EDUCAZIONE CIVICA, UN’OCCASIONE DA NON SPRECARE  di Silvia Cacciani

di BorgoAdmin

Da pochi giorni, anche nel nostro territorio, è iniziato un nuovo anno scolastico per migliaia di studenti. Il Borgo News ha voluto sottolineare questo importante momento dando la parola a una docente che, pur tra difficoltà e contraddizioni, indica nell’insegnamento dell’Educazione Civica un punto di forza del nostro sistema di istruzione. 

Siamo al solito caos, al solito inizio d’anno scolastico con sempre più risicate risorse, sempre meno docenti in cattedra, chiamate per supplenze da parte del Provveditorato che vengono cancellate dopo venti minuti, ritardi nei pagamenti dei progetti già svolti. In questo immancabile pasticcio che accompagna da anni l’inizio dell’anno scolastico, il Miur è riuscito a pubblicare le nuove linee guida dell’Educazione Civica, materia obbligatoria dal 2019. Anche queste nuove linee sono già state bocciate dagli esperti del Consiglio Superiore Pubblica Istruzione perché giudicate confuse, retoriche, ai limiti del dirigismo culturale. Allora che possiamo dire? Va tutto male? In questi cinque anni la scuola è stata investita da uno tsunami di iniziative più o meno obbligatorie: dall’orientamento, all’educazione alla salute, legata anche al Covid, ai banchi a rotelle e tanto altro, spesso con inutile dispendio di denaro ed energia. Ma ritengo che l’unica mossa positiva e degna di nota che coinvolge tutti gli insegnanti di un Consiglio di Classe, rendendoci finalmente una squadra, sia l’Educazione Civica. Trentatré ore trasversali su temi come la Costituzione, la legalità e la solidarietà. Nella mia scuola, il Liceo Bertolucci di Parma, in questi anni abbiamo avviato diversi progetti: dalla transizione ecologica alla lotta alle mafie, all’uso consapevole delle tecnologie. Gli alunni, anche quelli meno volenterosi, vengono coinvolti in attività che li riguardano da vicino attraverso filmati, conferenze, interviste, lavori di gruppo e, alla fine, noi docenti spesso riusciamo nel difficile compito di appassionarli, catturando la loro attenzione, di coinvolgerli su argomenti interessanti e di reale importanza per il loro futuro, responsabilizzandoli. Nel 2019, nella mia scuola, abbiamo sviluppato, un po’ riluttanti e con scarse indicazioni, alcune proposte: i miei colleghi di scienze si sono concentrati sul cambiamento climatico ed alcuni prof. di lettere sull’educazione alla legalità. Abbiamo proposto film, alcuni davvero belli, e poi dibattiti e discussioni. Un progetto davvero interessante sempre nell’ambito della promozione alla legalità è stato quello messo in piedi con il comune di Sorbolo. Nel 2022, da poco usciti dalla pandemia, mi sono recata con due classi ed alcuni colleghi al centro civico di Sorbolo, e, dopo la visione del film “Fortapasc” di Marco Risi, abbiamo discusso delle infiltrazioni in Nord Italia delle grandi organizzazioni criminali. E purtroppo le infiltrazioni in tante attività e realtà lavorative qui da noi non sono rare ma sempre più frequenti ed aggressive, molti alunni non conoscevano tali realtà. Ma sicuramente l’esperienza più stimolante è stata l’anno scorso: le Olimpiadi della legalità. Sempre in collaborazione con l’assessore alla cultura Cristina Valenti ed il sindaco Nicola Cesari, e grazie al supporto di tanti colleghi di scienze motorie, abbiamo organizzato gare sportive, proposte con la peer education, staffette, lancio del vortex, tiro al bersaglio, salto in lungo da fermo, esercizi alla funicella, gare al tapping, percorsi di abilità tecniche il cui obiettivo era quello di coinvolgere le terze medie in questi percorsi, supportati dai nostri allievi del liceo sportivo e infondere il senso civico attraverso lo sport. Anche il fatto che ragazzi più grandi guidassero nelle varie attività quelli più piccoli è stato davvero trascinante. Tutte queste attività si sono svolte a Sorbolo, in una mattina, in uno spazio pubblico circondato da palazzi sequestrati all’n’ndrangheta così che tutti gli alunni hanno potuto toccare con mano e rendersi conto della terribile sfida: le grandi organizzazioni criminali che investono i proventi dei loro traffici illeciti sul nostro territorio, e spesso noi non ce ne accorgiamo. Ripeteremo anche quest’anno, verso la fine di settembre, questa bella esperienza che è tale poiché concreta, conta sulla fisicità dei ragazzi, edificante, sicuramente la migliore fin qui realizzata nell’ambito dell’educazione civica. Tanto positiva in quanto ci insegna ad evitare l’immobilismo, e che sperimentare dal vivo rimane l’esperienza più riuscita, anche didatticamente. Peccato, però, che la vituperata categoria di noi docenti realizzi tutto questo a costo zero. Come sempre il nostro impegno e la nostra preparazione vengono scarsamente considerate, non ci viene riconosciuto nulla se non la magra soddisfazione di interventi apprezzati dagli studenti, e, una volta tanto, anche dalle famiglie. E forse questa soddisfazione tanto magra non è.

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