SARDINE, PER QUEL CHE NE SAPPIAMO  di Alessandro Bosi

di Riccardo Campanini

SARDINE, PER QUEL CHE NE SAPPIAMO  di Alessandro Bosi

Al momento, delle Sardine, conosciamo: il nome, il manifesto, la capacità di riempire le piazze di parole pulite, la presenza nelle trasmissioni televisive, piuttosto rara e un poco impacciata, di alcuni giovani rappresentanti.Tutto il resto è un affrettarsi di commenti e congetture, un chiedersi chi siano e da dove provengano ma, soprattutto, dove vadano e, Dio mio, con chi! con chi si mettano.“Ci son certi figuri in giro che, se non si provvede con qualche buon consiglio, finiranno per certo col mettersi in cattive compagnie. Sempre che, quei vecchi marpioni, non ci siano già, che non se ne stiano nascosti nel retrobottega mentre le mandano avanti, dopo essersi messi in testa chissà quale bel disegno!!

In giro, di questi giorni, è tutto un dirsi: le hai viste? cosa ne pensi? come ti sembrano? Sembra di essere tornati in quei paesi della bassa quando ai passi di un cavallo fuori orario si sbirciava tra gli scuri per vedere chi mai stava passando e si teneva il conto degli uomini che entravano e uscivano dalla porta di fronte dove abitavano quelle due sorelle rimaste, poverette, orfane troppo presto e così si erano messe su una brutta strada. Toccava a noi di assistere al via vai di uomini che venivano addirittura da fuori paese.C’era sempre, a quei tempi, qualche spiritoso che, per fare il cittadino, raccomandava di portare un raschio di fieno sui binari dal momento che, prima o poi, sarebbe passato il treno.Ma non siamo più a quei tempi e su quel che accade, non è il caso di buttarsi subito a corpo morto. A coprirle dei nostri pareri, le cose che sono appena fiorite, vengono su proprio come i nostri pareri. Poi non ci lamenteremo se non sono un gran ché.Su questo, un buon esempio ce lo diede Grillo, quando consigliava ai suoi, alle loro prime prove nelle piazze, di astenersi dalle trasmissioni televisive e dalle interviste, per non uscirne malconci.Voleva che la cosa crescesse tenendola al riparo dalle malelingue, ma anche soltanto dalle troppe lingue. Perché anche quando siano buone, e sulle Sardine di buone lingue ne ho sentite parecchie, quando son troppe, son troppe.In mancanza di chi dia alle Sardine un così saggio consiglio perché non pensiamo, per conto nostro, di sospendere il giudizio e perfino di tapparci le orecchie?Almeno fino a quando le Sardine ci offriranno più probanti elementi di giudizio, riservandoci, per ora, il piacere di piazze gremite da parole e volti puliti.O crediamo forse che questo spettacolo, cui avevamo assistito due volte nella scorsa primavera, grazie agli scioperi degli studenti per la salute della Terra, sia cosa di poco conto

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