Crocevia A New York vince il made in (Little) Italy di BorgoAdmin 14 Novembre 2013 di BorgoAdmin 14 Novembre 2013 126 Quello del “sogno americano” è un mito che da più di un secolo affascina e attrae persone di ogni nazione e continente, spingendole a partire – talvolta in carne e ossa, talvolta semplicemente con l’immaginazione – per la terra dove “nulla è impossibile”. O almeno questo è quanto racconta il mito, visto che nella realtà il sogno si trasforma spesso in quell’incubo impietosamente raccontato da tanti film di denuncia e da canzoni come ”Like a rolling stone” e “The boxer”. Eppure il sogno resiste e continua a sfornare testimoni eccellenti: dopo l’afroamericano Obama è ora la volta di Bill De Blasio, nuovo Sindaco di New York e nipote di emigrati italiani; la cui trionfale elezione, per uno strano scherzo del destino, coincide quasi esattamente con il 50° anniversario della tragica fine del mito per eccellenza della recente storia americana, quello della “nuova frontiera” kennediana. Anche per chi nutre robuste perplessità rispetto ad un sistema economico e sociale ferocemente competitivo come quello made in USA, la sua capacità di portare alla ribalta della cronaca personaggi di umili origini e capaci di emergere grazie unicamente alle proprie qualità segna senza dubbio un punto a favore del modello nordamericano, specie se confrontato con una realtà come quella italiana in cui il merito, l’innovazione, il cambiamento sono tutt’altro che premiati e valorizzati. Restringendo il discorso alla sfera politica, quello che colpisce nel “fenomeno” De Blasio è la sua capacità di costruire e di portare avanti con successo una “narrazione” (come direbbe un noto leader politico), cioè un messaggio capace di coinvolgere ed emozionare, fondato su grandi ideali condivisi da larga parte della popolazione – ma, si badi bene, evitando nel contempo di proporre quel “libro dei sogni” che caratterizza tanti programmi politici nostrani, nei quali si afferma tutto e il contrario di tutto e in cui ci si guarda bene dallo scontentare qualcuno per paura di perderne il voto. Il neo-sindaco di New York, al contrario, ha dichiarato apertamente la sua intenzione di aumentare la tassazione sui redditi più alti per destinarne gli introiti a favore delle persone meno abbienti, nella certezza (confermata poi dalla urne) che la grande maggioranza dei suoi concittadini avrebbe premiato questa scelta. Data l’enorme diversità tra la politica e la società americana e quella italiana è naturalmente impossibile sapere se un politico come De Blasio avrebbe successo anche nel nostro Paese. Ma sicuramente, visto il suo programma elettorale impostato sulla lotta alle disuguaglianze e alla povertà, non gli capiterebbe quello che è accaduto a importanti leader “progressisti” di casa nostra: che qualcuno, cioè, lo supplichi (invano) di “dire qualcosa di sinistra” . Riccardo Campanini 0 FacebookWhatsappEmail post precedente La rivisitazione del Concilio “In religioso ascolto della Parola di Dio” post successivo Papa Francesco e la riforma della Chiesa Dalla stessa sezione LA CORSA PER BRUXELLES: UNA SELEZIONE INNATURALE? di... 23 Aprile 2024 CHI HA PAURA DEL RAMADAN? di Riccardo Campanini 11 Aprile 2024 IL MINISTRO, IL PONTE E LO STRETTO (NECESSARIO?)... 21 Marzo 2024 IL SILENZIO DEGLI INCOERENTI di Riccardo Campanini 7 Marzo 2024 GRETA NEL PAESE DEI TRATTORI di Riccardo Campanini 22 Febbraio 2024 SPORTIVI (E NON), DIVERSAMENTE ITALIANI di Riccardo Campanini 8 Febbraio 2024 AD AUSCHWITZ C’È ANCORA LA NEVE di Riccardo... 25 Gennaio 2024 ELETTORI E VOTO: NON SEMPRE C’È (ANCORA) DOMANI ... 11 Gennaio 2024 ANNO NUOVO, SEDE NUOVA di Riccardo Campanini 21 Dicembre 2023 LA “SVEGLIA” DEL CENSIS di Riccardo Campanini 11 Dicembre 2023 Lascia un commento Cancella risposta Save my name, email, and website in this browser for the next time I comment. Δ