BORGOLAB 10 ANNI DOPO : UNA TESTIMONIANZA  di Anna Pellegrini

di BorgoAdmin

Sono trascorsi dieci anni dalla prima edizione di Borgolab e da quando, allora sedicenne, iniziavo a interessarmi di temi importanti. Eravamo negli ultimi intensissimi anni del liceo, dove la personalità è in divenire e ognuno di noi è ancora se stesso in potenziale. A raccogliere e sviluppare le nostre fragili esperienze e le nostre abbozzate idee politiche è arrivato, nel 2014, Borgolab. Un laboratorio di cittadinanza attiva: così lo hanno presentato quando, all’inizio dell’anno scolastico, la mia classe venne invitata alla presentazione del progetto. Affascinate dall’iniziativa con alcune amiche – e con una certa spinta genitoriale – decidemmo di prendere parte al progetto trovando davanti a noi temi e persone così interessanti che la nostra partecipazione fu costante e sincera per tutto l’anno. Borgo lab è stato un momento di grande crescita umana, giovani cittadini in formazione, abbiamo avuto l’occasione di confrontarci con economisti, giuristi, sociologi e industriali con uno sguardo aperto alla città così come alla politica nazionale e allo scenario internazionale. Professori capaci di interessare hanno fortemente stimolato il dibattito tanto che l’esito che ne scaturiva era un dialogo franco e coinvolgente con tante prospettive valoriali e sociali. Borgo Lab non era una scuola di formazione politica e questo era, a mio avviso, il suo grande pregio: non era pensato tanto per insegnare quanto per stimolare l’interesse, la lettura, l’approfondimento, il ragionamento.  In un contesto sociale di grande disaffezione verso la cosa pubblica – come era già nel 2014 e ancor di più nell’attuale situazione politica dove, nelle recenti elezioni europee, per la prima volta la percentuale di non votanti ha superato quella dei votanti – è evidente l’urgenza di sostenere iniziative come Borgo Lab che stimolano una cittadinanza informata e consapevole. Soprattutto, vorrei aggiungere, sostengono una cittadinanza complessa, l’intersezionalità, che vede l’interconnessione tra le questioni e rifugge da manichee semplificazioni. La partecipazione giovanile è quantomai significativa nel contesto demografico italiano in cui chiaramente il voto degli anziani pesa di più e dove i risultati del voto degli under 30 sono sensibilmente diversi rispetto ai risultati complessivi. Segno che i giovani prendono parte alla politica ma non lo fanno solo, anzi sicuramente in minima parte, secondo le forme convenzionali dell’adesione a un partito o della candidatura. La partecipazione politica tradizionale, per quanto importante, non tocca la maggior parte dei giovani che sono sensibili a specifici temi come l’ambiente, il sociale, la sanità, l’istruzione e su questi – credo – verrà costruita la politica del futuro. I risultati di Borgo Lab sono evidenti nelle sensibilità e nelle esperienze di coloro che, come me, ormai giovani adulti hanno scelto di tornare al Borgo in occasione del Borgo Day per raccontare la loro storia e ringraziare. Ognuno con la sua personalità e professionalità esprime un pensiero critico e senso di appartenenza verso la comunità impegnandosi in gesti che operano per il bene.La sempre maggiore disaffezione alla cosa pubblica – comune a tutte le fasce d’età – può essere contrastata con iniziative come questa volte a generare consapevolezza e a stimolare l’impegno civile.

“Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” recita il famoso detto indiano, e, di contro, il villaggio deve manifestare la sincera volontà di riconoscere che i giovani sono attori della società, protagonisti della propria storia, sensibili interpreti del mondo che cambia

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