L’UE DOPO LE ELEZIONI DEL PARLAMENTO EUROPEO: PRONTA AD AFFRONTARE LE SFIDE DELLA STORIA?   di Gianfranco Brusaporci – Segretario MFE Parma

di BorgoAdmin

Le ultime elezioni europee hanno portato un cambiamento politico significativo con l’avanzata delle forze sovraniste ed euroscettiche che ora occupano quasi un quarto dei seggi nel Parlamento europeo. Queste forze, diffuse anche tra i Paesi fondatori dell’UE come Francia e Germania, riflettono il malcontento verso i governi e le difficoltà dell’Unione Europea di fronte a crisi interne e minacce esterne. L’asse di traino europea Franco-Tedesca non c’è più per la vittoria di Rassemblement National di Le Pen e il dimezzamento dei voti di Macron in Francia e per la netta sconfitta dell’SPD in Germania che diventa terza forza politica dopo la CDU e la destra di AFD. Il progetto delle forze sovraniste è creare un’Europa delle nazioni, dove gli Stati mettono al primo posto i propri interessi, rischiando di compromettere il processo di pace e di integrazione europea. Il nazionalismo euroscettico sta dunque crescendo dimostrando l’urgenza di cambiare gli assetti istituzionali dell’UE. Da un lato, molti cittadini non vedono i benefici dell’Europa unita, dall’altro, l’UE non ha creato un vero dibattito politico europeo, mantenendo il confronto limitato ai singoli Paesi, dove i governi sembrano deboli ed incapaci nel risolvere problemi globali, ma allo stesso tempo arroganti e convinti di poterli gestire a livello nazionale. Nonostante l’avanzamento delle forze sovraniste, la maggioranza Ursula regge con il supporto di popolari, socialisti, liberali e verdi. All’interno di questa coalizione crescono le spinte federaliste che vedono come unica vera risposta alle attuali sfide economiche, sociali ed ambientali, ed alla minaccia delle potenze autocratiche, la creazione di un’Europa Federale, unita e democratica. Lo stesso Draghi nel suo rapporto sulla competitività europea ha insistito sull’urgenza di riformare i Trattati europei per superare le attuali limitazioni decisionali. Solo attraverso un rafforzamento del bilancio comune e una governance comune ed efficace l’UE potrà affrontare le sfide della competizione globale, assicurando al contempo equità e solidarietà tra gli Stati membri. Le elezioni europee del 2024 mettono quindi in evidenza la necessità di trasformare l’UE. I federalisti sostengono che la nuova maggioranza in Parlamento debba impegnarsi per il cambio immediato degli assetti istituzionali e decisionali dell’UE attraverso la riforma dei Trattati, proseguendo il lavoro della Commissione Affari Costituzionali del PE  e della legislatura precedente, oppure aprendo un processo costituente, andando al di là dei limiti ristretti di una apparente apertura che vincola la revisione ai tempi dell’allargamento, proponendo la sottoscrizione di un accordo interistituzionale che abbia la sostanza di un Patto costituente.

Un’Europa delle nazioni, priva di una politica estera e di difesa comune, incapace di rafforzare il bilancio e di sviluppare una politica migratoria condivisa, porterebbe ad una forte incertezza sulla sicurezza e ad un impoverimento generale. In questo scenario, l’Italia, Paese fondatore, ma con un debito pubblico elevato, sarebbe particolarmente vulnerabile. La Presidente del Consiglio italiano, forte della sua leadership, dovrà decidere che Europa costruire, anche tenuto conto delle posizioni assunte sia nel Parlamento europeo che dal governo. C’è il rischio reale di una emarginazione del nostro Paese dal nucleo dei Paesi trainanti nel processo di riforma dell’Unione europea che comporterà ineludibilmente la messa in atto degli impegni che saranno presi durante i negoziati per l’allargamento ai Paesi candidati che potrebbe aprire la strada a forme innovative di integrazione differenziata.

 

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