VERSO LE REGIONALI: INTERVISTA A BARBARA LORI a cura di Lucia Mirti

di BorgoAdmin

Il prossimo novembre in Emilia Romagna i cittadini sono chiamati ad eleggere il Presidente della regione ed i 50 consiglieri dell’assemblea legislativa. Lucia Mirti ha posto qualche domanda tra il personale e il politico a Barbara Lori,  socia del Borgo ed assessora regionale uscente,  sui suoi 5 anni di esperienza in regione Emilia Romagna. 

Barbara, il passaggio da sindaca di Felino a consigliera e poi ad assessora regionale è stato difficile, oppure l’esperienza precedente ha costituito una base solida per svolgere il nuovo servizio?

  1. L’esperienza di dieci anni da sindaca e la prima legislatura da consigliera regionale mi sono state molto utili per acquisire consapevolezza e concretezza in realtà complesse come l’Assemblea Legislativa prima e la Regione in questo secondo mandato con la presenza in giunta regionale. Un percorso lineare che mi ha consentito di far parte della Giunta conoscendo dinamiche e meccanismi decisionali oltre a numerosi interlocutori istituzionali e delle rappresentanze della comunità emiliano romagnola e della nostra provincia, dal mondo dell’associazionismo alle rappresentanze delle categorie imprenditoriali e sindacali per fare solo alcuni esempi. Al centro ci sono sempre i principi che ispirano il nostro lavoro a partire dall’ascolto e dal dialogo. Concludere la giornata sapendo di aver lavorato per nuove opportunità per l’Emilia Romagna e il mio territorio è la soddisfazione più grande del mio lavoro.

Spesso tra le persone circola una certa sfiducia verso chi ricopre ruoli politici.  Hai colto  anche tu questa sensazione?  Il lavoro che hai / avete svolto in regione a tuo avviso è percepito dai cittadini e dalle cittadine come un impegno in realtà gravoso ma  efficace?

  1. Il lavoro a Bologna e quello sul territorio a Parma richiedono tempo ed energie, occorre impegno ma anche molto equilibrio e senso della realtà. Quanto al malumore nei confronti della classe politica, sicuramente è presente in alcune persone per un senso di generalizzata sfiducia che dobbiamo quotidianamente provare a recuperare. Il mio impegno è da sempre orientato all’ascolto e al farmi carico dei problemi, e al ricercare soluzioni, all’immaginare scenari futuri di benessere comune. Costruire cioè progetti capaci di migliorare la vita delle nostre comunità, dialogando quotidianamente con imprese, associazioni, amministratori pubblici.

Il candidato di centrosinistra alla Presidenza della Regione, Michele De Pascale, ha indicato la difesa e la valorizzazione della sanità pubblica come priorità assoluta. Immagino che sarai d’accordo. Come seconda priorità (una sola!) cosa indicheresti e su cosa ti impegneresti se fossi ricandidata ed eletta?

  1. Oltre alla sanità pubblica e al sociale, decisivi, l’altra grande priorità è la cura del territorio e delle comunità. Vediamo ogni giorno i danni causati dai cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico del nostro Appennino, le alluvioni, la siccità, la perdita di biodiversità e anche un sempre più marcato impoverimento di larga parte della popolazione. Tutti elementi in stretta correlazione con la qualità della vita delle persone, basti pensare – solo per fare un esempio – all’impatto su agricoltura e sistema agroalimentare. Un nuovo equilibrio tra società, economia e ambiente è la condizione per una transizione ecologica giusta, equa, che contrasti i divari sociali, economici e territoriali. Su questo l’innovazione tecnologica e sociale può avere un ruolo determinante anche per le future generazioni. Serve dare continuità e arricchire strategie e progetti avviati fin dall’inizio di una legislatura che ha coinciso con la grave crisi pandemica, in un tempo in cui anche le guerre in atto lasciano lacerazioni profonde e generano effetti devastanti sulle economie del mondo. Con uno sguardo all’Europa, seguendo gli obiettivi di Agenda 2030, ricercando e rafforzando le sinergie tra le aree più densamente abitate, a partire dal capoluogo, e le periferie, dal crinale dell’Appennino al Po. Dobbiamo continuare a rafforzare la nostra capacità di lavoro in rete con enti locali, amministratori, e con tutti i soggetti che sul territorio possono concorrere a scelte di sostenibilità e inclusività. Insieme al ricco mondo dell’associazionismo e alle piccole medie imprese che sono l’ossatura portante del nostro tessuto produttivo.

 

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