Lampedusa, l’Europa e la Chiesa

di BorgoAdmin

Capisco che il problema ‘immigrati’ (da oltre un mese in primo piano su tutti i giornali) non faccia più notizia: arrivano i barconi, si riversano prevalentemente a Lampedusa, poi in circa trecento muoiono in mare, (e tra loro tanti bambini) ma purtroppo anche quest’ultimo avvenimento non produce sconquasso; fa parte ormai del nostro quotidiano così come le battute del Presidente del Consiglio e dei leghisti che a turno vogliono sparare non metaforicamente agli occupanti di detti barconi. Eppure tutto ciò è una triste realtà che non andrà estinguendosi, ma ci accompagnerà sempre, inevitabile e purtroppo sottovalutata da molto tempo nel nostro Paese dato che non si è mai pensato di organizzare veramente il tutto, come si conviene ad uno Stato che voglia chiamarsi democratico. La novità che ritengo abbia un carattere inaspettato e molto importante sta nella progressiva rivolta del nord Africa dopo anni infiniti di soprusi e intolleranze da parte di governanti corrotti ed incivili, in una logica che ha fatto zittire le bordate temute dei ‘fratelli mussulmani’ con il loro carico di violenza religiosa e di disumana convivenza.
Questi giovani, con i loro problemi razziali e spesso disumani, unitamente ad un passato e un presente che non conosceremo mai a fondo, stanno rischiando la vita tutti i giorni con la speranza di trovare finalmente una risposta alle loro esigenze, in quanto persone umane, mentre chi dovrebbe accoglierli non li vuole (con alcune eccezioni), e non sa come gestirli, buttandoli a destra e manca in presenza di una Europa più cinica di quella ipotizzata e in un’Italia che paga tutti i giorni la sua non credibilità sulla scena europea, perché coinvolta in una situazione politica vergognosa e che quindi abbaia all’Europa perché non riesce più a governare all’Italia. Ci riempiamo spesso la bocca di: rifugiati, permessi temporanei, clandestini, fuggiaschi, ma la verità è che non li vogliamo, facendo finta di non sapere che è ormai sono una certezza: infatti la loro presenza e i loro arrivi nei prossimi anni saranno una continuità nel Mediterraneo e arriveranno sballottati nella indifferenza totale, pur avendo molto bisogno della loro manualità e capacità lavorativa.
Si potrebbe aiutarli a casa loro? Si potrebbe alleviare questa loro terribile situazione? Le risposte sono positive se da parte della Comunità internazionale non si continuasse ad espropriare milioni di ettari di terra africana fertile tanto da produrre derrate e soprattutto biocarburanti: questa terra è il bene più prezioso che possiedono gli africani ed è il mezzo vero della loro rinascita, mentre li abbiamo costretti a coltivare cotone, caffè, e anche purtroppo “canapa”, con speculazione sui prezzi, inducendo gli africani alla fuga per sopravvivere. Nei fatti costringiamo gli africani a scappare e quando arrivano da noi li sfruttiamo anche con il caporalato, facendo un lavoro che gli italiani non fanno più, tenendoli schiavi in baracche immonde (Rosarno ce lo ha insegnato). Questo cinismo generalizzato degradante e disumano, dimentico del più elementare dei diritti umani all’interno di una indecente gara fra gli Stati si ritorcerà contro tutti noi Europei, per altro gestiti come siamo da un Presidente (Barroso) debole e inadatto al suo ruolo da molto tempo e lasciato in Europa perché il Portogallo non lo vuole. Il Trattato di Lisbona è schizofrenico perché mancano volontà comuni in un’Europa fittizia e solo a parole multietnica, ma nei fatti governata con progetti inadeguati e mancanza di risorse.
Neppure la Chiesa, nella sua molteplicità laicale organizzata (Caritas) è riuscita a dare il messaggio cristiano all’accoglienza e all’aiuto, da parte dei Vescovi (anche se non tutti) si è continuato a tuonare contro questo atteggiamento disumano, ma non si sono messi a disposizione luoghi già organizzati, come conventi in disuso, eccetera per riuscire, in accordo con le associazioni di volontariato, a mostrare al mondo che il Vangelo è ancora attuale e che le case non sono per pochi (magari addirittura quelle vuote e belle a disposizione di personalità importanti – vedi le notizie di questi ultimi mesi sulle case in centro a Roma). La Chiesa ha bisogno di testimoniare che questi ragazzi che arrivano dall’Africa hanno il diritto di essere accolti e curati perché anche loro sono figli di Dio come tutti noi. E’ un peccato pubblico che la Chiesa si porterà addosso per molto tempo, così come tanti altri peccati, come avere approvato e incensato i governanti imbroglioni e incapaci di gestire l’Italia e rispondere alle necessità interne ed esterne di questo nostro tempo. Credo che tale atteggiamento sia il peccato più grande che la Chiesa possa fare e quanto meno dovrebbe farne una pubblica ammenda. Nostro Signore oltre che piangere davanti alla tomba di Lazzaro prima di risuscitarlo, se passasse da Lampedusa, da Pantelleria e da Roma, piangerebbe per la morte della sua Chiesa.

Lucia Mora

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