RAPPORTO DRAGHI.QUALE FUTURO PER LA PRODUZIONE EUROPEA?

di BorgoAdmin

COMUNICATO STAMPA

Proseguono gli incontri di “Casa Europa” del Circolo Il Borgo

MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE 2024 ORE 18.00 – SEDE CENTRALE DI UNI PR Aula 1

RAPPORTO DRAGHI.QUALE FUTURO PER LA PRODUZIONE EUROPEA?”

 Intervengono Marco Ceresa, Amministratore delegato di Randstad e Marco Giglio di FIM-CISL nazionale.

Introduce e modera Anna Maria Ferrari, Vice Capo Redattore di Gazzetta di Parma. L’incontro – aperto al pubblico – è promosso da Casa Europa del Circolo Il Borgo con il supporto di Università di Parma ed in collaborazione con il Movimento Federalista Europeo e con Forum Cultura Parma.

 Parma, 15 novembre 2024 – È in programma per mercoledì 20 novembre alle ore 18.00 nella sede centrale di Università di Parma (Aula 1, via Università, 12), l’incontro dal titolo “Rapporto Draghi. Quale futuro per la produzione europea?”, promosso dal progetto “Casa Europa di Parma” del Circolo Il Borgo, con il supporto di Università di Parma ed in collaborazione con la Sezione di Parma del Movimento Federalista Europeo e con Forum Cultura Parma. Interverranno Marco Ceresa, Amministratore delegato di Randstad e Marco Giglio di FIM-CISL nazionale. Introduce e modera Anna Maria Ferrari, Vice Capo Redattore di Gazzetta di Parma. Ingresso libero.

L’Unione Europea è attraversata da una crisi economica segnata da una situazione recessiva per l’industria: un esempio su tutti la crisi del settore automotive. Incrementare la competitività europea attraverso grandi investimenti è uno dei punti cardine del “Rapporto Draghi”, che l’ex-Presidente della BCE ha presentato lo scorso 17 settembre al Parlamento europeo, nel quale vengono poste le basi per la rinascita dell’UE. Qual è la strategia da attuare contro l’incombente recessione? Occorre un finanziamento congiunto degli investimenti a livello dell’UE per massimizzare la crescita della produttività, oltre a finanziare altri beni pubblici europei. Servirà anche l’istituzione nel Bilancio Ue di un “Pilastro della Competitività” e di schemi di finanziamento dedicati per affrontare il divario di investimento per le aziende tecnologiche in fase di crescita. Sarà sufficiente per una riforma dell’assetto europeo che riporti benessere ai cittadini?

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