di Mezzani, Paradigna e Bogolese di Sorbolo) e sono attuati controlli a camino. Le statistiche riassuntive degli ultimi tre anni riportano il numero di superamenti dei limiti di legge. Anno 2011: Montebello 93 su 357 misurazioni; Cittadella 61 su 358; Colorno 52 su 335; Badia 16 su 360. Anno 2012: Montebello 115 su 360; Cittadella 70 su 360; Colorno 43 su 339; Badia 11 su 361. Anno 2013: Montebello 80 su 340; Cittadella 40 su 344; Colorno 14 su 323; Badia 5 su 340. Sempre nel 2013 le stazioni vicine al termovalorizzatore hanno avuto un numero di superamenti (da 12 a 15) come nella stazione di Colorno. Questi dati permettono alcune conclusioni: la graduatoria segue la logica attesa da chi conosce i problemi dell’inquinamento; nell’ultimo triennio, il 2013 è stato l’anno con il numero minore in tutte le quattro zone e non un anno “drammatico” come risulterebbe dagli allarmi di dicembre della stampa e delle televisioni locali; in città Montebello ha sempre valori maggiori della Cittadella e di tutte le altre zone. I controlli a camino dimostrano che le emissioni sono inferiori ai limiti di legge, come era previsto dai tecnici. Le stazioni vicine al termovalorizzatore hanno valori nettamente inferiori alla Cittadella e si collocano tra la suburbana fondo e la rurale fondo: l’incremento paventato o minacciato non esiste. Risulta corretto quanto sostenuto un anno fa (08/01/2013) da Legambiente Parma “… la previsione di inquinamento aggiuntivo dell’inceneritore è in percentuale piccola sul totale per i macroinquinanti (mediamente 1% annuo, per il Pm10). Un fattore di riequilibrio delle emissioni dell’inceneritore dovrebbe essere il teleriscaldamento che, tramite il calore prodotto dal forno, permetterebbe lo spegnimento di caldaie condominiali. A che punto è questo percorso? Quale sarà la reale diffusione ed economicità del teleriscaldamento?…”.

 

Ma la politica ha dato interpretazioni diverse. Nel dibattito sul termovalorizzatore il 31 ottobre il consigliere Roberto Furfaro usando i dati di via Montebello affermava “La Pianura Padana è tra i luoghi più inquinati d’Europa, secondo i dati di Arpa e Legambiente, Parma è stata la maglia nera dell’Emilia Romagna per il superamento dei limiti di PM10 nel 2011 con 92 giorni di sforamenti, e nel 2012 aumentati a 115 con quantità di polveri, in microgrammi, presenti nell’aria più che raddoppiati (usa i dati di Montebello). In quest’ottica mi domando se fosse necessario prevedere uno smaltimento attraverso l’incenerimento dei rifiuti in quest’area, ed ora, quali saranno i risultati di una politica che vede il riordino delle competenze in capo alle provincie, cosa comporterà questo sull’utilizzo futuro dell’impianto di Ugozzolo? Tutti quesiti a cui solo il tempo darà le risposte.”

Nel sito “Liberiamo l’aria” è semplice controllare le statistiche degli ultimi 8 anni. Nel 2006 Cittadella aveva avuto 90 superamenti dei limiti di legge; Montebello con 45 risultava tra le vie cittadine meno inquinate della regione. Ancora nel 2007, Montebello non era tra le peggiori. Ma negli anni successivi in regione tutte le amministrazioni delle città hanno introdotte norme per ridurre l’inquinamento nella zone di rilevazione, sapendo che serve come indicatore generale. A Parma è diminuito in Cittadella, mentre via Montebello con l’aumento delle residenze, dei centri commerciali e delle code per ridurre il traffico nelle vie circostanti, è diventata la zona più inquinata della città e della regione. Ora, per migliorare la situazione, a Parma con il blocco del traffico non si interviene su via Montebello ma nelle aree del centro, per il quale non esistono rilevazioni. Tuttavia appare logico pensare logico che il Pm10 abbia concentrazioni minori della Cittadella. Il comune blocca il traffico entro i viali di circonvallazione; il giorno dopo si stupisce che in via Montebello il Pm10 non sia diminuito, non mette rilevatori in centro e gli appare logico programmarne una nuova chiusura. L’assessore all’Ambiente Gabriele Folli: “Ho parlato con i miei colleghi assessori e con il direttore generale del Settore Ambiente in Regione: ritengo che queste misure vadano riviste dal momento che sono poco efficaci e mal accolte da una parte della cittadinanza. Per il futuro valuteremo targhe alterne tutti i giorni come misura emergenziale, fino all’abbassamento dei livelli del particolato atmosferico (in via Montebello?). A gennaio fisseremo un incontro in Regione per discuterne” (Gazzetta di Parma del 24/10/2013).

Negli ultimi mesi, si sono avute tre serie consecutive di picchi oltre i limiti di legge. La prima con il massimo del 21 ottobre: improvvisamente in tutta la pianura padana i valori del Pm10 superano il doppio dei massimi previsti. Via Montebello arriva a 135 microgrammi per metro cubo d’aria e Badia, il “fondo naturale”, passa dai 5 dei giorni precedenti a 45 crescendo di 9 volte. La seconda anomalia è la lunga serie dalla fine di novembre a Natale. La Gazzetta di Parma del 24 dicembre titola:”Pm10 sotto l’albero: è lo sforamento numero 26”. Il terzo all’inizio del 2014, dal 1° al 13 gennaio. Sono picchi persistenti che interessano tutta la pianura padana, ma Parma (Montebello) ha alcuni giorni in più e i livelli più elevati in regione. Le ARPA, come quella del Veneto nel comunicato stampa del 12 dicembre, forniscono spiegazioni scientifiche. “Un’estesa area anticiclonica sta interessando da diversi giorni l’Europa centro-occidentale determinando tempo stabile e assenza di perturbazioni. La massa d’aria staziona quindi da settimane senza essere ricambiata o dilavata. L’alta pressione che domina anche la nostra regione determina tra l’altro una prevalenza di giornate con venti molto deboli e inversioni termiche marcate nelle ore più fredde. In particolare, i venti risultano deboli e provenienti dai settori occidentali. Questa circolazione porta aria ricca di inquinanti atmosferici dal centro della Pianura Padana verso il Veneto. Le inversioni termiche limitano la dispersione verticale degli inquinanti generando una vera e propria “cappa” al di sotto della quale la massa d’aria staziona e peggiora progressivamente la sua qualità.”. Il Mattino di Padova del 29 novembre fornisce istruzioni. “Le polveri sottili hanno un effetto molto pericoloso per l’organismo umano. Bisogna ricordare che gli effetti del Pm10 sulla salute si manifestano rapidamente in presenza di picchi, soprattutto se perdurano nel tempo come in questo periodo. Le indagini epidemiologiche rilevano l’aggravamento di sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti, la comparsa di infezioni respiratorie, l’aumento di crisi d’asma fino a disturbi circolatori ed ischemici. Si possono prendere delle precauzioni per evitare danni maggiori: in particolare categorie quali bambini, anziani e persone con problemi respiratori dovrebbero evitare il più possibile l’esposizione all’aria aperta, soprattutto accanto a strade o zone molto trafficate. Come per l’ozono, che arriva regolare ogni estate, pure per le polveri sottili l’attenzione va tenuta alta soprattutto dalle categorie più deboli, che risentono dell’inquinamento più degli altri. Anche la corsetta sull’argine non è proprio indicata: tutte le attività che possono portare all’iperventilazione non sono suggerite.” A Parma, il comunicato della Gestione Corretta Rifiuti del 24 dicembre lancia un allarme drammatico e dipinge una caricatura dei parmigiani. “Ci aspettiamo misure straordinarie allineate con la straordinarietà della situazione. Ma tutto sommato vince la paura di andare contro gli interessi delle grandi lobbies che vivono del grande circo del mezzo privato, che assiepa i centri storici, pullula i centri commerciali, visita le pompe di benzina, festeggia con allegria il proprio suicidio globale.” Già nel comunicato del 21 ottobre 2013, in occasione della serie precedente di valori massimi, il comunicato della Gestione Corretta Rifiuti aveva trovato subito il colpevole: il termovalorizzatore. Recita: “Nella stessa giornata colpisce il dato delle centraline mobili e delle stazioni locali della zona nord di Parma: 83 microgrammi al Paip, 98 a Mezzani, 84 a Paradigna, 81 a Sorbolo. Sono le centraline più direttamente interessate all’attività industriale del forno inceneritore di Ugozzolo, perché ricadono nel cono di emissione previsto dal modello di previsione. Stupiscono questi dati perché le centraline hanno registrato fino ad oggi solo 5 superamenti dall’inizio dell’anno, essendo dislocate in zone periferiche, in genere non assediate dal traffico veicolare e/o dalla caldaie.”

Gli esempi di pubblicità politica camuffata da informazione scientifica potrebbero essere numerosi. La stessa etica dell’informazione, senza attenzione ai dati esatti, è utilizzata per i rifiuti e la raccolta differenziata. Il Comune di Parma ha aderito alla strategia “Rifiuti Zero” e ha iniziato la raccolta differenziata: organico, carta, multi materiale (vetro, metallo, lattine, plastiche), frazione non riciclabile. Escludendo il verde urano, “Rifiuti Zero” significa che la differenziata può arrivare intorno al 75%. L’altro 25% è attribuito alle industrie; per abbatterlo esse dovrebbero progettare diversamente i prodotti. Ma nel discorso di insediamento il sindaco Pizzarotti: “ ..pensiamo sia possibile portare le differenziata nel giro di un anno al 90%, togliendo tutti i cassonetti dalle strade”. In gennaio (Gazzetta di Parma del 18/01/2014) l’assessore Folli interviene per correggere l’evidente esagerazione: “Differenziata? Ottimi risultati. Parma chiude il 2013 sfiorando il 60%”. Nel comunicato stampa, precisa che è il 58,5% e che Parma con 190.000 abitanti risulta il miglior capoluogo di Provincia della Regione, in termini di rifiuto indifferenziato pro capite avviato a smaltimento, che dovrebbe essere il vero indicatore della virtuosità di un territorio. Purtroppo gli uffici comunali da almeno due mesi sanno (e l’assessore dovrebbe sapere) che al 30 giugno, la stima migliore dei parmigiani durante il 2013, la popolazione residente era di 178.723 persone. Il calcolo dell’assessore riduce il rifiuto pro capite di almeno il 6%; migliora la graduatoria di Parma e la colloca al primo in classifica.

I numeri forniscono indicazioni fondamentali su una amministrazione: permettono di vagliare le promesse, capire i programmi, valutare i risultati, distinguere tra bilanci e pubblicità. L’etica di una amministrazione, la sua competenza e correttezza, sono misurate anche dalla corrispondenza dei dati e dalle informazioni che pubblica alla realtà.

lamberto.soliani@unipr.it

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