LA TUTELA DELLA DIGNITÀ E LA PROMOZIONE DELLE CONDIZIONI DI VITA DI CURA E DI ASSISTENZA DELLE PERSONE ANZIANE  di Pietro Stefanini

di Redazione Borgo News

 Uno degli ultimi atti del Governo Draghi è stata l’approvazione, a cura del Consiglio dei Ministri, dello Schema di disegno di legge che delega il Governo ad adottare provvedimenti per la tutela della dignità e la promozione delle condizioni di vita, di cura e di assistenza delle persone anziane.
L’iter legislativo prevede ora l’esame del disegno di legge da parte delle Camere, che potranno approvarlo, modificarlo, o abbandonarlo. Si apre dunque una fase importante per le forze sociali che hanno, attraverso vari canali, promosso la riforma. La riforma, pertanto, seppure sostenuta da una pluralità di realtà sociali e politiche, potrebbe essere rivista alla luce della nuova composizione parlamentare emersa dalle elezioni politiche del settembre scorso. Comunque, il tema della assistenza agli anziani e in particolare agli anziani non autosufficienti non potrà non essere al centro della attenzione anche nel nuovo Parlamento, in considerazione del fatto che l’Italia è il secondo paese al mondo con il più alto tasso di invecchiamento della popolazione, in un contesto generale di offerta dei servizi ampiamente insufficiente in quanto, storicamente, il nostro modello di welfare si è basato sul ruolo centrale delle famiglie e, in questo contesto, sulla funzione assistenziale delle donne. Oltre ai cambiamenti culturali e alle nuove consapevolezze relative al ruolo delle donne, anche la composizione delle famiglie e la loro nuclearizzazione richiedono la individuazione di nuove risorse in quanto le famiglie non sono più in grado di fronteggiare i nuovi bisogni di cura e di assistenza, connessi all’età e alla non autosufficienza.  Ormai da molti anni è in corso, anche nel nostro Paese, una approfondita riflessione sulla necessità di una complessiva riforma della Sanità e della Assistenza in ragione della crescita esponenziale dei bisogni e delle difficoltà delle famiglie. Ad essa ha dato un significativo impulso il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che di fatto obbliga a riforme per acquisire le risorse da esso previste.Il disegno di legge delega si colloca in questo percorso e si pone i seguenti obiettivi:

  • Promuovere la partecipazione delle persone anziane nella vita sociale anche al fine di un invecchiamento attivo, teso alla prevenzione della solitudine, delle fragilità e alla promozione della inclusione sociale
  • riconoscere il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio
  • assicurare appropriatezza e continuità dell’assistenza alla persona, in rapporto al mutare delle condizioni bio-psico-sociali garantendo un’adeguata valutazione multidimensionale dei bisogni e delle competenze
  • sostenere i caregivers informali, i familiari e gli amici delle persone anziane, nelle loro attività di cura e di organizzazione.
  • Riconoscere gli specifici bisogni delle persone con disabilità nel loro processo di invecchiamento, assicurando i livelli di qualità di vita raggiunti e la continuità con i percorsi assistenziali già in atto

Il disegno di legge esprime l’attesa che il nuovo sistema complessivo sia caratterizzato da un utilizzo più razionale ed efficace delle risorse disponibili ‘a legislazione vigente’. Questo aspetto viene molto criticato dalle associazioni, in particolare delle persone disabili, in quanto si ritiene che la grande riforma attesa non possa essere attuata con i soli 500 milioni previsti dal Fondo nazionale per la non autosufficienza e dagli altri Fondi già in essere, senza un incremento significativo. L’utilizzo più razionale delle risorse dovrà essere assicurato dal CIPA (Comitato interministeriale per le politiche a favore della popolazione anziana) che assume anche la funzione di assicurare il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali. A questo scopo, avrà il compito di adottare, su base triennale e con aggiornamento annuale, il “Piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità nella popolazione anziana” e il “Piano nazionale per l’assistenza e la cura della fragilità e della non autosufficienza nella popolazione anziana”, sulla base dei quali saranno di conseguenza adottati i piani regionali e locali. Al CIPA competeranno inoltre l’armonizzazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) rivolti alle persone anziane non autosufficienti e dei relativi obiettivi di servizio, con i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA), e l’adozione di sistemi informativi integrati e di monitoraggio. Il Governo è delegato a adottare, entro 12 mesi dall’entrata in vigore e comunque entro il 1° marzo 2024, uno o più decreti legislativi finalizzati, in particolare, per quanto concerne l’invecchiamento attivo e la prevenzione delle fragilità, alla:

  • promozione della salute e della cultura della prevenzione, da svolgersi sia in ambito scolastico che lavorativo
  • promozione di programmi/percorsi integrati volti a contrastare l’isolamento, la marginalizzazione, l’esclusione sociale e civile, la deprivazione relazionale e affettiva
  • promozione di interventi di sanità preventiva presso il domicilio
  • promozione dell’impegno delle persone anziane in attività di utilità sociale e di volontariato,
  • promozione di azioni facilitanti l’esercizio dell’autonomia e della mobilità nei contesti urbani ed extraurbani (superamento barriere architettoniche)
  • promozione di nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale domiciliare
  • promozione di azioni di alfabetizzazione informatica e pratiche abilitanti all’uso di nuove tecnologie

Un secondo ambito riguarda gli interventi per la solidarietà e la coesione tra le generazioni con la promozione dell’incontro e della relazione fra diverse generazioni, favorendo il riconoscimento di crediti formativi per gli studenti che opereranno a favore degli anziani. Nell’ambito della prevenzione delle fragilità, si prevede vengano messe in atto azioni di ricognizione, riordino, semplificazione e coordinamento della legislazione vigente e delle attività. Per la persona di età superiore a ottanta anni o per la persona anziana affetta da patologie croniche suscettibili di aggravarsi con l’invecchiamento e che determinino il rischio di perdita dell’autonomia, viene indicata la necessità di poter accedere a una valutazione multidimensionale delle sue capacità e dei suoi bisogni di natura sociale, sanitaria e sociosanitaria, da effettuarsi nell’ambito dei PUA (Punti Unici Accesso) da parte di equipe multidisciplinari.

Particolare interesse riveste l’art.4 relativo ad Assistenza sociale, sanitaria e sociosanitaria per le persone anziane non autosufficienti. In esso è previsto che si definisca il concetto di popolazione non autosufficiente, si vada alla costituzione di un Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente (SNAA), con il compito di procedere alla programmazione integrata, alla valutazione e al monitoraggio, volto anche alla verifica dell’adeguatezza dei LEA e dei LEPS. Un ruolo importante verrà assegnato agli ATS (Ambito Territoriale Sociale) ai fini dell’esercizio delle funzioni di competenza degli enti territoriali e della piena realizzazione dei LEPS, garantendo che questi costituiscano la sede operativa dei servizi sociali degli enti locali del territorio per lo svolgimento omogeneo sul territorio di tutte le funzioni tecniche di programmazione, gestione, erogazione e monitoraggio degli interventi nell’ambito dei servizi sociali, che dovranno trovare la corretta integrazione funzionale con il Distretto sanitario, allo scopo di garantire l’effettiva integrazione operativa dei processi, dei servizi e degli interventi per la non autosufficienza. Al fine della semplificazione dell’accesso agli interventi e ai servizi sanitari, sociali e sociosanitari si prospetta la disposizione di punti unici di accesso (PUA), collocati presso le Case di Comunità. Nella logica della semplificazione e razionalizzazione del sistema andrà individuato un soggetto unico titolare delle funzioni di accertamento e valutazione multidimensionale della condizione di persona anziana non autosufficiente, da effettuarsi secondo criteri standardizzati e omogenei a livello nazionale, finalizzata all’identificazione dei fabbisogni di natura sociale, sociosanitaria e sanitaria. Ai PUA farà riferimento anche l’Unità di Valutazione Multidimensionali (UVM) competente per la valutazione finalizzata a definire il Progetto Assistenziale Individualizzato (PAI) e, con esso anche il “Budget di cura e assistenza” Con riferimento alle prestazioni di assistenza domiciliare, fermi restando i rispettivi ambiti di competenza degli ATS e del Servizio sanitario, è prevista l’integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD) ai fini dell’unificazione in un servizio di Assistenza Domiciliare Integrata Sociosanitaria e Sociale (ADISS). Attenzione dovrà essere posta ai servizi semiresidenziali, promuovendone diversificazione e flessibilità e ai servizi residenziali che dovranno sempre più presentarsi con ambienti amichevoli, familiari, sicuri, che facilitino le normali relazioni di vita e garantiscano la riservatezza della vita privata delle persone anziane. A tale scopo andranno ridefiniti criteri minimi di autorizzazione e di accreditamento dei soggetti erogatori.Di interesse, per le persone con pregresse condizioni di disabilità che entrano nell’età anziana, il riconoscimento del diritto, anche oltre il 65° anno di età, a restare nei servizi per disabili, con espresso divieto di dimissione o di esclusione dai pregressi servizi al superamento del limite di età. L’accesso ad altra tipologia di intervento per anziani potrà avvenire solo su richiesta della persona interessata.

Infine, il Governo è delegato ad adottare decreti legislativi finalizzati ad assicurare la sostenibilità economica e la flessibilità dei servizi di cura e assistenza a lungo termine per le persone anziane e per le persone anziane non autosufficienti. Attenzione specifica verrà data alla ricognizione e il riordino delle agevolazioni contributive volte a sostenere la regolarizzazione del lavoro di cura prestato al domicilio della persona non autosufficiente, per sostenere e promuovere l’occupazione di qualità nel settore dei servizi socioassistenziali, nonché alla definizione di percorsi formativi idonei allo svolgimento delle attività professionali prestate nell’ambito della cura e dell’assistenza alle persone anziane non autosufficienti presso i servizi del territorio, a domicilio, nei centri semiresidenziali integrati e residenziali Trovano infine spazio, nel disegno di legge delega, le istanze di tutela della figura del caregiver familiare, sia con l’obiettivo della loro valorizzazione nella redazione dei PAI sia della partecipazione alla programmazione socio sanitaria, con loro rappresentanze, ai diversi livelli. Così come andranno previste forme integrate di sostegno volte ad evitare che dall’impegno assistenziale possa derivare un pregiudizio alla vita lavorativa, al completamento di percorsi di studio e formazione, nonché all’esercizio delle responsabilità genitoriali e educative nei confronti dei figli minori di età. Il disegno di legge si colloca nel solco della Legge di Bilancio per il 2022 (Legge n.234/2021) con la quale si è di fatto dato avvio alle attese di riforma previste dal PNRR, che prevede una definizione dei LEPS, degli Ambiti Territoriali Sociali e di una più efficace integrazione con l’ambito sanitario e socio sanitario, nonché una serie di misure volte proprio a qualificare il lavoro di cura nei diversi ambiti (domiciliare, diurno e residenziale) interessando i diversi soggetti che in essi operano, dai caregivers familiari, al volontariato, fino al lavoro svolto professionalmente.

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