IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA FONDAMENTALE PER UNA CRESCITA STRUTTURALE, EQUA E SOSTENIBILE   di Alfredo Alessandrini

di BorgoAdmin

 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si situa all’interno del programma Next Generation EU, nato da una intesa finale  fra Consiglio Europeo e Parlamento Europeo il 18 dicembre 2020.  Next Generation EU ha una dotazione iniziale di 750 miliardi più una previsione di budget di almeno altri 1.000 miliardi ed è stato istituito per far fronte alla crisi economica derivata dalla grave pandemia che ha colpito i 27 Paesi dell’Unione Europea con una visione orientata ad uno sviluppo strutturale, equo e sostenibile per le nuove generazioni, resiliente ai cambiamenti sociali ed ambientali che sono all’orizzonte. L’elemento centrale di questo programma è il dispositivo europeo per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility) di 662,5 miliardi suddivisi in 350 miliardi di prestiti e 312,5 miliardi di sovvenzioni che non devono essere restituiti. Il dispositivo di ripresa e resilienza vale quindi il 90% del Next Generation EU, mentre l’altro 10% è suddiviso fra sei fondi di importo minore fra i quali citiamo un fondo per lo sviluppo rurale ed uno per la transizione giusta. Nel complesso l’agenda economica europea prevede uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale che si basi su energie pulite e con minori emissioni di CO2, impostato sul digitale soprattutto nella pubblica amministrazione, equo e inclusivo, con investimenti sulla formazione sulla salute. Il Commissario Paolo Gentiloni, a questo proposito, ha affermato :”Dalla tragedia della pandemia di coronavirus l’Europa ha scelto di trarre un’opportunità unica: rilanciare le nostre economie su una base nuova e sostenibile. E il dispositivo per la ripresa e la resilienza sarà lo strumento principale per realizzare questo obiettivo.” Come vediamo anche dalla dichiarazione del Commissario all’economia Gentiloni l’Unione Europea ha  elaborato un forte piano di sostegno ai Paesi Europei impegnati in un grande sforzo per uscire dalla pesante crisi derivata dalla pandemia, ma ha anche elaborato un concreto progetto di sviluppo futuro. Crediamo che questi fatti siano la risposta migliore agli euroscettici che ancora oggi sono presenti sulla scena politica nazionale. L’altro elemento fondamentale è l’approvvigionamento delle risorse finanziarie, che  deriveranno dall’emissione di bond europei; in pratica vengono emessi titoli di debito pubblico comune, garantiti in solido da tutti i Paesi dell’Unione Europea. L’ultimo elemento da porre in risalto è la potente azione della BCE che, con il suo Programma di lotta alla pandemia denominato PEPP,  acquista titoli del debito pubblico dei singoli Paesi compresa ovviamente l’Italia con il risultato, per il gioco della domanda e dell’offerta,  di tenere tassi di interesse molto bassi e quindi di ridurre il costo del nostro debito pubblico. Per accedere al Dispositivo per La Ripresa e la Resilienza i Paesi hanno prodotto il loro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; quello del nostro Paese è già stato approvato dalla Commissione Europea e l’Italia ha ottenuto la prima tranche di 24,9 miliardi nell’agosto scorso.

Il nostro Piano comprende sei missioni:

1-Digitalizzazione, innovazione. Competitività cultura con 49,2 miliardi di euro;

2-Rivoluzione verde e transizione ecologica con 68,6 miliardi euro;

3-Infrastruttura per una mobilità sostenibile con 31,4 miliardi di euro;

4-Istruzione e ricerca con 31,9 miliardi di euro;

5-Inclusione e coesione con 22,4 miliardi di euro;

6-Salute con 18,5 miliardi di euro.

Il PNRR prevede poi l’impegno del Governo e del Parlamento di effettuare le seguenti riforme:

-Semplificazione ambientale, Sud, Pubblica Amministrazione;

-Anticorruzione;

-Riforma del fisco;

-Riforma della Giustizia;

-Concorrenza.

Come possiamo vedere ci sono forti interrelazioni fra le missioni e le riforme. In una visione di sistema possiamo davvero pensare che si stia disegnando un Paese diverso, in grado di garantire una crescita solida e prolungata in un quadro di forte coesione sociale e di sostenibilità ambientale. Le ricadute positive per gli Enti Locali e per il nostro Comune sono sicuramente non solo importanti ma fondamentali per una città del futuro. Pensiamo agli aspetti ambientali, alla rigenerazione urbana, al recupero in senso ambientale di spazi abbandonati o trascurati, all’inclusione e all’accoglienza, al risparmio energetico e alla mitigazione delle emissioni di CO2, alla digitalizzazione e alla semplificazione delle procedure della amministrazione comunale. Le risorse ci sono, ma per ottenere questi risultati occorre operare in un’ottica di sistema con il Comune Capoluogo come motore di questa azione di cambiamento coordinata anche con i comuni della provincia, con le realtà economiche e sociali, con le altre Istituzioni. Il PNRR è chiaro anche nella metodologia per ottenere i finanziamenti: occorrono progetti sostenibili dal punto di vista sociale, economico e finanziario e ambientale; occorre una seria pianificazione dei tempi e delle modalità di attuazione dei progetti; occorre una capacità di rendicontazione dei risultati e dell’utilizzo delle risorse.  Questa impostazione è la stessa che presidia le procedure utilizzate dal Governo per ottenere i fondi del PNRR. Se saremo capaci di utilizzare le opportunità offerte dal PNRR non solo dal punto di vista finanziario ma anche dal punto di vista organizzativo e procedurale allora vi sarà la concreta possibilità di trasformare il Paese e gli enti locali e fra questi il nostro Comune e il nostro territorio provinciale.

 

 

 

 

 

 

 

 

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