Borgo NewsLa Piazza IL “NUOVO CORSO” DEL PD di Lucia Mirti di BorgoAdmin 30 Marzo 2023 di BorgoAdmin 30 Marzo 2023 310 Poco più di un mese è trascorso dalle primarie che hanno scelto Elly Schlein segretaria del Partito Democratico: Elly gode del primato di essere la prima donna eletta alla guida del PD, ma anche quello di aver ribaltato il voto nei circoli, che aveva invece largamente premiato Bonaccini: quest’ultimo è un dato politico di particolare rilevanza, ora che si passa alla fase “costruttiva” del nuovo PD. La Segretaria ha quindi rilanciato aprendo il tesseramento: l’impennata di 16.000 iscrizioni in poche settimane dà atto di una vitalità di tanti che si erano allontanati dal centro sinistra oppure mai avvicinati, ed anche una speranza nel popolo degli astenuti cronici. I sondaggi (Ipsos, 15 marzo) dicono che per il 42% degli intervistati Elly rappresenta un’opportunità per la rinascita del Pd. E’ certamente troppo presto per dare una valutazione su come Elly “metterà a terra” il disegno di un nuovo PD. Di certo l’imprevedibilità è stata sinora una caratteristica – vincente – della Schlein: si auspica che venga messa a valore per un disegno di partito adeguato al desiderio di novità ma anche di sostanza e di visione che l’elettorato ha indubbiamente espresso. Ora è un momento di grande entusiasmo, con persone nuove che desiderano fare parte del cambiamento: vi è certamente in tanti, soprattutto giovani e donne, un’ attesa di radicalità sul fronte sociale ed economico, dell’eguaglianza, della redistribuzione della ricchezza. Lo stile dei primissimi passi della Schlein sembra quello della condivisione: alcune voci della “minoranza” le hanno tuttavia rammentato che condivisione non è spartizione; chi dirige un partito ha interesse a tenerlo unito con generosità. La scommessa di Elly si gioca quando l’entusiasmo si scontrerà con la realtà ed i compromessi. Per il momento la voce del PD in Parlamento ha trovato nuovo vigore, dopo un prolungato e deleterio periodo di afasia coinciso con la fase congressuale. La freschezza e la novità di Elly la pongono al centro della narrazione mediatica, ma spesso in antitesi quasi plastica alla Premier: i media spesso si dilungano sullo “scontro” tra le due donne, come se importasse il vestito o la storia personale delle protagoniste anziché le loro idee, dimostrando in realtà uno sgradevole sessismo (involontario?). Accentuare la contrapposizione “destra / sinistra” rischia di spettacolizzare la politica: da una parte ciò facilita ed attrae, dall’altra rischia di spostare l’attenzione dai problemi gravissimi della gente: povertà, lavoro, disuguaglianze sociali ed economiche, crisi sociale, emarginazioni crescenti, come ha ben ricordato il sindaco Michele Guerra nel confronto politico ed intergenerazionale con Pier Luigi Castagnetti organizzato lunedì dal prof. Giorgio Pagliari a Betania (vedi video). La forma partito resiste e testimonia la volontà di costruire forme di democrazia partecipata ed organizzata, ha ricordato il consigliere regionale Matteo Daffadà introducendo la serata. Il PD deve avere però un nuovo e profondo “sguardo” sulle persone, come ha ricordato Pierluigi Castagnetti citando Aldo Moro. Per creare coesione e non essere condannata all’irrilevanza occorre che la Politica ed i partiti affrontino i grandi e difficilissimi temi posti dall’oggi, con una tensione ideale e spirituale (intesa in senso laico e lontanissima dall’ideologia) verso il futuro, tornando a parlare di “noi” e non di “io”. Le piazze israeliane e francesi di questi giorni sono la fotografia dell’assenza di politica e della crisi della rappresentanza e quindi della democrazia, dove chi decide è la piazza. Come emerso dal citato dibattito, il nuovo assetto deve consentire alle forze fondatrici del PD di “sentirsi a casa”, compresa la componente cattolica di cui alcuni temono la marginalità, che però dipenderà anche (ma ovviamente non solo) da come la medesima saprà interpretare la situazione nuova. L’auspicio per la politica ed il PD – ha concluso Pagliari – è saper ripartire dall’impegno ideale e non da quello per la propria carriera: la crisi dei partiti deriva anche dall’essere divenuti club di interessi individuali senza la forza di esprimere collegialmente proposte. Unitamente alla capacità di mediazione, al rispetto ed alla valorizzazione delle diversità presenti nel PD, si può recuperare duratura credibilità: nella certezza che il consenso è il frutto del dialogo con la società. La chiave del successo alle ultime comunali a Parma è stata proprio il dialogo proficuo del PD con il civismo, come ha ricordato il consigliere regionale Matteò Daffadà. 0 FacebookWhatsappEmail post precedente LA “RICERCA DELLA FELICITÀ” E IL PNRR SCUOLA di Francesco Camattini – Dirigente Scolastico dell’IC Giovannino Guareschi post successivo GLI ENTI LOCALI DI FRONTE ALLA SFIDA DELLA SOSTENIBILITÀ di Marco Boschini Coordinatore Ass. 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