Enti locali: cosa cambia con la riforma Del Rio

di Redazione Borgo News

Dopo il successo della prima edizione tenutasi presso la Fondazione Giovanni Goria ad Asti, ho avuto l’onore di presiedere insieme a Bernardo Borri il convegno di approfondimento sulla riforma delle autonomie locali. La nostra Fondazione e la Fondazione Andrea Borri hanno voluto organizzare anche a Parma questo convegno dedicato alla cosidetta “Legge Delrio”, che ha ridisegnato i confini e le competenze delle amministrazioni locali.

L’incontro, tenutosi il 20 maggio presso la sede storica dell’Università e moderato dal giornalista Maurizio Chierici, è stato un momento formativo ed interattivo per affrontare una materia complessa e in continuo cambiamento che coinvolge diversi player istituzionali.

 

Tra i vari relatori invitati a illustrare le peculiarità della riforma e della legge, il costituzionalista Franco Pizzetti, che ha contribuito alla stesura della legge Delrio, e la professoressa Carla Barbati, ordinario di diritto amministrativo presso lo “IULM” di Milano.

Già dai primi interventi è apparsa tutta la complessità del tema che coinvolge le autonomie locali sotto molteplici aspetti. La riforma costituzionale, la legge Delrio e la riforma dell’amministrazione pubblica, come è stato spiegato dai relatori, sono intimamente connesse: tutte e tre fanno parte di un progetto di “ristrutturazione” dell’architettura repubblicana. Ci troviamo di fronte ad un cambiamento epocale, al quale anche noi cittadini saremo chiamati a dare un contributo col voto in sede di referendum costituzionale.

La parola è passata quindi al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzetti, al senatore Giorgio Pagliari, membro della Commissione Affari costituzionali, e all’Assessore al Riordino istituzionale della Regione Emilia Romagna Emma Petitti. Gli interventi del pubblico hanno mostrato solo alcune delle perplessità legate alla riforma.

Ad entrambe le Fondazioni è parso utile proporre un’occasione di studio su una materia al momento ancora ricca di zone d’ombra che creano incertezza soprattutto tra amministratori, operatori economici e forze sociali.

Il convegno è stata inoltre l’occasione per promuovere ancora una volta quelli che sono i nostri obiettivi fondanti ovvero la sensibilizzazione culturale alla memoria storica della comunità e la valorizzazione delle specificità locali in una visione strategica più ampia, che vede la cultura, anche politica, come parte integrante del riequilibrio territoriale. Mi piace pensare che il nostro lavoro come Fondazioni continui ad essere lo specchio dell’impegno e della volontà riflessa dei nostri rispettivi genitori Giovanni Goria e Andrea Borri.

Marco Goria
Presidente Fondazione Giovanni Goria

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