Crocevia Effetti secondari delle Primarie di Riccardo Campanini 15 Ottobre 2015 di Riccardo Campanini 15 Ottobre 2015 117 Il dibattito seguito alle traumatiche dimissioni di Marino ha inevitabilmente riportato in primo piano il tema delle primarie; ma, come capita spesso, per inquadrare correttamente la questione è necessario distaccarsi per un attimo dall’attualità politica e riflettere sulla “storia” di questo importante ma delicato istituto di partecipazione. Le primarie, infatti, nascono alcuni ani fa come modalità di scelta del candidato sindaco della coalizione di centro-sinistra, all’interno di una rosa di nomi “graditi” o addirittura preselezionati dai vertici dei partiti. Col tempo però, e soprattutto con la sempre maggiore difficoltà di questi ultimi a trovarsi in sintonia con il proprio elettorato, le primarie sono diventate spesso un modo per designare candidati “alternativi”, espressioni della società civile e comunque non riconducibili alle “logiche” dell’apparato. Con i vantaggi, ma anche i rischi, che ciò comporta, come ben si è visto nel caso appunto di Roma. Questa evoluzione storica del significato delle primarie può portare quindi ad una situazione paradossale per il centro-sinistra: quando cioè il candidato sindaco è “gradito” ai vertici dei partiti, rischia di non trovare il consenso della maggioranza dei cittadini al momento del voto (a Parma ne sappiamo qualcosa….); quando invece è scelto fuori o addirittura contro i partiti, magari vince ma poi (come è successo appunto a Roma) non riesce a governare per i contrasti con questi ultimi e con i consiglieri comunali, eletti all’interno di liste in cui i partiti hanno un peso preponderante. Naturalmente non è sempre così: vi sono Sindaci di grandi città che governano sia con il placet dei partiti che con il sostegno dell’opinione pubblica, e anche (come nel caso di Milano) Sindaci “outsider” che però col tempo si sono guadagnati stima e consenso da parte sia dei “vertici” che della “base”. L’esperienza di Roma può essere comunque utile per sfatare un mito, ovvero che sia possibile, o addirittura necessario, prescindere dai partiti per cambiare in meglio il governo delle città: il fatto che Marino sia stato etichettato come “un marziano a Roma” la dice lunga sulle difficoltà che incontra chi, con tutta la buona volontà, si candida per gestire una realtà amministrativa terribilmente difficile come quella della Capitale ( o di qualche altra metropoli) senza le necessarie competenze e conoscenze ( e, va subito aggiunto, senza nemmeno i giusti “agganci”). In altre parole, per risolvere la drammatica crisi della rappresentanza non servono le scorciatoie, affascinanti ma a lungo andare controproducentii, quanto piuttosto il dialogo sincero e costruttivo tra le parti migliori della società e della politica (che per fortuna esistono ancora). Si parla di Roma, ma naturalmente il pensiero corre (anche) a Parma, dove si voterà tra un anno e mezzo; e visti i precedenti, al centro-sinistra, più che un chirurgo come Marino, occorrerebbe un buon psicologo…. Riccardo Campanini 0 FacebookWhatsappEmail post precedente Sì alla Ti-Bre, l’aspettiamo da 40 anni! post successivo VENERDI’ 30 OTTOBRE ORE 14.15 LA PRIMA LEZIONE DEL LAB – ED. 2015-2016 Dall'ultimo numero di BorgoNews CHI HA PAURA DEL RAMADAN? di Riccardo Campanini 11 Aprile 2024 IL MINISTRO, IL PONTE E LO STRETTO (NECESSARIO?)... 21 Marzo 2024 IL SILENZIO DEGLI INCOERENTI di Riccardo Campanini 7 Marzo 2024 GRETA NEL PAESE DEI TRATTORI di Riccardo Campanini 22 Febbraio 2024 SPORTIVI (E NON), DIVERSAMENTE ITALIANI di Riccardo Campanini 8 Febbraio 2024 AD AUSCHWITZ C’È ANCORA LA NEVE di Riccardo... 25 Gennaio 2024 ELETTORI E VOTO: NON SEMPRE C’È (ANCORA) DOMANI ... 11 Gennaio 2024 ANNO NUOVO, SEDE NUOVA di Riccardo Campanini 21 Dicembre 2023 LA “SVEGLIA” DEL CENSIS di Riccardo Campanini 11 Dicembre 2023 BANCO DI SCUOLA O BANCO DELL’IMPUTATO? di Riccardo... 23 Novembre 2023