Crocevia Il governo comincia a 40 anni di BorgoAdmin 11 Dicembre 2013 di BorgoAdmin 11 Dicembre 2013 127 Enrico Letta, Angiolino Alfano, Matteo Renzi: è una classe di quarantenni ( o quasi, visto che Renzi di anni ne ha 38), quella che oggi ha in mano le leve del potere politico; e, indipendentemente dall’ opinione che si può avere nei loro confronti, è fuor di dubbio che siamo di fronte ad un “salto generazionale” rispetto ai protagonisti ben più attempati (uno dei quali, benché ormai vicino agli 80 anni, insiste a non volersi fare da parte) delle ultime stagioni politiche, e anche rispetto ad una società – quella italiana – che, per usare un eufemismo, non è particolarmente propensa a valorizzare le nuove leve. Certo, la giovane età non è di per sé garanzia di buon governo, come ben sanno i parmigiani, che nel 2007 scelsero il più giovane Sindaco della loro storia, la cui vicenda politica si è però conclusa nel peggiore dei modi; ma qualcosa vorrà pur dire il fatto che, nonostante ciò, alla tornata amministrativa dello scorso anno la scelta è nuovamente caduta su un candidato nato nei primi anni ’70… In questo senso, non vi è dubbio che il nostro Paese debba colmare un “vuoto” che è andato sempre più aumentando negli ultimi decenni: quello della distanza tra la classe dirigente e le nuove generazioni, che ha prodotto tra l’altro una vera e propria emarginazione (lavorativa, sociale e culturale) di queste ultime. Da questo punto di vista è decisamente inquietante quanto emerge dalle indagini sui paesi preferiti dai giovani europei che vogliono studiare o lavorare all’estero ; in questa particolare classifica, infatti, vince nettamente la Germania, mentre l’Italia ha perso quella posizione di vertice garantita da fattori quali il patrimonio artistico e culturale , il clima, il cibo… che, evidentemente, non bastano più a colmare l’enorme distacco in termini di opportunità formativa e occupazionale, efficienza dei servizi, attrattività che ci separa dalla Germania, ma anche da altri paesi europei. E d’altronde, quella della “fuga dei cervelli” è uno dei temi più ricorrenti nel dibattito pubblico italiano e una delle grandi emergenze nazionali, specie in prospettiva futura. Sarà sufficiente il ricambio della leadership politica ad intercettare le richieste e le esigenze dei giovani? Nel discorso di insediamento tenuto subito dopo l’elezione a Segretario del PD, Renzi ha dedicato uno spazio insolitamente ampio, e con considerazioni non scontate, al tema della scuole e della formazione, che tra i tanti “nodi” della condizione giovanile è forse quello più decisivo. Anche se per molto, troppo tempo queste emergenze sono stati sciaguratamente trascurate dall’agenda politica, c’è ancora la possibilità di intervenire efficacemente, purchè si agisca subito e con decisione; in caso contrario un’intera generazione si troverà con un grande avvenire dietro le spalle, come diceva Gassman – e, per restare in tema, sarebbe proprio una grande “tragedia all’italiana”. Riccardo Campanini 0 FacebookWhatsappEmail post precedente La democrazia deliberativa per un rinnovamento del modello Parma post successivo Il Borgo, trentacinque anni dopo Dall'ultimo numero di BorgoNews IL MINISTRO, IL PONTE E LO STRETTO (NECESSARIO?)... 21 Marzo 2024 IL SILENZIO DEGLI INCOERENTI di Riccardo Campanini 7 Marzo 2024 GRETA NEL PAESE DEI TRATTORI di Riccardo Campanini 22 Febbraio 2024 SPORTIVI (E NON), DIVERSAMENTE ITALIANI di Riccardo Campanini 8 Febbraio 2024 AD AUSCHWITZ C’È ANCORA LA NEVE di Riccardo... 25 Gennaio 2024 ELETTORI E VOTO: NON SEMPRE C’È (ANCORA) DOMANI ... 11 Gennaio 2024 ANNO NUOVO, SEDE NUOVA di Riccardo Campanini 21 Dicembre 2023 LA “SVEGLIA” DEL CENSIS di Riccardo Campanini 11 Dicembre 2023 BANCO DI SCUOLA O BANCO DELL’IMPUTATO? di Riccardo... 23 Novembre 2023 COSTITUZIONE: UNA RIFORMA DA RIFORMARE di Riccardo Campanini 9 Novembre 2023 Lascia un commento Cancella risposta Save my name, email, and website in this browser for the next time I comment. Δ